Natale del Signore
Al cuore delle letture del giorno di Natale vi è l’annuncio dell’incarnazione, dell’umanizzazione di Dio nel Figlio unigenito Gesù Cristo.
Al cuore delle letture del giorno di Natale vi è l’annuncio dell’incarnazione, dell’umanizzazione di Dio nel Figlio unigenito Gesù Cristo.
L’annuncio della venuta nella gloria del Signore Gesù domina il tempo di Avvento e in questa quarta e ultima domenica diviene annuncio della sua venuta nella carne, dell’umanizzazione del Figlio di Dio che celebreremo nel Natale ormai prossimo: e l’annuncio che quest’anno ascoltiamo è rivolto a Giuseppe, «figlio di David», padre di Gesù secondo la Legge.
Anche in questa terza domenica di Avvento la nostra attenzione si concentra sulla figura di "Giovanni il Battezzatore e sul suo affidare a Gesù la propria fede nell’ora del buio e della prova".
Al cuore di questo tempo di Avvento, tempo di invocazione e di attesa della venuta del Signore nella gloria, celebriamo oggi la festa che ricorda l’inizio della vita di colei che sarebbe diventata «la madre del Signore» (Lc 1,43).
Il 6 dicembre del 2009 “veniva alla luce” il nuovo portale della nostra diocesi (www.arcidiocesibaribitonto.it) Oggi spegne la sua prima candelina.
Le letture convergono nel consegnare un messaggio centrato sul Messia: il Messia è colui su cui si posa lo Spirito di Dio con suoi doni (I lettura); Gesù il Messia è colui che, secondo la parola della Scrittura, ha adempiuto le promesse di Dio fatte ai padri (II lettura); il Messia, colui che battezzerà in Spirito santo e fuoco, è il più forte annunciato dal Battista (vangelo).
Nell’ultima domenica dell’anno liturgico celebriamo la festa di Gesù Cristo re dell’universo: ma qual è la vera regalità di Gesù? Quella di chi ama, perdona, cerca la comunione con gli uomini suoi fratelli fino alla fine. È la regalità di un Messia che «regna dal legno», come amavano dire i padri della chiesa: solo sulla croce, infatti, viene posta sul suo capo l’iscrizione: «Questi è il re dei Giudei».
Siamo alla fine dell’anno liturgico, e la chiesa ci fa ascoltare la prima parte del discorso escatologico di Gesù. Nell’imminenza della sua passione Gesù pronuncia una parola autorevole sulla fine dei tempi e sull’evento che ricapitolerà la storia: la venuta nella gloria del Figlio dell’uomo (cf. Lc 21,27), preceduta da alcuni segni che i discepoli devono saper leggere con intelligenza.
Dopo il suo ingresso messianico a Gerusalemme, Gesù si reca al tempio, il cuore della vita di alleanza tra Dio e il suo popolo. Qui i rappresentanti dei vari gruppi religiosi di Israele, sempre più irritati dalla sua autorevolezza e «decisi a farlo perire» (cf. Lc 19,47), lo interpellano su varie questioni per coglierlo in fallo. Oggi ascoltiamo la controversia che oppone Gesù ai sadducei, i potenti della nobiltà sacerdotale, che lo interrogano sulla resurrezione dei morti.
“Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua. In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: E` andato ad alloggiare da un peccatore!”.