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Lettera alla nostra Città

Lettera alla Città di Bari dell'Arcivescovo Mons. Giuseppe Satriano, in attesa di festeggiare San Nicola

È quasi sera, e mentre rientro a casa mi fermo a osservare la gente che si muove per il centro della nostra bella Città. Il pensiero va ai volti incontrati in questi tre anni di permanenza, ai diversi momenti vissuti, alle storie, alle ferite. Nasce così il desiderio di scrivervi per attestarvi affetto, vicinanza, mentre Bari si veste a festa per il nostro Santo patrono.

La devozione che portiamo per lui nutre e innerva di grazia la nostra identità di cittadini e di credenti. Guardare a lui non può e non deve essere solo moto del cuore nell’affidarci alla sua protezione, ma soprattutto sprone a vivere secondo il suo insegnamento di prossimità, di giustizia e di determinazione a operare per il bene comune.

Figlio del suo tempo, San Nicola visse le contraddizioni di un periodo abitato da contese, lotte e persecuzioni. Declinando un cristianesimo autentico e senza retorica, pose la persona al centro del suo operato pastorale. Fu accanto alla sua gente, vicino a chi, ferito dalla vita e dall’ingiustizia, necessitava di aiuto. Per il suo amore a Cristo si ritrovò a pagare il prezzo doloroso della prigionia.

Nel nostro contesto urbano sono in tanti a far crescere il bello, il buono e il vero, tessendo pagine di bene e profumando il futuro. Quanto coraggio e audacia in singoli, anche nelle istituzioni per arginare l’illegalità e il malaffare, restituendo possibilità di vita a un territorio che merita di risplendere come il suo cielo.

Oggi, più che mai, la vita di San Nicola diviene monito a riflettere sul nostro amare la città e i suoi abitanti. Viviamo giorni non facili e tempi intrisi di forti polarizzazioni personalistiche che animano la politica e il tessuto delle relazioni sociali. La logica del denaro facile, del successo ad ogni costo, della conquista del potere, continuano a seminare vittime e dolore. Anche nel nostro territorio registriamo l’allargarsi della forbice che vede i ricchi accrescere i propri capitali, mentre aumentano le sacche di povertà. Troppo spesso siamo spettatori impotenti di un mysterium iniquitatis che intacca realtà a noi care, compromettendone l’integrità.

Nella vita del Santo leggiamo un amore per la giustizia, coniugato a una trasparenza dell’agire, sorgente ispiratrice per i nostri vissuti e per le prossime consultazioni elettorali, ormai alle porte.

Gli scandali che hanno caratterizzato le cronache di questi ultimi tempi richiedono una seria valutazione da parte di tutti e impongono che l’impegno per la polis si affranchi da quella “terra di mezzo”, espressa da chi ha fatto della politica un mestiere e non un servizio, costituendo un blocco affaristico sempre capace di sopravvivere a ogni cambio di fronte politico.

Rifuggendo un facile moralismo, e consapevole che viviamo tempi difficili in cui è complesso amministrare e governare, credo sia ancora possibile, e perciò doveroso, spendersi per una gestione trasparente della cosa pubblica, libera da clientele, favoritismi, intrallazzi, compromessi.

Si avverte la necessità di persone capaci di progetti audaci e non di facili promesse; uomini e donne, testimoni di una vita donata, non legata a interessi di parte e speculazioni, che sappiano elargire fiducia e speranza per tutti e non garanzie per pochi.

Come affermava don Tonino Bello, abbiamo bisogno di una politica “sottratta alla lussuria del dominio, preservata dall’adulterio con i corrotti, inossidabile alle esposizioni lusingatrici del denaro, restituita finalmente alla simpatia della gente”.

San Nicola ci invita a convertire i cuori a una passione vera per la nostra terra, amando senza riserve la gente di questa città, sapendo additare le ingiustizie, le violenze e le oppressioni che impediscono a tanti di crescere e vivere.

Il ricordo della traslazione delle reliquie del Santo di Myra ci porti a riconsiderare il valore della sua presenza palpitante tra noi. Egli, ancora oggi sollecita a vivere con compassione verso i fratelli e a saper guardare lontano, promuovendo sempre la dignità di ciascuno.

Quest’anno avremo la gioia e l’onore di ospitare tra noi il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme, che presiederà la Celebrazione Eucaristica del 9 maggio. Con Lui e i vescovi della Puglia pregheremo per la pace in Terra Santa e nel mondo. Sarà un momento forte: la nostra Città, con il suo bagaglio di storia e di comunione tra i popoli, si colloca ancora una volta al centro del Mediterraneo.

Celebrare l’arrivo del corpo di San Nicola a Bari ci porti a ravvivare nei cuori la relazione con l’Oriente, terra da cui è giunto il Vangelo con la sua carica profetica.

In un tempo schiacciato su orizzonti dai bassi profili, il pregare per la pace ci restituisca quell’utopia di cui abbiamo bisogno per muovere passi di futuro.

Le ore drammatiche che vive la Palestina, insieme all’Ucraina e ad altre zone di conflitto, non possono lasciarci indifferenti, ma devono scuotere le nostre coscienze narcotizzate da discorsi ideologici o pragmaticamente segnate da logiche anguste e interessate. Non è più ammissibile indugiare su spazi neutri. Da tempo riceviamo segnali chiari di una realtà giovanile in fibrillazione che ci rimanda la fatica di un futuro monco di speranza. Anche di fronte alla guerra, il mondo giovanile manifesta indignazione e invoca la pace, mentre il mondo adulto patteggia con la violenza e il riarmo.

Carissime e carissimi, vestiamo questa nostra Città di luce evangelica, torniamo a contemplare, nel prodigio miracoloso della manna, la vicinanza di San Nicola. Con lui possiamo costruire ponti di solidarietà, aprire squarci di credibilità per le nuove generazioni, scrivere pagine di speranza per questa nostra terra.

A San Nicola, pastore buono, presento la vita di tutti noi, soprattutto di chi attraversa momenti bui e fatiche indicibili, a lui affido la nostra Chiesa e quanti sono chiamati ad amministrare la nostra Città. Per tutti chiedo salute e pace.

È tardi, torno a casa volgendo lo sguardo alle luminarie, per le strade c’è gioia, tutto vibra di attesa e mi ritrovo a tracciare un segno di croce. Dio benedica la nostra Città, buona festa a tutti.

Il vostro vescovo

don Giuseppe

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