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Commissione Diocesana per i Beni Culturali Ecclesiastici e l'Arte Sacra

NUOVO CONTESTO

Seguendo il pensiero del Magistero ecclesiale, possiamo pertanto elaborare quasi un discorso teologico sui beni culturali, considerando che essi hanno parte nella sacra liturgia, nell’evangelizzazione e nell’esercizio della carità. Essi, infatti, in primo luogo rientrano fra quelle «cose» (res) che sono (o sono state) strumenti del culto, «santi segni» secondo l’espressione del teologo Romano Guardini (Lo spirito della liturgia. I santi segni, Brescia 1930, 113-204), «res ad sacrum cultum pertinentes», secondo la definizione della Costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium (n. 122). Il senso comune dei fedeli percepisce per gli ambienti e gli oggetti destinati al culto la permanenza di una sorta di impronta che non si esaurisce anche dopo che essi hanno perduto tale destinazione.

Ancora, i beni culturali ecclesiastici sono testimoni della fede della comunità che li ha prodotti nei secoli e per questo sono a loro modo strumenti di evangelizzazione che si affiancano agli strumenti ordinari dell’annuncio, della predicazione e della catechesi. Ma questa loro eloquenza originaria può essere conservata anche quando non sono più utilizzati nella vita ordinaria del popolo di Dio, in particolare attraverso una corretta esposizione museale, che non li considera solo documenti della storia dell’arte, ma ridona loro quasi una nuova vita, così che possano continuare a svolgere una missione ecclesiale.

Infine, i beni culturali sono finalizzati alle attività caritative svolte dalla comunità ecclesiale. Ciò è messo in luce ad esempio nella Passio del martire romano Lorenzo, dove si narra che egli, «avuto l’ordine di consegnare i tesori della Chiesa, mostrò al tiranno, prendendosene gioco, i poveri, che aveva nutrito e vestito con i beni dati in elemosina» (Martirologium Romanum, editio altera, Typis Vaticanis 2004, 444). E l’iconografia sacra ha sovente interpretato questa tradizione mostrando san Lorenzo nell’atto di vendere le preziose suppellettili del culto e di distribuirne il ricavato ai poveri. Ciò costituisce un costante insegnamento ecclesiale che, pur inculcando il dovere di tutela e conservazione dei beni della Chiesa, e in particolare dei beni culturali, dichiara che essi non hanno un valore assoluto, ma in caso di necessità devono servire al maggior bene dell’essere umano e specialmente al servizio dei poveri.

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Nel Primo libro dei Maccabei si legge che, una volta liberata Gerusalemme e restaurato il tempio profanato dai pagani, i liberatori, dovendo decidere la sorte delle pietre del vecchio altare demolito, preferirono metterle da parte «finché fosse comparso un profeta a decidere di esse» (4,46). Anche l’edificazione di una chiesa o la sua nuova destinazione non sono operazioni trattabili solo sotto il profilo tecnico o economico, ma vanno valutate secondo lo spirito della profezia: attraverso di esse, infatti, passa la testimonianza della fede della Chiesa, che accoglie e valorizza la presenza del suo Signore nella storia.

Dal messaggio del Santo Padre Francesco ai partecipanti al convegno "Dio non abita più qui? dismissione di luoghi di culto e gestione integrata dei beni culturali ecclesiastici" [Pontificia Università Gregoriana, 29-30 novembre 2018]

 

Profilo

La Commissione per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’Arte Sacra adempie ad un impegno di coordinamento e di animazione del settore dei beni culturali di pertinenza ecclesiastica, compresa l'edilizia di culto, individuando le insorgenti esigenze e promuovendo contatti e collaborazioni con le istituzioni preposte e con gli operatori. La Commissione è parte integrante della Curia Diocesana. I suoi membri sono tutti di nomina vescovile.
Compiti della commissione sono: promuovere la conoscenza, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio, anche culturale di valore storico o artistico appartenenti agli enti ecclesiastici diocesani; valutare i progetti di costruzione, restauro e adeguamento degli edifici di culto.
La commissione ha uno statuto emanato con decreto arcivescovile, che ne stabilisce i componenti e ne specifica le competenze.

Componenti

Presidente
 
Segretario
 
Altri Commissari
ing. Francesco Iacobellis;
prof. Stefano Milillo;
prof.ssa Mariella Basile;
dott.ssa Rosa Lorusso;
arch. Luigi Mirizzi.