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Palermo. Vietato pregare a scuola: preside toglie anche foto del Papa

Nella scuola Ragusa Moleti di Palermo il dirigente ha fatto rimuovere anche la statua della Madonna. Con una circolare proibite le canzoncine religiose

Che la preghiera a scuola di bambini dai 3 ai 6 anni possa suscitare una circolare proibizionista, neanche fosse un atto pericoloso o un intollerabile episodio di bullismo, sarebbe comico se non fosse grottesco. E invocare la "laicità" dell’istituzione non rende la decisione meno pesante, anche perché è stata accompagnata dall’urgente rimozione di immagini della Madonna e del Papa, evidente materiale sedizioso... Non è chiaro quali paure possano generare tutto questo.
Chiaro, invece, è che questa "censura" rivela una concezione della scuola negativa e respingente. Che tristezza.


Vietato pregare a scuola: preside toglie anche foto del Papa

"Mamma perché non possiamo più pregare in classe?". I bambini di una scuola elementare e d'infanzia di Palermo non parlavano d'altro all'uscita, questa mattina. Lo "stop" alle preghiere alla Ragusa Moleti, in corso Calatafimi, è stato imposto dal preside Nicolò La Rocca che ha infatti diramato una circolare che impedisce agli insegnanti di fare recitare le preghiere ai bambini nell'ora della merenda e persino durante l'ora di religione. Presto il provvedimento sarà attivo anche nelle succursali. Via anche una statuetta della Madonna e alcune immagini, come quella di Papa Francesco. Oltre alle immagini dei Papi che erano appese alle pareti della sede centrale della scuola Ragusa Moleti, il dirigente ha tolto anche quella di Giovanni Paolo II che si trovava nell'ufficio che gli è stato assegnato quando lo scorso settembre ha assunto il ruolo, lasciando tuttavia al suo posto il crocifisso.

Resistono le immagini sacre negli altri plessi, ma ancora per poco. I plessi della Ragusa Moleti sono tre, la centrale e due sedi succursali: Sunseri ed ex Pestalozzi. "Ci sarebbe nella nostra scuola - si legge nella circolare firmata dal dirigente scolastico - l'usanza, da parte di alcuni docenti, di far pregare i bambini prima dell'inizio delle lezioni e/o di far intonare canzoncine benedicenti prima della consumazione della merenda". Il dirigente, inoltre, ricorda che "considerando il parere dell'Avvocatura dello Stato dell'8 gennaio del 2009, allegato alla nota del gabinetto del Miur del 29 gennaio 2009, è da escludere 'la celebrazione di atti di culto, riti o celebrazioni religiose nella scuola durante l'orario scolastico o durante l'ora di religione cattolica, atteso il carattere culturale di tale insegnamento".

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Alla base del provvedimento, come ha spiegato lo stesso dirigente scolastico dopo che la sua decisione ha suscitato un vespaio di polemiche, ci sarebbero le proteste di alcuni genitori che hanno scritto una lettera a un giornale. Non l'hanno presa bene gli insegnanti. Un docente rileva che la decisione del dirigente è stata assunta senza che siano stati consultati gli organismi scolastici. Nel pomeriggio La Rocca ha discusso del provvedimento con i responsabili dei plessi che dovranno fornire spiegazioni a docenti e genitori. Del resto, al suono della campanella tanti genitori stupiti chiedevano spiegazioni alle maestre. "Mamma, la maestra di religione oggi ci ha detto che non potevamo fare la preghiera", racconta, perplesso, un bambino di dieci anni che frequenta la quinta elementare. "Papà, lo sai? Oggi la maestra non mi ha fatto dire la preghierina prima della merenda", dice una bimba all'uscita dalla scuola Ragusa Moleti, frequentata da bimbi che vanno dai 3 ai 10 anni.

Un piccolo terremoto per i bambini che, in alcuni casi, frequentano il catechismo o che hanno già preso la Prima comunione. Adesso la palla passa al dirigente dell'ufficio scolastico regionale, Marco Anello, che per il momento preferisce non commentare in attesa di leggere la circolare.

© Avvenire, giovedì 23 novembre 2017

 

Palermo, vietato pregare in classe:

i bambini entrano a scuola con il rosario al collo

Stamani protesta dei genitori dopo la circolare del preside dell'istituto Ragusa Moleti che ha rimosso anche le statue e i simboli religiosi dalle aule.

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I genitori l’avevano promesso e così è stato. Stamattina i loro figli, iscritti alla scuola elementare Ragusa Moleti, sono entrati in classe con crocifisso e rosario al collo, dopo che il preside Nicolò La Rocca, ieri, aveva fatto girare una circolare con la quale vieta le preghiere e rimuoveva le statue della Madonna e del Sacro Cuore di Gesù, che sono finite sul davanzale della finestra del bagno.

“Ci sono problemi più importanti in questa scuola, come il crollo di un soffitto di qualche mese fa per cui mio figlio ha fatto orari di recupero massacranti, non capiamo perché il preside abbia preso questa decisione che penalizza chi vuole esercitare liberamente il suo credo – dice Alessandra De Simone, una delle mamme che oggi hanno protestato davanti alla scuola di via Ragusa Moleti, traversa di corso Calatafimi– Lunedì i nostri figli non entreranno e pregheranno davanti alla scuola, questo non possono vietarcelo”. Concorda Salvatore Billeci: “Noi dobbiamo rispettare le religioni degli altri ed è giusto, ma a noi non ci rispetta nessuno, non sono d’accordo con questa decisione, così si fa un torto ai bambini”.

Altri parlano di "dittatura" e se la prendono con quei genitori, che, secondo il preside avrebbero segnalato l'inopportunità delle statue e delle preghiere a scuola, facendo scattare la circolare del divieto. Ad accendere il clima già dalle prime ore del mattino ci aveva pensato uno striscione firmato Forza Nuova, con scritto “Torni la Madonna”, poi strappato da un cittadino in un momento di tensione con i genitori che protestavano. E in almeno una trentina hanno aspettato invano l’arrivo del preside  lamentando di non essere stati consultati: “Abbiamo portato il parere dell’Avvocatura di Stato che secondo il preside giustifica le sue decisioni, qui si fa riferimento al fatto che le decisioni vanno prese sempre informando e dialogando con le parti come il consiglio di istituto”, dice Giuseppe Di Vincenti, consigliere di circoscrizione, che ha un nipote iscritto alla scuola.

Ma c’è anche chi la pensa diversamente: “Ho vissuto tanti anni a Modena e mio figlio si è iscritto quest’anno, lì una cosa del genere non sarebbe mai successa - dice la signora Daniela - capisco alcuni simboli come il crocifisso, ma statue come quelle che hanno rimosso devono stare in Chiesa, la scuola è un’istituzione laica, io non avrei mai creato tutto caos mettendo in mezzo i bambini”.

Tullio Filippone

© www.palermo.repubblica.it, venerdì 24 novembre 2017

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