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Bari, gli ortodossi russi tornano in Basilica dopo due anni

La fede per San Nicola: il taumaturgo ecumenico

Dopo un anno di pausa dovuta al primo grande lockdown, nella Basilica pontificia di San Nicola ritornano gli ortodossi di rito russo per la celebrazione di maggio in onore del Taumaturgo.
Sabato prossimo, 22 maggio, alle 9, al piano superiore della grande chiesa dedicata al Patrono di Bari, si riuniranno i devoti per la «divina liturgia» che come da tradizione sarà officiata dal rettore della Chiesa Russa di corso Benedetto Croce, l’arciprete Viacheslav Bachin.

Tra i banchi della Basilica potranno stare non più di 130 persone, in base ai protocolli anti-contagio tuttora vigenti.
Secondo il calendario giuliano, che regola l’anno liturgico ortodosso, infatti, la festa di San Nicola cade il 22 e non l’8 maggio (giornata topica per i cattolici).

In tempi normali, la funzione si tiene tradizionalmente nella cripta. A causa della pandemia, invece, non si potrà celebrare al piano inferiore del tempio, per la impossibilità di rispettare le distanze interpersonali. Tuttavia è possibile che a fine cerimonia i fedeli possano scendere alla spicciolata per raccogliersi in preghiera davanti al sepolcro del Santo: una modalità che - se sarà confermata - comunque sarà improntata alla massima tutela della salute di tutti.

In anni pre-pandemia, in Basilica affluivano centinaia di devoti, arrivati apposta dalla Russia e dall’Ucraina in particolare. Anche nel 2019 si era registrato un notevole afflusso di persone confluite a Bari. Negli ultimi vent’anni, in effetti, tra Bari e le città della Federazione, per la festa di maggio, si era creato un collegamento aereo sempre più intenso, che si aggiungeva alle tratte terra-traversata adriatica.

Nella fase attuale, invece, la pandemia ha di fatto interrotto i viaggi religiosi (e non solo). Quindi alla funzione del giorno 22 - salvo novità dell’ultim’ora legate alle procedure diplomatiche e di sicurezza sugli spostamenti internazionali - parteciperanno i devoti russi, ucraini, moldavi e bielorussi residenti a Bari e in Puglia, cui potrebbero aggiungersi altri fedeli provenienti dall’Italia centro-meridionale, per i quali San Nicola rappresenta un immenso faro di speranza.
I fedeli di nazionalità georgiana (la cui comunità in Terra di Bari a quanto pare conta circa diecimila residenti) celebreranno lo stesso rito in un’altra chiesa loro dedicata, sempre sabato 22 e sempre nella città vecchia. Non è escluso però che alcuni di loro, per il fortissimo legame spirituale che sentono con il Vescovo di Myra, successivamente in mattinata vogliano recarsi in Basilica a rendergli omaggio, in pellegrinaggio sulla tomba.

Negli anni passati, alcuni fedeli russi, prima che il Covid cambiasse le abitudini e la stessa esistenza quotidiana di tutti gli abitanti del pianeta, alloggiavano nella foresteria della chiesa con la caratteristica cupola «a cipolla» del quartiere Carrassi. Una possibilità anch’essa cancellata dalle restrizioni anti-Coronavirus: quelle stanze sono chiuse da marzo 2020.
Un altro momento centrale della devozione degli ortodossi per San Nicola è la celebrazione di dicembre, anch’essa «parallela» rispetto alla giornata del 6 dicembre, cara ai cattolici e in particolare ai baresi. L’ultimo rito ortodosso «invernale» si è tenuto nella Basilica a dicembre scorso, in piena seconda ondata, alla presenza di appena una ventina di partecipanti.

Carlo Stragapede

© www.lagazzettadelmezzogiorno.it, lunedì 17 maggio 2021

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