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Monsignor Panzetta, arriva da Taranto il nuovo vescovo di Crotone

Papa Francesco ha nominato l'ex preside dell'Istituto teologico pugliese, figlio di un operaio dell'Ilva. Subentra a monsignor Domenico Graziani, che conclude il suo mandato per raggiunti limiti di età

1abe3b6e5d7032886cea8cb02dd92724-1_2666243.jpgLa diocesi di Crotone-Santa Severina ha il suo nuovo vescovo. Arriva da Taranto. Monsignor  Angelo Raffaele Panzetta, 53 anni, fino a poco tempo fa preside della Facoltà teologica pugliese, cresciuto in una famiglia il cui padre per una vita ha lavorato nell’Italsider, poi Ilva, il grande colosso siderurgico al centro delle cronache di questi giorni.

“Io sono figlio di un operaio Ilva. Papà ha lavorato alla distillazione del benzolo e dei sottoprodotti,
ricordo, ho nel naso, l’odore del benzolo e del lavoro. Sono certo che con l’aiuto del Signore chi ha la responsabilità di guidare la cosa pubblica, troverà una strada che possa venire incontro alle
legittime aspettative. Io prego e la mia preghiera in questi giorni sarà per la mia  diocesi e per la diocesi di casa mia in cui c’è questo problema  così importante e grave”.

“Arrivato a Crotone, avrò come modello l’idea di vescovo di papa Francesco, quello che ci testimonia con le sue parole”, ha detto monsignor Panzetta che sostituisce monsignor Domenico Graziani che lascia la diocesi calabrese dopo 16 anni e che resta amministratore apostolico fino all’ingresso del nuovo arcivescovo che sarà ordinato arcivescovo il prossimo 27 dicembre a Taranto.

“Pur nella rapidità e nella complessità degli eventi che si stanno realizzando nella mia vita, penso di poter individuare nella mia interiorità almeno tre sentimenti fondamentali: lo stupore, il timore e la responsabilità”, ha scritto monsignor Panzetta nella sua prima lettera alla diocesi: “avverto un grande stupore per la scelta di Dio che è caduta su di me e mi ha raggiunto attraverso il discernimento ecclesiale. Si tratta di una disposizione del mio animo che nasce dalla considerazione del coraggio di Dio che ancora una volta ha voluto darmi fiducia affidandomi un ministero caratterizzato da grandissime responsabilità pastorali, spirituali e umane”. “Sarò in grado di essere Vescovo?”. “Sarò capace di portare il peso di un’autorità così importante per la vita ecclesiale?”, si è chiesto il neo arcivescovo ricordando che domande simili gli sono state presentate anche nei giorni della sua formazione in seminario e particolarmente nei mesi che hanno preceduto “la mia ordinazione sacerdotale, quando ho riflettuto lungamente sulla mia capacità di rispondere alle variegate esigenze che oggi si pongono a chi vive il ministero presbiterale”. Un sentimento che ha trovato luce nelle parole di S. Paolo nella seconda lettera ai Corinti quando “ha ricordato – scrive mons. Panzetta - ai cristiani di quella comunità una consapevolezza che ha animato tutto il suo servizio ecclesiale: quando il Signore chiama qualcuno al servizio apostolico, lo rende idoneo offrendogli una specifica capacità e un’idoneità ministeriale che nasce dalla grazia. Questa verità, che ha già illuminato profondamente la mia vita di prete, costituisce anche la motivazione fondamentale per la quale, immediatamente e senza tentennamenti, ho risposto positivamente alle parole del Nunzio che mi esprimeva il desiderio del Santo Padre”. Quindi, “posso dire di essere certamente intimorito da quello che mi aspetta ma non sono in nessun modo schiacciato dalle paure perché mi fido totalmente della potenza abilitante della grazia di Dio e anche perché sono convinto di essere chiamato a servire una Chiesa particolare che è bellissima e ricca di tanti doni”. “Cercherò – conclude -  di essere un pastore in cammino verso una misura alta di ministero, un Vescovo che è disposto a consumare totalmente la sua vita per il Signore e per la Chiesa. Sono infatti consapevole del fatto che il primato della grazia non sia in alcun modo compatibile con la superficialità o la mediocrità, perché esso, al contrario, chiede a tutti coloro che operano a servizio di Dio di tirare fuori il meglio di se stessi, perché il dono della grazia di Dio sia conosciuto ed effettivamente fruito nella vita dei credenti”.

Nato il 26 agosto 1966 a Pulsano, in provincia ed arcidiocesi di Taranto, il neo arcivescovo dopo aver frequentato il Seminario minore e dopo la maturità classica è entrato nel Pontificio seminario regionale di Molfetta concludendo gli studi con il baccalaureato in teologia. Ordinato sacerdote nel 1993 è stato viceparroco a Pulsano, segretario particolare dell’arcivescovo, mons. Papa. Fino a qualche mese fa ha guidato, come preside della Facoltà teologica pugliese. 

Raffaele Iaria

© www.famigliacristiana.it, mercoeldì 13 novembre 2019

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