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Papa Francesco a Lesbo: la diretta «I profughi non sono numeri ma persone»

Il Pontefice è arrivato nell'isola poco dopo le 9. Il tweet: sono volti, nomi, storie e come tali vanno trattati. In aereo: è un viaggio segnato dalla tristezza, incontriamo la catastrofe umanitaria peggiore dalla seconda guerra mondiale. L'incontro con il primo ministro greco e le autorità religiose

Il saluto ai profughi di Mòria
Papa Francesco, assieme al patriarca Bartolomeo e all'arcivescovo di Atene Ieronymos, si sono trasferiti in minibus al Mòria refugee camp, che dista 16 chilometri circa dall'aeroporto di Mytilene, accompagnati lungo tutto il percorso da un cordone di persone in attesa. Il campo ospita circa 2.500 profughi richiedenti asilo.

Lungo le transenne del campo si sono riuniti circa 150 minorenni ospiti del centro, che sono qui soli, senza famiglia. Il Papa li ha salutati uno a uno. I leader religiosi hanno attraversato il cortile del campo dedicato alla registrazione dei profughi e raggiunto la grande tenda dove salutano individualmente circa 250 richiedenti asilo.

 

Il colloquio con le autorità religiose
Nel colloquio avuto da papa Francesco all'aeroporto di Mitilene col patriarca di Costantinopoli Bartolomeo e l'arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia Ieronymos, Bartolomeo ha ringraziato il Papa per quello che "continua a fare, come oggi, verso i profughi e le persone addolorate, i poveri e i deboli". Ieronymos ha parlato di quello attuale in Grecia come di un "momento critico, tanto per i problemi di economia, che non sono problemi solo della Grecia ma di tutto il mondo, tanto perché c'è anche il problema dei rifugiati. E per come si sviluppano le cose, questo problema è più grande di quello che possiamo sopportare". "Perciò - ha aggiunto - il nostro pensiero personale e del Santo Sinodo della Chiesa di Grecia, inviato con una lettera a tutti i leader d'Europa e soprattutto ai capi delle Chiese cristiane, è di stare insieme spiritualmente per aiutare quanti sono afflitti da questo problema". "Grazie per aver corrisposto a questo inviato", ha concluso l'arcivescovo ortodosso.

C'è un'iniziativa del Santo sinodo della Grecia per scrivere una lettera a tutti i leader europei sul tema dei migranti. Lo ha annunciato l'arcivescovo di Atene Hieronymus a Papa Francesco, in un incontro all'aeroporto di Mitylene a Lesbo cui partecipa anche il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo.

Il colloquio con Tsipras
Il Papa ha ringraziato, attraverso il primo ministro Tsipras, «il popolo greco per la sua generosità. La Grecia è culla di civiltà e si vede che continua a dare un esempio di umanità, e a mostrare coraggiosamente questa generosità". Grazie per le sue parole contro la guerra e sull'accoglienza, ha risposto Tsipras, "mentre altri cristiani in Europa alzano muri e barriere". Il colloquio riservato è dedicato ai temi dell'accoglienza, secondo quanto riferito da canali ufficiali. el corso dell`incontro, ha riferito il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, in una nota, "il principale argomento di conversazione è stato la crisi dei rifugiati e dei migranti e più in particolare la situazione sull`isola di Lesbo. E` stato sottolineato che la crisi dei rifugiati è un problema europeo e internazionale che richiede una risposta comprensiva che rispetti le leggi europee ed internazionali. Il Papa ha apprezzato l`atteggiamento umano del popolo greco, che nonostante la dura situazione economica ha dimostrato solidarietà e dedizione ai valori universali. Inoltre, è stata sottolineata la necessità di proteggere le persone dal rischiare la vita attraversando il Mare Egeo e il Mediterraneo, combattendo le reti del traffico delle persone umane, escludendo le rotte pericolose e sviluppando procedure sicure di stanziamento in Europa".

Il saluto alle autorità
Dopo l'atterraggio all'aeroporto di Mitylene il Papa ha salutato il primo ministro Tsipras, cone il quale avrà due colloqui riservati, e le autorità religiose: Bartolomeo, patriarca ecumenico di Costantinopoli, Ieronymos, arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia e infine da monsignor Papamanolis, presidente della Conferenza episcopale greca, con i quali poco dopo ha avuto un momento di incontro personale in una saletta dell'aeroporto.

L'arrivo alle 9.10: «È un viaggio triste»
L'areo dell'Alitalia è atterrato alle 9.10. Durante il viaggio, parlando con i 49 giornalisti a bordo del volo papale, ha confidato le sue emozioni: "È un viaggio un po' diverso dagli altri. Nei viaggi apostolici andiamo a fare tante cose, vediamo la gente, parliamo, c'è la gioia dell'incontro. Questo è un viaggio segnato dalla tristezza. È un viaggio triste - ha ribadito Bergoglio -. Andiamo a incontrare la catastrofe umanitaria più grande dopo la seconda guerra mondiale. Vedremo tanta gente che soffre, che non sa dove andare, che è voluta fuggire. Andremo a visitare un cimitero, il mare: tanta gente lì è annegata. Lo dico non per amareggiare, ma perché questo lavoro di oggi possa trasmettere nei vostri media lo stato d'animo con cui io affronto questo viaggio".


Gli auguri e le preghiere per Papa Benedetto
"Oggi Papa Benedetto XVI farà l'89esimo anniversario. Vi chiedo una preghiera per lui". Lo ha detto Papa Francesco salutando i giornalisti sul volo che da Roma lo ha portato a Lesbo, in Grecia.

La partenza da Roma alle 7.20
Inizia l'attesa visita di Francesco nell'isola di Lesbo. Il Papa è partito alle 7.20 e arriverà alle 9.20 (ora greca, una in più di Roma). Lo scopo principale del viaggio è "portare conforto a tanti profughi", come si legge nel messaggio dello stesso Pontefice al Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella inviato "nel lasciare il suolo italiano per recarmi in Grecia". Nel testo, rileva Radio Vaticana, il Papa formula l'auspicio che "il popolo italiano possa affrontare con lungimiranza e solidarietà le sfide dei nostri giorni".

A sua volta Mattarella ha scritto che "il dramma delle migrazioni, in particolare nel bacino del Mediterraneo, e la tragica quotidiana realtà che caratterizza le vite di quanti sono costretti ad abbandonare i propri affetti, il proprio Paese, le proprie case, per fuggire da guerre, persecuzioni e povertà, toccano nel profondo la coscienza dell'Italia e della comunità internazionale".

© Avvenire, 16 aprile 2016

 

Visita sull'isola greca

Programma di Papa Francesco a Lesbo

 

Gli orari della visita di Papa Francesco il 16 aprile a Lesbo, in Grecia, sono soggetti al fuso orario greco (1 ora avanti rispetto all'Italia):

07:00 Partenza dall’aeroporto internazionale di Roma-Fiumicino per Mytilene

10:20 Arrivo all’aeroporto internazionale di Mytilene

CERIMONIA DI BENVENUTO
Papa Francesco viene ricevuto dal Primo Ministro; riceve poi il benvenuto da parte da Bartolomeo, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, da Ieronymos, arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, e, subito dopo da monsignor Fragkiskos Papamanolis, presidente della Conferenza Episcopale greca.

10:35 INCONTRO PRIVATO CON IL PRIMO MINISTRO (in aeroporto)

10:55 Trasferimento in minibus con Sua Santità Bartolomeo e Sua Beatitudine Ieronymos al Mòria refugee camp (16 Km).

11:15 Arrivo al Mòria refugee camp (che ospita circa 2.500 profughi richiedenti asilo)

VISITA AI RIFUGIATI

Lungo le transenne sono riuniti circa 150 minorenni ospiti del centro.
I leader religiosi attraversano il cortile dedicato alla registrazione dei profughi e raggiungono la grande tenda dove salutano individualmente circa 250 richiedenti asilo.

12.25: Discorsi dell’Arcivescovo Ieronymos; del Patriarca Bartolomeo e del Santo Padre Francesco dal podio nel cortile di registrazione dei profughi.

12.40: Firma della dichiarazione congiunta.

12.45: Pranzo dei tre leader religiosi con alcuni rifugiati nel container alle spalle del podio.

13.30 trasferimento in minibus al porto (8 Km)

13.45 arrivo al Presidio della Guardia Costiera.

INCONTRO CON LA CITTADINANZA E CON LA COMUNITÀ CATTOLICA. MEMORIA DELLE VITTIME DELLE MIGRAZIONI.

Discorso del Santo Padre

Al termine, i tre leader religiosi recitano ciascuno una breve preghiera per le vittime delle migrazioni. Chiamato un minuto di silenzio, i tre leader ricevono da tre bambini corone di alloro, che verranno lanciate in mare.

14:15 trasferimento in minibus all’aeroporto (3 Km).

14:30 In aeroporto:

INCONTRO PRIVATO CON L’ARCIVESCOVO DI ATENE E DI TUTTA LA GRECIA

INCONTRO PRIVATO CON IL PATRIARCA ECUMENICO

INCONTRO PRIVATO CON IL PRIMO MINISTRO

15:00 CERIMONIA DI CONGEDO

15:15 Partenza in aereo dall’aeroporto internazionale di Mytilene per Roma.

16:30 Arrivo all’aeroporto di Roma-Ciampino.

 

© Avvenire, 14 aprile 2016

 

Il viaggio di sabato 16 aprile

Lesbo, tre cose da sapere sul viaggio di Papa Francesco

 

Dopo il Giovedì Santo a Castelnuovo di Porto, il viaggio a Lampedusa e la Messa al confine tra Messico e Stati Uniti, Papa Francesco si appresta a toccare di nuovo la carne di Cristo nei profughi dell’isola greca di Lesbo. Un viaggio, quello di sabato 16 aprile, che punta a sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale che appare ora come “anestetizzata” di fronte al problema dei profughi.

Perché Papa Francesco ha deciso di andare a Lesbo?
In un'intervista alla Radio Vaticana il cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ha approfondito il senso della visita di Papa Francesco sull’isola di Lesbo, sottolineando come ricordi «in un certo senso quella che fece sull’isola di Lampedusa. È un’altra isola che riceve persone costrette a fuggire dalla loro terra. Quindi, la visita sarà di nuovo un tentativo per mettere sullo schermo globale la situazione di queste persone e al tempo stesso le sue cause, per interpellare il mondo e la coscienza globale, chiamandola a fare qualcosa per evitare tutto questo».

A Lesbo, tappa centrale sulla rotta dei migranti, com'è la situazione oggi?
Stando ai dati dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) a Lesbo, in Grecia, sono sbarcate 3.793 persone nel 2013, 12.187 nel 2014, 445.037 nel 2015 e 89.362 nei primi mesi del 2016. In media sono cinquemila i migranti che ogni settimana approdano sull’isola di Lesbo. Con 320 chilometri di coste, per superficie è la terza dell’arcipelago greco e l’ottava del Mediterraneo.
Gli abitanti sono poco più di novantamila, un terzo dei quali risiede a Mitilene, il capoluogo. L’isola si trova a pochissimi chilometri dalle coste della Turchia ed è per questo che è diventata uno dei primi approdi in Europa per migliaia di profughi.
C'è grande attesa nelle strutture di Caritas Hellas a Lesbo dove sono ospitati in maggioranza famiglie con bambini, donne incinte, persone con disabilità, anziani, persone vulnerabili. Dall'inizio di dicembre a oggi Caritas Hellas ha accolto più di 5mila persone e tuttora ne sostiene, anche con la distribuzione di sacchi a pelo, indumenti, prodotti per l'igiene e per i bambini, oltre 3mila.

Oltre al messaggio umanitario, perché il viaggio a Lesbo viene considerato anche una tappa nel cammino ecumenico delle Chiese?
La visita di Papa Francesco, del Patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I e del primate della Chiesa ortodossa greca, Hieronimus II ai migranti e profughi - che presto dovrebbero essere rispediti nel loro Paese o in Turchia, secondo un accordo firmato da Unione europea e Turchia - rappresenta un gesto forte di critica alla politica europea, divenuta sempre più sterile di proposte. Come ha detto un rappresentante dell’ecumenismo in Grecia, Gabriel Arnellos, “l’Europa è divenuta insignificante nei fenomeni mondiali perché ha mercificato il cristianesimo”.
La visita a Lesbo, preparata con discrezione da Roma e Costantinopoli con il coinvolgimento di Atene, costituisce un altro passo verso il comune percorso ecumenico che sta coinvolgendo in modo lento, ma concreto anche tutte le altre Chiese ortodosse, chiamate a confrontarsi dopo quasi 13 secoli, al prossimo Sinodo pan-ortodosso che verrà celebrato a Creta il 16 giugno. In questo comune cammino rientrano gli incontri a Gerusalemme e a Istanbul tra Francesco e Bartolomeo nel 2014, la pubblicazione dell'Enciclica Laudato Si' che riporta al centro il tema ecumenico della custodia del creato e rappresenta un richiamo all’unità dei cristiani, e il recentissimo storico incontro tra Francesco e Kirill a Cuba, oltre che ovviamente il prossimo a Lesbo tra Francesco, Bartolomeo e Hieronimus II, in Grecia, una terra “apostolica” in quanto attraversata dagli apostoli di Gesù.

Ilaria Solaini

© Avvenire, 13 aprile 2016

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