Ucciso il cattolico Bhatti: era ministro per le Minoranze
Il ministro, cattolico, aveva ricevuto in passato minacce di estremisti, si era interessato alla vicenda di Asia Bibi e si era dichiarato a favore di un emendamento della legge sulla blasfemia.
Sul luogo dell'attentato sono stati trovati volantini dei talebani pakistani del Punjab.
Da una prima ricostruzione, Bhatti era da poco uscito di casa con la sua auto e senza scorta quando da una vettura bianca gli sono stati sparati una ventina di colpi. L'auto degli attentatori si è immediatamente allontanata. Il tutto è avvenuto nei pressi del mercato di un quartiere residenziale della capitale. Bhatti è deceduto durante il trasferimento in ospedale. Le tv hanno mostrato le immagini della vettura crivellata di colpi.
42 anni, figlio di missionari cristiani e appartenente al Partito Popolare pachistano (Ppp), Shahbaz Bhatti, era da anni uno strenuo difensore delle libertà religiose e in particolare di quelle dei cristiani come Asia Bibi, la madre di cinque figli condannata a morte per blasfemia e in carcere nella provincia del Punjab.
Lo scorso mese era stato riconfermato alla guida del dicastero delle Minoranze religiose, nonostante l'opposizione dei gruppi religiosi islamici, che avevano emesso una fatwa contro di lui. Era l'unico cristiano nel nuovo governo guidato dal premier Yusuf Said Raza Gilani.
In un'intervista lo scorso 14 febbraio a TV2000, aveva detto di aver ricevuto minacce di morte da parte degli integralisti per le sue parole sulla legge antiblasfemia, di cui chiedeva la riforma. «Il mio impegno resta lo stesso per la causa della libertà religiosa, in difesa delle aspirazioni dei cristiani e delle altre minoranze, per combattere contro gli abusi della legge sulla blasfemia, per ottenere giustizia per Asia Bibi» aveva assicurato.
La sua battaglia a fianco delle minoranze religiose era iniziata nel 1985, quando fondò un movimento chiamato All Pakistan Minorities Alliance (Apma). Proprio per questo suo attivismo, era nel mirino dei fondamentalisti, che lo avevano già minacciato tre anni fa, quando si era schierato a favore delle vittime dei pogrom anti-cristiani avvenuti a Gojra, una cittadina della provincia meridionale del Punjab.
Dopo l'uccisione, il 4 gennaio, del governatore del Punjab, il liberale Salman Taseer (che aveva chiesto la grazia per Asia Bibi e l'abolizione della legge anti-blasfemia), Bhatti aveva confidato a un'amica di essere sulla "lista nera" dei gruppi estremisti e quella gli aveva consigliato di lasciare il Paese. Ma il ministro cristiano aveva rifiutato, convinto di potere continuare la sua battaglia contro l'intolleranza dei gruppi religiosi islamici, sempre più influenti in Pakistan.
I VESCOVI DEL PAKISTAN: SERVE PIANO DI EMERGENZA
"Condanniamo l'assassinio del ministro cattolico per le Minoranze religiose, Shahbaz Bhatti. Si tratta di un perfetto, tragico esempio dell' insostenibile clima di intolleranza che viviamo in Pakistan".
Lo dichiara all'Agenzia Fides Mons. Lawrence Saldanha, Arcivescovo di Lahore e Presidente della Conferenza Episcopale del Pakistan, che chiede "al governo, alle istituzioni, a tutto il paese, di riconoscere e affrontare con decisione tale questione, perchè si ponga fine a questo stato di cose, in cui la violenza trionfa". I Vescovi stanno redigendo una dichiarazione ufficiale e hanno pianificato una riunione di emergenza per valutare la situazione e decidere la strategia per il futuro, con l'obiettivo da un lato di proteggere i fedeli, dall'altro per "svegliare" l'opinione pubblica nazionale e internazionale.
"Siamo in uno stato di choc e di panico", ha dichiarato inoltre Peter Jacob, segretario della Commissione episcopale "Giustizia e Pace", amico personale di Bhatti. "Tutti i cristiani - ha detto - sono traumatizzati da questo ennesimo omicidio. Ci sentiamo frastornati e indifesi. Questo omicidio vuol dire che il paese è in balia dei terroristi, che possono permettersi di uccidere personalità di rango così elevato. Ci sentiamo molto vulnerabili: lo sono soprattutto i difensori dei diritti umani e delle minoranze religiose. Condanniamo con forza questo gesto barbaro. Ora è il momento del lutto, poi come cristiani penseremo al da farsi".
La Santa Sede: atto di terribile gravità
L'uccisione del ministro Shabbaz Bhatti "è un nuovo fatto di violenza di terribile gravità. Esso dimostra quanto siano giusti gli interventi insistenti del Papa a proposito della violenza contro i cristiani e contro la libertà religiosa in generale". Lo afferma il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, in merito all'assassinio del ministro per le minoranze del governo pakistano.
"Bhatti - ricorda il gesuita - era il primo cattolico a ricoprire un tale incarico. Ricordiamo che era stato ricevuto dal Santo Padre nello scorso settembre e aveva dato testimonianza del suo impegno per la pacifica convivenza fra le comunità religiose del paese". "Alla preghiera per la vittima, alla condanna per l'inqualificabile atto di violenza, alla vicinanza ai cristiani pakistani così colpiti dall'odio, si unisce l'appello - conclude padre Lombardi - perché tutti si rendano conto dell'urgenza drammatica della difesa della libertà religiosa e dei cristiani oggetto di violenza e persecuzione".
© Avvenire, 2 marzo 2011