Arcivescovo

S.E. Giuseppe

Satriano

IN AGENDA

«Dal suo Corpo e dal suo Sangue, nasce e rinasce la Chiesa, la mia vita, la nostra vita»

Omelia di S.E. Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari-Bitonto, nella Celebrazione e Processione Eucaristica per la Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. Bari, Cattedrale e Parrocchia S. Ferdinando, domenica 2 giugno 2024

L’odierna liturgia è un chiaro invito a gustare il mistero di un’alleanza che, dall’Antico al Nuovo testamento, si dipana come desiderio di comunione, di amicizia profonda, di misericordia offerta per tutte le genti.

Questo miracolo d’amore si compie in Cristo e ancor più precisamente nel suo corpo spezzato e nel suo sangue versato.

Il CORPO e il SANGUE di Gesù diventano realtà sorgiva di salvezza offerta, donata ad ogni uomo perché ciascuno ritrovi la sua forma di esistere, la piena dignità del vivere in una rinnovata convivialità che sappia dare vita ogni giorno a una fraterna, reciproca ospitalità.

20240602 Bari Corpus Domini 12.jpg

“E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: "Prendete, questo è il mio corpo". Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: "Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti” (Mc 16, 22-25).

È interessante notare come nel testo di Marco l’espressione “per molti, rinvia a una moltitudine inclusiva di tutti senza distinzioni, un’estensione universale.

In quel “per molti” è inscritto il dinamismo stesso della Chiesa che nasce dal Corpo e dal Sangue di Cristo, ma al tempo stesso viene segnata dalla logica del dono.

Al cuore della vita della Chiesa c’è il mistero del Corpo e del Sangue di Cristo: dono che il Padre, nel suo amore, fa al mondo, dono di sé che il Figlio fa liberamente e per amore, dono di amore che lo Spirito Santo fa dimorare nella vita di ogni credente.

In questo giorno solenne la Chiesa non ci invita a sperimentare lo splendore dei nostri ostensori e neanche l’intima gioia di ricevere l’eucaristia, ma quel pellegrinaggio discreto e silenzioso con cui Cristo si mette in cammino per raggiungere l’esistenza di ciascuno.

20240602 Bari Corpus Domini 16.jpg

È Lui che si offre e ci invita a mettere in gioco noi stessi perché la Chiesa possa ogni giorno rinascere più forte e convinta, facendo esperienza di quella vita eterna che non è un bene futuro, ma quella vita che non muore quando sa sposare la logica dell’amore.

Dal suo Corpo e dal suo Sangue, nasce e rinasce la Chiesa, la mia vita, la nostra vita, imparando a tessere trame di comunità vive, comunità di fratelli capaci di condividere, rinunciando a quella sazietà che invece ci rende egoisti, incapaci di vedere e toccare il Corpo e il Sangue di Cristo nella vita del fratello povero e affamato.

Per noi sazi scriveva nel IV secolo un padre della Chiesa, San Basilio Magno:

“All’affamato spetta il pane che si spreca nella tua casa. Allo scalzo spettano le scarpe che ammuffiscono sotto il tuo letto. Al nudo spettano le vesti che sono nel tuo armadio. Al misero spetta il denaro che si svaluta nelle tue casseforti” (da un’omelia).

Quella sancita da Cristo è un’alleanza che sa di carne, di vita vera, reale, dove al centro c’è un coinvolgimento totalizzante che non lascia spazi a inopportuni spiritualismi o consolatorie devozioni.

Rendere culto all’Eucaristia non è lasciarsi inebriare dal profumo di liturgie ricche d’incenso e canti ma, come avvenne nell’Ultima Cena, è un lasciarsi toccare dall’Amore di Dio in Cristo, per poter raggiungere l’altro nel suo più autentico bisogno, nelle sue necessità.

I primi cristiani, dopo aver compreso che Gesù non era soltanto morto e risorto, ma aveva donato il suo Corpo e il suo Sangue, non hanno esitato a rileggere le antiche aspersioni del Sinai come una pallida figura della meravigliosa realtà offerta da Dio per sempre.

L’autore della lettera agli Ebrei è stupendo quando afferma:

“Se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo — il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio — purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente?” (Eb9, 13-14).

20240602 Bari Corpus Domini 21.jpg

È quello che stasera chiediamo al Signore.

Vieni Signore e liberaci dalle nostre opere di morte.

Affrancaci dall’istinto di autoconservazione che ci impedisce di realizzare una vita che sia dono incondizionato.

Dacci fame e sete di te, per comprendere che vivere l’eucaristia è offrire il nostro corpo, il nostro sangue, per una nuova umanità che abbia il profumo della comunione, della condivisione.

Dacci fame e sete di Te, per solcare con credibilità percorsi di giustizia che pongano al bando ogni forma di compromesso con la sopraffazione e l’abuso.

Aiutaci, Signore, a essere la tua Chiesa che, nutrita di Te, possa essere segno di Te per ogni donna e ogni uomo.

Aiutaci a scoprirti e adorarti in quegli ostensori viventi che hanno il volto della miseria, del bisogno.

Rendici capaci di invocare la salvezza per tutti.

Confessando la nostra povertà estrema e l’aridità del cuore, ci apriamo alla speranza che sei Tu.

Donaci ancora il tuo Corpo e il tuo Sangue per cantare la gioia di appartenerti e disegnare con Te cammini che profumino di vita. Amen.

Giuseppe Satriano