
Materiale per le celebrazioni di Avvento-Natale 2025
Papa Leone XIV, nella Lettera Apostolica In unitate fidei, ci invita a volgere lo sguardo al 1700° anniversario del Concilio di Nicea, richiamandoci al documento della Commissione Teologica Internazionale Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore. A quel testo ci riferiamo, perché, come afferma il Papa, esso offre prospettive preziose non solo sul piano teologico ed ecclesiale, ma anche culturale e antropologico. Nicea ci riconsegna infatti ciò che è centrale per la fede: Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, unico Salvatore dell’umanità.
Questa novena intende sostare sulle parole del Credo niceno-costantinopolitano che esplicitano l’affermazione dell’evangelista Giovanni: «Il Verbo si fece carne». Quando professiamo: «si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo», affermiamo l’assunzione reale, piena e irrevocabile dell’umanità da parte del Figlio di Dio. Nicea, e poi Calcedonia, prendono le distanze da ogni riduzione che vede in Cristo un corpo solo “rivestito”, senza una vera anima umana. La fede della Chiesa confessa che il Figlio eterno ha assunto e redento l’essere umano intero: corpo, intelligenza, volontà, libertà. In Lui, l’umanità non è scartata, ma migliorata per sempre.
Come ricorda il documento della CTI, riprendendo un’intuizione cara a Benedetto XVI, formulare la fede cristologica «dilata la ragione», allarga l’orizzonte dell’umano: ciò che la Chiesa dice di Cristo libera il pensiero umano da visioni riduttive dell’uomo stesso. L’incarnazione non solo rivela chi è Dio, ma illumina chi è l’essere umano: persona unica, pensante, libera, destinata alla comunione con il Padre.
Per questo motivo, la novena propone un itinerario tematico a partire dal Mistero dell’Incarnazione: si è fatto uomo, veramente uomo. Ogni giorno una parola (Storia, Sogno, Parola, Inizio, Cura, Promessa, Nome, Benedizione) mette in dialogo la nostra vita con la carne assunta da Cristo, che redime, trasfigura e restituisce all’uomo la sua autentica dignità.
Ad accompagnare il cammino, è stata scelta la Madonna del Parto di Piero della Francesca: un’immagine sobria e potente, che non rappresenta un’idea astratta, ma una donna reale, giovane e incinta. Il corpo che custodisce la vita, la veste che si apre per lasciare spazio al Figlio, la mano che lo protegge, la dignità del volto sono teologia visibile dell’incarnazione: Dio entra nel mondo attraverso la carne e quella carne diventa benedizione. Guardando Maria, comprendiamo che l’attesa cristiana non è evasione, ma accoglienza della vita di Dio nella nostra storia.
Per le comunità e le parrocchie: è possibile richiedere il pannello con la Madonna del Parto che accompagna la novena al Servizio per la pastorale liturgica diocesana. L’immagine può essere esposta nelle chiese durante l’Avvento e la Novena di Natale, per sostenere anche con lo sguardo la contemplazione del mistero dell’Incarnazione.
La scelta di questa novena è quella di valorizzare i testi liturgici del giorno, attingendo alle ferie maggiori dell’Avvento (17–24 dicembre), perché la liturgia stessa diventi scuola di preghiera. Per coloro che la vivono in una forma più tradizionale, il primo giorno può essere dedicato alla lettura e meditazione di alcuni passaggi della Lettera Apostolica In unitate fidei e del documento della CTI riguardanti l’incarnazione del Figlio di Dio (In appendice si trovano alcuni estratti dei documenti di riferimento, utili per meditazioni o catechesi). Tale preghiera può essere arricchita da una riflessione sull’opera di Piero della Francesca, la Madonna del Parto, per contemplare, con gli occhi e con l’intelligenza della fede, la realtà concreta dell’incarnazione nella carne di una donna che accoglie il Figlio eterno. Questa immagine non raffigura un’idea, ma una donna reale, giovane, incinta: un corpo che custodisce la vita, un’attesa che cambia l’esistenza. Piero della Francesca raffigura Maria senza spiritualismi, rivelando che l’incarnazione non è concetto, ma corpo accolto, vita custodita, umanità resa luogo di salvezza. La veste che si apre per lasciare spazio alla vita, la mano che protegge il grembo, la sobrietà del volto sono teologia visibile: Dio entra nel mondo attraverso la carne, e quella carne diventa benedizione. Guardando Maria, comprendiamo che l’attesa cristiana non è evasione, ma accoglienza della vita di Dio nella nostra storia.
Come lei, siamo chiamati a custodire il Figlio che viene, affinché, attraverso la nostra umanità, Egli sia riconosciuto vero Dio e vero uomo, Salvatore del mondo.
Un sincero grazie a tutti coloro che hanno contribuito alla preparazione di questa novena. Ogni comunità potrà adattare questo materiale secondo le proprie esigenze pastorali. Il Signore che si è fatto uomo benedica il lavoro di ciascuno e lo renda fecondo per la vita della Chiesa.
don Francesco Mancini
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CEI Sussidi di Avvento 2025
I tempi di Avvento e Natale li potremo vivere accompagnati da questo strumento ormai familiare per pastori e comunità delle nostre Chiese. Ringrazio gli Uffici e Servizi della Segreteria Generale per i vari contributi che ci aiuteranno a celebrare e accogliere «Colui che è, che era e che viene» (Ap 1,8).
