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31 dicembre. La marcia nazionale per la pace ad Altamura. Le iniziative nelle diocesi

La marcia nazionale domani in Puglia. Sermig e Cottolengo insieme per il Capodanno dei giovani

Ritrovarsi insieme, in tanti, anche l’ultimo giorno dell’anno e l’inizio del 2023, per gridare al mondo che la pace è necessaria e possibile. Dalla Sicilia al Piemonte, l’impegno della Chiesa italiana contro tutte le guerre viene rilanciato attraverso incontri, momenti di preghiera e iniziative di solidarietà.

Si comincia venerdì 30 e sabato 31 si torna in strada, dopo due anni di pandemia. Ad Altamura (Bari) parte la 55ª marcia nazionale per la pace - organizzata dalla Commissione episcopale per i problemi sociale e il lavoro, la giustizia e la pace della Cei, Pax Christi, Caritas italiana, Azione cattolica, Movimento dei Focolari e diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti - partirà sabato alle 15 dal carcere per arrivare alle 21 in cattedrale, perché “Nessuno può salvarsi da solo”.

Una marcia sui passi di don Tonino Bello, che fu vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi e presidente di Pax Christi, che serve a rilanciare “l’impegno per la pace, ancora più urgente in un momento di confitto e di forti tensioni internazionali”, ha fatto sapere la Cei. E per la quale si aspettano almeno duemila partecipanti. Un appuntamento che “vuole ancora una volta svegliare questa nostra umanità - per l'arcivescovo della diocesi di Altamura, Gravina e Acquaviva delle Fonti, monsignor Giovanni Ricchiuti -. La guerra mette in gioco la nostra umanità e il nostro essere umani”.

Le basi intanto saranno messe da venerdì pomeriggio a Gravina, con il convegno nazionale “Obiezione di coscienza, ieri, oggi, domani”, durante il quale saranno anche in collegamenti obiettori di coscienza russi e ucraini, e poi sabato 31 con la visita al ”Campo 65”, che fu il più grande in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale, comprendeva trentuno ettari e ottantuno baracche. Vi furono rinchiusi fino a dodicimila prigionieri di guerra alleati, soprattutto catturati sul fronte di guerra del Nord Africa.

Sermig e Cottolengo insieme, dalle 20.30 per “Un Capodanno di pace” a Torino. Una marcia e un “Cenone del digiuno” al quale sono invitati giovani e adulti di tutta Italia. All’Arsenale della Pace di piazza Borgo Doria 61 si rifletterà su “Le ragioni della pace” partendo dalle parole del profeta Isaia all’annuncio di un tempo in cui «le armi non saranno più costruite e i popoli non si eserciteranno più nell’arte della guerra». Il Servizio Missionario Giovani fondato da Ernesto Olivero cercherà di dare voce alle tante realtà che rendono già visibile in diverse regioni del mondo i riflessi di questa profezia. E, come ormai tradizione, alle 22 inizierà la Marcia della pace per le vie del centro della città con una sosta alla Piccola Casa della Divina Provvidenza di via Cottolengo 14 per poi proseguire in cattedrale, alle 23.30, per la Messa presieduta dall’arcivescovo monsignor Roberto Repole, per invocare il dono della pace e pregare per le popolazioni martoriate dalle guerre in Ucraina e in altre aree del pianeta.

E a Ravenna, la decima edizione della Marcia della pace promossa dalla diocesi in collaborazione con altre confessioni religiose del territorio, a partire dalla Chiesa ortodossa del patriarcato di Mosca e dalla comunità greco-cattolica ucraina. Si comincia alle 15.30 di domani dalla chiesa ortodossa di via Candiano e si prosegue alla parrocchia di San Giovanni Battista di via Gerolamo Rossi, luogo di culto dei fedeli di rito bizantino. Quattro le tappe in programma con interventi delle autorità locali, dell’arcivescovo di Ravenna-Cervia monsignor Lorenzo Ghizzoni, di onlus come Linea Rosa (un centro antiviolenza che aiuta e sostiene le donne che attraversano momenti di disagio e che subiscono violenze fisiche e psicologiche) e di rappresentanti delle comunità russa e ucraina. «“Insieme per la pace” è il titolo dello striscione che accompagnerà quanti vorranno unirsi a questa marcia per cercare tutti insieme di infondere un messaggio di speranza e di unione dei popoli», spiega Luciano Di Buò, direttore dell’Ufficio di pastorale sociale della diocesi.

E, ancora, a Palermo, un popolo di cercatori di pace, comunità, movimenti e associazioni di ispirazione laica e cristiana, dall’arcidiocesi al Centro Diaconale Valdese “La Noce”, ai padri domenicani, si ritroverà nel capoluogo siciliano il 1° gennaio per marciare e testimoniare che “nessuno può salvarsi da solo”. Il raduno è previsto alle 17 davanti al Teatro Massimo e alle 17.30 l’arcivescovo Corrado Lorefice rivolgerà un saluto ai presenti. Nella chiesa di San Domenico, alle 18.30 sarà celebrata una liturgia per la pace nel mondo, per i profughi, i rifugiati e le vittime di ogni guerra. La marcia sarà aperta dalle famiglie ucraine ospiti a Palermo presso i frati francescani.

Pino Ciociola e Fulvio Fulvi

© Avvenire, venerdì 30 dicembre 2022

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