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Un commento al «Padre nostro» di Giuseppe Micunco

cop-abba-micunco-web.jpgCollana Duepunti, n. 73

2021

pp. 136

€ 14,00

Il significato delle parole del Padre nostro e la sua dimensione esistenziale emergono attraverso l’analisi linguistica, il confronto con le Scritture e il raffronto con la letteratura classica e moderna.

PROFILO DELL’OPERA

Quotidianamente i cristiani di tutto il mondo recitano le parole della “preghiera del Signore” spesso senza soffermarsi sul loro significato profondo. Cosa vuol dire chiedere che venga santificato il nome di Dio e che sia fatta la sua volontà? il suo regno non è già venuto? può davvero Dio indurre o abbandonare alla tentazione il fedele? A partire dall’analisi linguistica e lessicale, come farebbe un filologo, e interpretando la Scrittura con la Scrittura, alla maniera dei Padri della Chiesa, l’Autore spiega le “petizioni” e le singole parole del Padre nostro in un commento fruibile a più livelli: il rigore scientifico e i riferimenti grammaticali alle lingue antiche (ebraico, greco, latino) passano attraverso il linguaggio e il metodo dell’insegnante abituato a parlare ai suoi studenti, rendendo la spiegazione accessibile a chiunque voglia accostarsi con maggior consapevolezza alla preghiera cristiana per eccellenza. In quest’ottica, il volume propone anche un’antologia di brevi testi, da Omero a De André, che contestualizza la preghiera del Padre nostro nel solco di un comune sentire umano, volto alla ricerca della verità e del senso.

L’AUTORE

Giuseppe Micunco (Bari, 1945-2020), docente di greco e latino nei licei e di greco biblico e latino negli istituti teologici pugliesi, è stato – presso la Curia della diocesi di Bari-Bitonto – direttore dell’Ufficio laicato, presidente della Consulta delle aggregazioni laicali e notaio attuario per le cause dei santi. È autore di numerosi scritti sulla letteratura classica, avendo collaborato tra l’altro con l’UTET per la collana dei classici latini (Cicerone, Panegirici), e sulla letteratura cristiana. Ha realizzato l’edizione dei Sette sigilli del monaco Benedetto da Bari (Edipuglia), e quelle dell’Exultet I e del Benedizionale, pergamene baresi dell’XI secolo (Stilo). Ha curato biografie e scritti spirituali di numerose figure pugliesi del Novecento.

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