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Il Papa ai giovani: lanciatevi nell'avventura della misericordia

«Finalmente ci incontriamo». Nel cuore di un’Europa malata di muri e respingimenti, Francesco si appella ai migliaia di giovani radunati nel parco Jordan a Blonia a Cracovia perché sappiano abbattere i recinti dell’odio e i muri della paura

Foto Lapresse

E nella festa del primo incontro con i giovani provenienti da tutto il mondo il messaggio del Successore di Pietro è tutto rivolto all’invito di scoprire la sorgente e il cuore del messaggio evangelico. Un messaggio che abbatte le chiusure, getta ponti e rende prossimi, capaci di guardare oltre e ascoltare «quelli che vengono da altre culture, altri popoli, anche di quelli che temiamo perché crediamo che possono farci del male».

Francesco provoca e incoraggia così a lasciarsi attrarre da questo cuore e a «lanciarsi nell’avventura della misericordia» e di chiedere a Dio di «lanciarci nell’avventura di costruire ponti e abbattere muri (recinti e reti); lanciarci nell’avventura di soccorrere il povero, chi si sente solo e abbandonato, chi non trova più un senso per la sua vita». «Vuoi una vita piena? – chiede diretto papa Francesco – Comincia a lasciarti commuovere! Perché la felicità germoglia e sboccia nella misericordia: questa è la sua risposta, questo è il suo invito, la sua sfida, la sua avventura: la misericordia. La misericordia ha sempre un volto giovane». E sul filo della vera e diretta attuazione del messaggio evangelico racchiude il senso di questo incontro mondiale come vera festa giubilare perché proprio qui, da questa terra che è stata lacerata dalla guerra e dai rigurgiti dell’odio, «in questi giorni la Polonia vuole essere il volto sempre giovane della misericordia».

Il Papa ha raccontato che nei suoi anni vissuti da vescovo ha imparato che «non c’è niente di più bello che contemplare i desideri, l’impegno, la passione e l’energia con cui tanti giovani vivono la vita. Quando Gesù tocca il cuore di un ragazzo, di una ragazza, questi sono capaci di azioni veramente grandiose. «È stimolante – aggiunge -– sentirli condividere i loro sogni, le loro domande e il loro desiderio di opporsi a tutti coloro che dicono che le cose non possono cambiare. È un dono del cielo poter vedere molti di voi che, con i vostri interrogativi, cercate di fare in modo che le cose siano diverse. È bello, e mi conforta il cuore, vedervi così esuberanti.

La Chiesa oggi vi guarda e vuole imparare da voi». Perciò ripete: «Volete per la vostra vita quella “vertigine” alienante o volete sentire la forza che vi faccia sentire vivi, pieni? Vertigine alienante o forza della grazia? Per essere pieni, per avere una forza rinnovata, c’è una risposta; non è una cosa, non è un oggetto, è una persona ed è viva, si chiama Gesù Cristo».

«Per questo – dice Francesco – ci siamo riuniti. Per aiutarci a vicenda, perché non vogliamo lasciarci rubare il meglio di noi stessi, non vogliamo permettere che ci rubino le energie, la gioia, i sogni con false illusioni. Gesù Cristo è colui che sa dare vera passione alla vita, è colui che ci porta a non accontentarci di poco e a dare il meglio di noi stessi; che ci interpella, ci invita e ci aiuta ad alzarci ogni volta che ci diamo per vinti.

È Gesù Cristo che ci spinge ad alzare lo sguardo e sognare alto» e che «ci ha convocati a questa trentunesima Giornata Mondiale della Gioventù – ha detto Francesco – ed è Lui che ci dice: “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”. Beati sono coloro che sanno perdonare, che sanno avere un cuore compassionevole, che sanno dare il meglio di sé agli altri».

Stefania Falasca

© Avvenire, 28 luglio 2016

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