L'arcivescovo Francesco Cacucci, 74 anni, da 18 alla guida della diocesi barese, il problema lo conosce bene: "Vede, giorni fa ho visto due uomini che lasciavano i sacchetti della spazzatura per la strada. Li ho fissati. Sono tornati indietro e sono andati verso il cassonetto". Appena tornato dalla missione in Russia, monsignor Cacucci ha indossato la pettorina e s'è messo in fila con i Custodi della bellezza, la nuova associazione composta da cittadini benemeriti che puliscono lì dove altri cittadini, si fa per dire, hanno sporcato.
Monsignor Cacucci, nelle strade sembra che dilaghi l'inciviltà. "Lo vedo anche io. Ho letto anche la lettera dei ragazzi della Corridoni, quei cento passi da fare per depositare i rifiuti. Bellissima. Hanno ragione. Non riusciamo a far comprendere alcune cose molto semplici mentre sembra, come spesso accade, che le percepiscano sempre e prima i più piccoli".
Quali cose? "La bellezza dei posti è contemplazione, è verità, è bontà. Dostoevskij chiedeva "quale bellezza salverà il mondo?". Certo, quella del Creato. Ma anche quella delle nostre strade, della nostra città. Questo è un principio fondamentale per ogni essere umano".
E lei è sceso in campo per difenderlo. Perché? "Ma perché con quella semplice iniziativa si salda l'alleanza tra famiglia, scuola e Chiesa. È la custodia di ciò che il Signore ci ha dato, ma che anche altri ci hanno lasciato e che dobbiamo preservare. Il Creato è da custodire, ma anche i nostri quartieri. Ripeto: famiglia, scuola e Chiesa insieme sono un asse strategico".
A Bari vecchia lei vede ogni giorno ciò che accade anche, però, in altri rioni. "Certo. Ma a Bari vecchia c'è ancora l'abitudine di pulire la strada dinanzi alla porta. Una forma di rispetto verso gli altri e verso se stessi. Ebbene, per noi cristiani quel gesto vale molto. Devono saperlo tutti. È una forma d'amore e di carità verso la comunità. Non pensiamo si tratti solo di un'educazione civica. No, la difesa della bellezza della città è una tra le più alte forme di testimonianza che un cristiano deve fornire".
La Chiesa sta insistendo molto su questo. Come mai? "Ecologia viene dal greco òikos, cioè casa. La città è la nostra casa comune. L'enciclica
Laudato si' di papa Francesco sottolinea l'importanza dell'educazione. Non servono altre norme o divieti. O inasprire le sanzioni. Bastano quelle che ci sono. San Tommaso d'Aquino diceva che quando si moltiplicano le norme si è peggio dei farisei. Serve il cuore. E l'esempio più importante deve venire dagli adulti".
Lei pensa che l'esempio basti? "Sempre il Papa ci dice che la responsabilità crea invisibilmente comportamenti sani. A volte è sufficiente intervenire con lo sguardo, come è accaduto a me. Oppure fare qualcosa in prima persona, innanzitutto non sporcare oppure pulire dove altri lo hanno fatto e magari farglielo notare".
In città, però, accade di tutto. Non pensa che maggiore severità sia indispensabile? "Ha ragione, accade e si vede di tutto, penso ai problemi della circolazione, alla sporcizia, insomma a tutti quei comportamenti ispirati all'inciviltà. Però bisogna insistere. Maggiore repressione non porta a nulla. Proviamo a moltiplicare i comportamenti virtuosi".
Che giudizio esprime sul sindaco e sul Comune? "Chi viene a Bari solitamente lo fa malvolentieri perché siamo preceduti da una fama non positiva. Poi quando si va via si resta dispiaciuti. Noi baresi abbiamo bisogno di un'ecologia mentale. Perché? Perché qui ogni cosa, anche la più bella, viene sempre accompagnata da un "ma". Proviamo a cambiare. Ma è davvero normale, su qualsiasi cosa, aggiungere quel "ma"? Non porta a nulla, non costruisce nulla".
Magari più denunce aiuterebbero. O no? "Non credo. Dobbiamo rinunciare al nostro egoismo. Essere buoni cittadini sempre per noi dev'essere un impegno privilegiato. Non possiamo tirarci indietro. Chi s'impegna a farlo svolge un'opera importante perché ne trae giovamento anche il prossimo".
È strano che i doveri civili come mantenere pulita una città siano per certi versi quasi un precetto per i cattolici? "Tutt'altro. Nella bellissima Lettera a Diogneto si afferma che i cristiani sono le anime del mondo e non si differenziano dagli altri uomini né per territorio, né per il modo di parlare, né per la foggia dei loro vestiti ma perché vivono una vita paradossale. Per esempio amano tutti, e da tutti vengono perseguitati ".
Che cosa significa? "Che questa vita richiama tutti a seguire la propria coscienza che il Signore ha posto dentro di noi. Tenere pulita la strada è un atto d'amore. E aggiungerei
un'altra cosa".
Prego. "Secondo la filosofia scolastica la bellezza si identifica con l'essere vero, buono, con l'unità, anzi con la contemplazione dell'unità. Ecco perché non c'è altra strada".
Forse questa bellezza può salvarci? "La bellezza ci salverà. Sa che cos'è la contemplazione dell'unità? È Dio".
"Lo vedo anche io. Ho letto anche la lettera dei ragazzi della Corridoni, quei cento passi da fare per depositare i rifiuti. Bellissima. Hanno ragione. Non riusciamo a far comprendere alcune cose molto semplici mentre sembra, come spesso accade, che le percepiscano sempre e prima i più piccoli".
Quali cose?
"La bellezza dei posti è contemplazione, è verità, è bontà. Dostoevskij chiedeva "quale bellezza salverà il mondo?". Certo, quella del Creato. Ma anche quella delle nostre strade, della nostra città. Questo è un principio fondamentale per ogni essere umano".
E lei è sceso in campo per difenderlo. Perché?
"Ma perché con quella semplice iniziativa si salda l'alleanza tra famiglia, scuola e Chiesa. È la custodia di ciò che il Signore ci ha dato, ma che anche altri ci hanno lasciato e che dobbiamo preservare. Il Creato è da custodire, ma anche i nostri quartieri. Ripeto: famiglia, scuola e Chiesa insieme sono un asse strategico".
A Bari vecchia lei vede ogni giorno ciò che accade anche, però, in altri rioni.
"Certo. Ma a Bari vecchia c'è ancora l'abitudine di pulire la strada dinanzi alla porta. Una forma di rispetto verso gli altri e verso se stessi. Ebbene, per noi cristiani quel gesto vale molto. Devono saperlo tutti. È una forma d'amore e di carità verso la comunità. Non pensiamo si tratti solo di un'educazione civica. No, la difesa della bellezza della città è una tra le più alte forme di testimonianza che un cristiano deve fornire".
La Chiesa sta insistendo molto su questo. Come mai?
"Ecologia viene dal greco òikos, cioè casa. La città è la nostra casa comune. L'enciclica Laudato si' di papa Francesco sottolinea l'importanza dell'educazione. Non servono altre norme o divieti. O inasprire le sanzioni. Bastano quelle che ci sono. San Tommaso d'Aquino diceva che quando si moltiplicano le norme si è peggio dei farisei. Serve il cuore. E l'esempio più importante deve venire dagli adulti".
Lei pensa che l'esempio basti?
"Sempre il Papa ci dice che la responsabilità crea invisibilmente comportamenti sani. A volte è sufficiente intervenire con lo sguardo, come è accaduto a me. Oppure fare qualcosa in prima persona, innanzitutto non sporcare oppure pulire dove altri lo hanno fatto e magari farglielo notare".
In città, però, accade di tutto. Non pensa che maggiore severità sia indispensabile?
"Ha ragione, accade e si vede di tutto, penso ai problemi della circolazione, alla sporcizia, insomma a tutti quei comportamenti ispirati all'inciviltà. Però bisogna insistere. Maggiore repressione non porta a nulla. Proviamo a moltiplicare i comportamenti virtuosi".
Che giudizio esprime sul sindaco e sul Comune?
"Chi viene a Bari solitamente lo fa malvolentieri perché siamo preceduti da una fama non positiva. Poi quando si va via si resta dispiaciuti. Noi baresi abbiamo bisogno di un'ecologia mentale. Perché? Perché qui ogni cosa, anche la più bella, viene sempre accompagnata da un "ma". Proviamo a cambiare. Ma è davvero normale, su qualsiasi cosa, aggiungere quel "ma"? Non porta a nulla, non costruisce nulla".
Magari più denunce aiuterebbero. O no?
"Non credo. Dobbiamo rinunciare al nostro egoismo. Essere buoni cittadini sempre per noi dev'essere un impegno privilegiato. Non possiamo tirarci indietro. Chi s'impegna a farlo svolge un'opera importante perché ne trae giovamento anche il prossimo".
È strano che i doveri civili come mantenere pulita una città siano per certi versi quasi un precetto per i cattolici?
"Tutt'altro. Nella bellissima Lettera a Diogneto si afferma che i cristiani sono le anime del mondo e non si differenziano dagli altri uomini né per territorio, né per il modo di parlare, né per la foggia dei loro vestiti ma perché vivono una vita paradossale. Per esempio amano tutti, e da tutti vengono perseguitati ".
Che cosa significa?
"Che questa vita richiama tutti a seguire la propria coscienza che il Signore ha posto dentro di noi. Tenere pulita la strada è un atto d'amore. E aggiungerei
Prego.
"Secondo la filosofia scolastica la bellezza si identifica con l'essere vero, buono, con l'unità, anzi con la contemplazione dell'unità. Ecco perché non c'è altra strada".
Forse questa bellezza può salvarci?
"La bellezza ci salverà. Sa che cos'è la contemplazione dell'unità? È Dio".