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«Custodire è compito di ogni uomo»

Nell'omelia d'inizio pontificato Francesco spiega: «È una vocazione umana, non solo cristiana». L'appello a chi copre ruoli di responsabilità e agli uomini di buona volontà.

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Nel libro del Genesi (2, 15) si afferma che Dio pose l’uomo nel giardino dell’Eden «affinché lo coltivasse e lo custodisse». Un invito che è anche un ammonimento: l'uomo non può mai sentirsi "signore" o "padrone" del Creato e delle persone che gli sono vicino.

È l'appello, in uno dei passaggi più belli ed emozionanti della sua omelia, che Papa Francesco ha rivolto martedì mattina in Piazza San Pietro nella messa solenne d'inizio pontificato. Prendendo come esempio San Giuseppe, custode della Chiesa, il pontefice ha spiegato che «la vocazione del custodire, però, non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. È  il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo».

Un compito che non si riduce solo al rispetto dell'ambiente ma che si estende a tutti gli ambiti della vita umana: «È il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore», ha continuato il Papa. «E’ l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. E’ il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. In fondo, tutto è affidato alla custodia dell’uomo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti. Siate custodi dei doni di Dio!».

Ecco il "programma", se così si può chiamare, del Pontefice verso i fedeli e i potenti della Terra: richiamare ognuno alla responsabilità nel "coltivare e custodire", proprio come l'antico comandamento biblico, ciò che non è nostro ma che ci è stato solo affidato e donato. «Quando l’uomo viene meno a questa responsabilità», avverte il Papa, «quando non ci prendiamo cura del creato e dei fratelli, allora trova spazio la distruzione e il cuore inaridisce. In ogni epoca della storia, purtroppo, ci sono degli "Erode" che tramano disegni di morte, distruggono e deturpano il volto dell’uomo e della donna».

Infine, Papa Francesco ha rivolto il suo appello a chi ha responsabilità di governo: «Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo "custodi" della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell'altro, dell'ambiente».

Ai potenti della Terra si è rivolto con un semplice, umile "per favore". Poi ha concluso: «Ricordiamo che l'odio, l'invidia, la superbia sporcano la vita!».

Antonio Sanfrancesco
 
© Avvenire, 19 marzo 2013
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