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Siria: Save the Children, “un milione di bambini non riceve aiuti umanitari. Parti in lotta mostrano disprezzo per la vita dei civili”

La denuncia dell’organizzazione, che nel settimo anniversario del conflitto in Siria – il prossimo 15 marzo si entra nell’ottavo anno – lancia il nuovo rapporto “Voci dalle aree del pericolo”, accompagnandolo con una “provocatoria” app dal titolo “La guerra non è un gioco” per spiegare al pubblico l’esperienza di un bombardamento sulla propria casa

“Nelle de-escalation zone ogni giorno, a partire dalla seconda metà del 2017, almeno 37 civili uccisi, ogni 2 giorni viene attaccata un’ambulanza e ogni 3 un operatore sanitario viene colpito. Più di 2 milioni di persone, la metà bambini, continuano a non ricevere aiuti umanitari”. È la denuncia dell’organizzazione “Save the children”, che nel settimo anniversario del conflitto in Siria – il prossimo 15 marzo si entra nell’ottavo anno – lancia oggi il nuovo rapporto “Voci dalle aree del pericolo”, accompagnandolo con una “provocatoria” app dal titolo “La guerra non è un gioco” per spiegare al pubblico l’esperienza di un bombardamento sulla propria casa. Il rapporto dell’Organizzazione, che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro, riporta le testimonianze raccolte nel lavoro sul campo, di quanto sta accadendo realmente nelle cosiddette “de-escalation zone” , in cui non avrebbero dovuto esserci bombardamenti e dove gli aiuti umanitari avrebbero potuto accedere liberamente. Tra queste anche le aree di Idlib e del Ghouta orientale, dove invece negli ultimi mesi si sono moltiplicate violenze e morte. Dall’inizio del 2018 alla metà di febbraio, solo nell’area est di Ghouta, si legge nel Rapporto, “sono state uccise più di 600 persone e oltre 2.000 sono state ferite. Nella stessa zona, più di 60 scuole sono state distrutte o danneggiate dai bombardamenti. Soltanto a febbraio, 24 strutture sanitarie sono state colpite dai bombardamenti che continuano a imperversare nell’area, provocando l’interruzione dei servizi per migliaia di persone che avevano bisogno di assistenza medica, tra cui molte donne in gravidanza e casi di grave necessità di interventi chirurgici. Continua a crescere il numero di bambini malnutriti, mentre i pochi medici rimasti sono costretti ad operare in condizioni difficilissime, riutilizzando bendaggi su più pazienti, perché non è rimasto più nulla”. La risoluzione 2401 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, approvata il 24 febbraio scorso all’unanimità, secondo Filippo Ungaro, direttore della comunicazione e delle campagne di Save the Children, “è stata platealmente ignorata e violata in poche ore: all’unico convoglio umanitario che è potuto accedere all’area sono state sottratte la maggior parte delle forniture mediche prima che potessero essere consegnate e a causa della violenza nelle aree circostanti, il convoglio è dovuto ripartire prima che potessero essere scaricati nove camion pieni di generi alimentari. Non un solo bambino malato è stato evacuato come previsto dalla risoluzione. Tutte le parti in conflitto continuano a mostrare un quotidiano disprezzo per la vita dei civili e per il diritto internazionale. Le Nazioni Unite hanno confermato l’utilizzo di sostanze chimiche utilizzate come armi in aree popolate. Dopo 2.557 giorni di guerra, questa è ancora la situazione in cui i bambini siriani sono costretti a vivere”.

© www.agensir.it, martedì 13 marzo 2018

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