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L'udienza. Papa Francesco: sperare non è pretendere che Dio faccia quello che vogliamo

All'udienza generale il Papa prende spunto dalla figura biblica di Giuditta, che uccise Oloferne: «Le donne sono più coraggiose degli uomini, è una mia opinione». E loda la saggezza delle nonne

Noi chiediamo al Signore vita, salute, affetti, pace, felicità. È giusto farlo. Ma le vie della Sua salvezza sono imperscrutabili ed è sbagliato, anzi «è una brutta tentazione», porre limiti e condizioni alla volontà di Dio. Lo ha ricordato stamani papa Francesco all'udienza generale, in Aula Paolo VI. La catechesi, che si inserisce nel ciclo dedicato alla speranza cristiana, ha preso spunto dalla lettura di un passo dell'Antico Testamento dal Libro di Giuditta. L'episodio è quello della disperazione del popolo della città di Betulia, assediata dall'esercito del generale assiro Oloferne. La gente, disperata, chiede a resa. Viene deciso di "concedere" a Dio 5 giorni per aiutarli, trascorsi i quali verranno aperte le porte al nemico. Ma una vedova, Giuditta, piena di fede e coraggio, rimprovera i capi per avere posto condizioni al Signore.

Una brutta tentazione: «Dio ci ha venduti?»

Tra le figure di donne che spiccano nella Bibbia c'è quella di Giuditta, ha ricordato il Papa. A quei tempi un nemico grande e invincibile, l'esercito di Nabucodonosor che regnava a Ninive, seminava morte e distruzione fino alla Terra Promessa mettendo in pericolo la vita del popolo di israele. Il suo esercito aveva posto l’assedio a una città della Giudea, Betulia, tagliando il riformimento dell’acqua. «La situazione si fa drammatica al punto che gli abitanti della città si rivolgono agli anziani chiedendo di arrendersi: "Non c’è nessuno che ci possa salvare, Dio ci ha venduti". «Ma sono arrivati a dire questo: Dio ci ha venduti?» chiede il Papa. «Oh, la disperazione era grande, di quella gente». La fine sembra ormai ineluttabile, «la capacità di fidarsi di Dio si è esaurita». «Quante volte noi arriviamo a situazioni limite dove non sentiamo neanche più la capacità di avere fiducia nel Signore: è una tentazione brutta».

Non si mettono condizioni all'intervento di Dio

Il popolo sotto assedio sa che quei soldati «entreranno a saccheggiare la città, prenderanno le donne come schiave, uccideranno tutti gli altri». Davanti a tanta disperazione il capo del popolo propone: resistiamo ancora 5 giorni aspettando l'intervento salvifico di Dio, dopodiché «farò come avete detto voi». Papa Francesco ribadisce: «Cinque giorni vengono concessi a Dio. E qui è il peccato». Cinque giorni di attesa ma già con la prospettiva della fine. «Concedono cinque giorni a Dio per salvarli, ma non hanno fiducia, attendono il peggio». In realtà nessuno di loro «è capace di sperare». Compare Giuditta, una vedova che «parla con il linguaggio della fede». È coraggiosa e rimprovera il popolo: «Voi volete mettere alla prova il Signore onnipotente: no fratelli, Egli ha pieno potere di difendederci nei giorni che vuole o anche di farci distruggere dai nemici. Supplichiamolo e, se a lui piacerà, ascolterà il nostro grido».

«Le donne sono più coraggiose degli uomini»

Quello di Giuditta, osserva il Papa, «è il linguaggio della speranza: bussiamo alla porta del cuore di Dio, lui potrà salvarci». Questa donna si espone al rischio di «fare una brutta figura», ma «è coraggiosa, va avanti». A questo punto papa Francesco strappa il sorriso e un lungo applauso, alzando gli occhi dal foglio e aggiungendo: «Questa è opinione mia: le donne sono più coraggiose degli uomini». Con la forza di un profeta, prosegue, Giuditta richiama gli uomini del suo popolo per riportarli alla fiducia in Dio. «Vede al di là dello stretto orizzonte proposto dai capi». La proposta dei cinque giorni di attesa «è un modo per sottrarsi alla volontà di Dio». Il Signore è Dio di salvezza e Giuditta ci crede, qualunque via quella salvezza prenda. «Conosciamo la fine», ricorda Francesco: Dio salva. Giuditta non si limita a fidarsi di Dio, con la stessa fede si mette all'opera. Donna coraggiosa, riesce a uccidere il generale Oloferne e liberare il popolo.

Fidarsi di Dio vuol dire entrare nei Suoi disegni

«Cari fratelli e sorelle - conclude papa Francesco - non mettiamo mai condizioni a Dio e lasciamo che la speranza vinca i nostri timori. Fidarsi di Dio vuol dire entrare nei Suoi disegni senza nulla pretendere, anche accettando che la Sua salvezza e il Suo aiuto giungano a noi anche in modo diverso dalle nostre aspettative». Nelle nostre preghiere noi chiediamo vita, salute, affetti, felicità «ed è giusto farlo», ma nella consapevolezza che «Dio trae la vita dalla morte», che si può sperimentare la pace anche nella malattia, la serenità nella solitudine e nel pianto. «Dobbiamo fidarci perché le sue vie e i suoi pensieri sono diversi dai nostri». Il cammino da percorrere è quello della fiducia, della speranza senza facili rassegnazioni.

La saggezza delle nonne. «Sia fatta la Tua volontà»

Giuditta ha un suo piano, lo attua con successo e porta il popolo alla vittoria. Ma agisce sempre in un atteggiamento di fede. Così «una donna piena di fede e di coraggio ridà forza al suo popolo e lo riconduce nelle vie della speranza indicandola anche a noi». Quante volte abbiamo sentito parole di saggezza dalle nonne, ricorda Francesco. Quella saggezza che non è rassegnazione, ma un sano atteggiamento di accettazione di quello che verrà, mantenendo salda la fiducia in Dio. Parole di saggezza, parole di speranza. Francesco conclude: «"Padre, se vuoi, allontana da me questo calice. Tuttavia non sia fatta la mia volontà, ma la tua". Questa è la preghiera della saggezza, della fiducia e della speranza».

A.M.B.

© Avvenire, mercoledì 25 gennaio 2017

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