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Bagnasco: «La crisi tormenta le famiglie»

Gli appuntamenti ecclesiali del 2015, la "colonizzazione ideologica", i cristiani perseguitati, la morsa della crisi sulle famiglie e l'urgenza del lavoro: sono alcuni dei temi affrontati nella Prolusione al Consiglio permanente della Cei, in programma fino al 28 gennaio

La speranza in una ripresa economica, che porti lavoro e tranquillità agli italiani, si scontra ancora con l'evidenza che "la lama del disagio continua a tormentare moltissime famiglie". E la forbice tra chi non ha nulla e chi ha anche il superfluo "si allarga pericolosamente anche per la tenuta sociale". È questo uno dei passaggi più forti della prolusione del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, all'apertura del Consiglio permanente della Cei, in programma da oggi al 28 gennaio.

La relazione, che si apre con un omaggio a Papa Francesco, affronta diversi temi, dai cristiani perseguitati al Sinodo, dall'impegno dei cristiani nella società alla libertà di opinione.

Una tabella di marcia intensa
Numerosi appuntamenti caratterizzano l'attività dei vescovi in questo 2015: il Sinodo ordinario del prossimo novembre sulla famiglia, l'assemblea generale di maggio, che "sarà un momento importante di verifica collegiale sulla recezione dell'Evangelii gaudium, il Convegno ecclesiale di Firenze (9-13 novembre), centrato su "In Gesù Cristo il nuovo umanesimo", che porrà all'attenzione del dibattito la "sfida antropologica" già affrontata nel corso del Sinodo straordinario sulla famiglia. Papa Francesco ha parlato di "colonizzazione ideologica", quella che vuole "capovolgere l'alfabeto dell'umano e ridefinire le basi della persona e della società".

La persona, insomma, vista come "individuo sciolto da legami etici e sociali, perché l'unica cosa che conta diventa la libertà individuale assoluta". Famiglia allora diventa qualunque nucleo affettivo, figli sono "diritto degli adulti", l'aborto un "diritto fondamentale", la qualità della vita "efficienza e produzione".

A Firenze si ribadirà che se "la famiglia è il baricentro esistenziale da preservare, l'impegno nella vita sociale è aspetto irrinunciabile della presenza dei cattolici nel nostro Paese".

Oltre l'Italia: terrorismo e intolleranza
Il cardinale Bagnasco rivolge il suo pensiero fuori dell'Italia, preoccupata come il resto d'Europa di quanto accade sul fronte di terrorismo e intolleranza. L'islamismo fondamentalista che arruola giovani interpella l'Occidente, perché esso, in un certo modo "riempie il vuoto nichilista dell'Occidente". Occidente che "ha svuotato la coscienza collettiva di valori spirituali e morali soffocandola di cose, ma non di bene, di verità e di bellezza".

Il presidente della Cei ragiona poi sui fatti di Parigi: se la grande marcia per il diritto di espressione è stata impressionanate, "non abbiamo potuto non pensare anche alle migliaia di fratelli e sorelle perseguitati, straziati e uccisi perché cristiani o per motivi etnici. Avremmo voluto allora che anche la protesta per questo continuo genocidio, anche l'affermazione del diritto inalienabile alla libertà religiosa fossero stati pubblicamente proclamati dal mondo" rappresentato nella capitale francese, "specialmente dall'Occidente che si fa paladino dei diritti umani".

Il Paese
Un breve accenno alle elezioni per il Colle, da effettuare in "tempi brevi" e scegliendo una persona "che possa rappresentare con dignità riconosciuta e operosità provata il popolo e la Nazione". Poi l'affondo sull'argomento che sta più a cuore a Bagnasco: il disagio delle famiglie, e l'urgenza che più di tutte si impone: il lavoro e l'occupazione. "Chiediamo ai responsabili della cosa pubblica di pensare a questo prima di ogni altra cosa". Il cardinale poi ritiene insufficiente la politica di vendere "i gioielli di casa" perché "si resta con niente in mano". Il Paese comunque non deve cedere alla sfiducia: "Il popolo degli onesti non deve lasciarsi demoralizzare, mai, nemmeno dai cattivi esempi di malaffare e corruzione". Al male, è la ocnclusione, si reagisce con un bene più grande.

A.Ma.

© Avvenire, 26 gennaio 2015

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