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La gioia della Gmg

La Giornata mondiale della gioventù di Lisbona ha inondato di entusiasmo i giovani. Un fiume di persone con il papa tra canti, riflessioni e preghiere. Brillare, ascoltare, non temere, sono le parole chiave indicate da Francesco

Parque Tejo, ribattezzato Campo de Graca, è attraversato da due fiumi. Il Tago che porta le sue acque nell’Atlantico e il fiume di giovani che hanno riempito ogni strada per la Veglia e la Messa finale della 37° Giornata Mondiale della Gioventù.

Oltre un milione e mezzo di persone hanno partecipato agli eventi conclusivi di Lisbona 2023 sullo sfondo del ponte Vasco da Gama. Sotto i ponti, lungo le strade, nei settori anche molto distanti dal palco i giovani si sono accampati per la notte. Una folla entusiasta, un fiume di gente che non vedeva l’ora di vivere la “gioia della Gmg” insieme a papa Francesco. L’entusiasmo copre le fatiche, il caldo e le file.

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Prima della veglia la musica cristiana ha fatto ballare e cantare la “juventud del papa” e non è mancato il dj set di in sacerdote portoghese all’alba. Poi il sentito momento di adorazione eucaristica anticipato dalla danza. In cielo una scenografia “effetto-stelle” ripropone il verbo “Alzati” in diverse lingue lasciando a bocca aperta i giovani.

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Poi le parole di papa Francesco sulla scia della gioia coinvolgente di questa Gmg portoghese: «Avete trovato? Avete trovato dei volti, delle storie? La gioia che è venuta attraverso quelle radici è quella che noi dobbiamo dare, perché noi abbiamo radici di gioia. E allo stesso modo noi possiamo essere radici di gioia per gli altri. Non si tratta di portare una gioia passeggera, una gioia del momento; si tratta di portare una gioia che crea radici. E mi domando: come possiamo diventare radici di gioia? La gioia non sta nella biblioteca, chiusa – anche se è necessario studiare! – ma sta da un’altra parte. Non è custodita sotto chiave. La gioia bisogna cercarla, bisogna scoprirla. Bisogna scoprirla nel dialogo con gli altri, dove dobbiamo dare queste radici di gioia che abbiamo ricevuto».

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A partire dalla fretta gioiosa di Maria, la Gmg di Lisbona ha inondato di entusiasmo i giovani, ha prevalso l’allegria di potersi ritrovare per riprendere un cammino con la consapevolezza di far parte di un fiume di gente che prega e vuole portare il suo messaggio. Papa Francesco che, già dalla via Crucis invitava i giovani a camminare insieme a Cristo, anche durante la Veglia torna su questo verbo: «Camminare. E se cado, mi rialzo o qualcuno mi aiuterà a rialzarmi; non rimanere caduto; e allenarmi, allenarmi a camminare. E tutto questo è possibile, non perché seguiamo un corso sul camminare – non esistono corsi che ci insegnano a camminare nella vita –: questo si impara, si impara dai genitori, si impara dai nonni, si impara dagli amici, dandosi una mano a vicenda. Nella vita si impara, e questo è allenamento per camminare».

La Gmg è un modo per fare luce, ma il papa durante la celebrazione eucaristica conclusiva sottolinea il modo di brillare: «Noi diventiamo luminosi, brilliamo quando, accogliendo Gesù, impariamo ad amare come Lui. Amare come Gesù: questo ci rende luminosi, questo ci porta a fare opere di amore».

E poi ascoltare la Parola «perché noi, anche se con buona volontà, ci mettiamo su strade che sembrano di amore, ma in definitiva sono egoismi mascherati da amore. State attenti agli egoismi mascherati da amore».

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Il Pontefice, infine, ricordando la frase di Giovanni Paolo, II esorta a non temere per coltivare sogni, mettere impegno e fantasia nella vita nonostante lo scoraggiamento e la sfiducia.

Brillare, ascoltare, non temere: tre verbi da concretizzare in fretta in attesa del Giubileo dei Giovani a Roma nel 2025 e la 38° Gmg nel 2027 annunciata a Seul (sul famigerato 38# parallelo).

Luigi Laguaragnella

© www.cittanuova.it, lunedì 7 agosto 2023

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