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La catechesi. «Quando niente sembra avere senso ci salva la pazienza della fede»

Dedicata all'accidia, «che non ha risparmiato nemmeno i santi», l'udienza generale del Papa. L'omaggio al cardinale Simoni, «un martire vivente». Nel pomeriggio il rito di imposizione delle ceneri

Nella riflessione del Papa «si tratta di una tentazione molto pericolosa» che «chi ne cade vittima è come se fosse schiacciato da un desiderio di morte». Proseguendo il ciclo su “i vizi e le virtù”, nell’udienza generale in Aula Paolo VI, Francesco si è concentrato sull’accidia, il cui significato letterale è “mancanza di cura”. Atteggiamento alla base dello stare inoperosi, indolenti, apatici. E per chiarire meglio il concetto il Papa ha ricordato che l’accidia è detta anche il “demone del mezzogiorno”, perché «ci coglie nel mezzo delle giornate, quando la fatica è al suo apice e le ore che ci stanno davanti ci appaiono monotone, impossibili da vivere». Come scrive Evagrio Pontico, monaco del IV secolo, in “Gli otto spiriti della malvagità”, «quando legge, l’accidioso sbadiglia spesso ed è facilmente vinto dal sonno, si stropiccia gli occhi, si sfrega le mani e, ritirando gli occhi dal libro, fissa il muro; poi di nuovo rivolgendoli al libro, legge ancora un poco […]; infine, chinata la testa, vi pone sotto il libro, si addormenta di un sonno leggero, finché la fame non lo risveglia e lo spinge a occuparsi dei suoi bisogni»; in conclusione, l’accidioso non compie con sollecitudine l’opera di Dio.
Si tratta allora di trovare rimedi, tra cui, sulla scia dei maestri di spiritualità, il più importante è “la pazienza della fede”. «Benché sotto la sferza dell’accidia – sottolinea il Papa - il desiderio dell’uomo sia di essere altrove, di evadere dalla realtà, bisogna invece avere il coraggio di rimanere e di accogliere nel mio “qui e ora”, nella mia situazione così com’è, la presenza di Dio». Ma la lotta non è semplice, occorre andare in battaglia contro un demone che non ha risparmiato neppure i santi, visto che tanti loro diari confidano «momenti tremendi, di vere e proprie notti della fede, dove tutto appariva buio. Questi santi e queste sante ci insegnano ad attraversare la notte nella pazienza accettando la povertà della fede», che significa «tenere una misura di impegno più piccola, di fissare traguardi più a portata di mano, ma nello stesso tempo di esistere, di perseverare appoggiandoci a Gesù, che mai ci abbandona nella tentazione». Le gioie semplici, per così dire contro la sensazione che nulla abbia senso, che non esista niente e nessuno di cui valga la pena di prendersi cura.

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A margine dell’udienza, naturalmente anche il richiamo alla Quaresima che inizia oggi, mercoledì delle ceneri, per le Chiese che seguono il rito romano. «Disponiamoci a percorrere questo tempo – ha auspicato il Pontefice - come occasione di conversione e di rinnovamento interiore nell’ascolto della Parola di Dio, nella cura dei fratelli che necessitano il nostro aiuto e nell’intensificare la preghiera, soprattutto per ottenere il dono della pace nel mondo. Di fronte a tante guerre – ha invitato Francesco - non chiudiamo il nostro cuore a chi ha bisogno. La preghiera, il digiuno e l'elemosina siano la via per costruire la pace».

Dal Papa anche un saluto speciale al cardinale Ernest Simoni Troshani, porporato oggi 95enne per 28 anni in carcere sotto il regime ateo del dittatore albanese Enver Hoxha. «Tutti noi abbiamo letto, abbiamo sentito le storie dei primi martiri della Chiesa, tanti. Anche qui dove adesso è il Vaticano – ha sottolineato Francesco - c'è un cimitero» e tanti sono «sepolti qui. Ma anche oggi - ha continuato Bergoglio - ci sono tanti martiri in tutto il mondo. Tanti. Forse più che all'inizio. Ci sono tanti perseguitati per la fede e oggi mi permetto di salutare in modo speciale un martire vivente: il cardinale Simoni. Caro fratello – questo l’affettuoso saluto di Bergoglio - ti ringrazio per la testimonianza. Grazie».
E proprio per l’avvio della Quaresima oggi alle 16.30 nella chiesa di Sant’Amselmo il Papa presiederà la liturgia nella forma delle “stazioni romane” cui farà seguito la processione penitenziale verso la basilica di Santa Sabina dove avrà luogo la celebrazione eucaristica con il rito di benedizione e imposizione delle ceneri.

Riccardo Maccioni

© Avvenire, mercoledì 14 febbraio 2024

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