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Coronavirus. Lourdes chiude, è la prima volta. Ecco perché (ma il suo popolo c'è)

Le nuove disposizioni delle autorità francesi e il senso di responsabilità del rettore per evitare contagi tra malati e accompagnatori hanno indotto allo stop. Ma restano Messe e Rosari in diretta

«Per la prima volta nella sua storia, il santuario chiuderà per qualche tempo». È una notizia dolorosa ma inevitabile quella che annuncia il rettore di Lourdes, monsignor Olivier Ribadeau Dumas, che ha dovuto adeguarsi alle severissime misure adottate nelle ultime ore dalle autorità francesi per arginare il contagio da coronavirus. Praticamente già cessati in modo spontaneo i pellegrinaggi per l’isolamento progressivo dei Paesi dai quali giunge al santuario pirenaico l’afflusso più consistente di pellegrini (Italia in testa), ora la direzione del luogo di culto mariano ha assunto responsabilmente la decisione di chiudere l’accesso al santuario. Una circostanza senza precedenti, visto che la chiusura per l’alluvione del 2013 durò solo tre giorni. Nel recinto dell’area restano solo i cappellani che – come ha assicurato dal rettore – assicurano comunque le regolari preghiere e celebrazioni alla Grotta e in basilica sebbene senza popolo. Sono le dirette streaming sul sito www.lourdes-france.org/it a permettere ora di essere presenti spiritualmente a Lourdes. Per gli italiani l’appuntamento è come sempre garantito da Tv2000 con la diretta quotidiana del Rosario dalla Grotta alle 18. Perché Lourdes chiude per assicurare che nessuno possa – paradossalmente – ammalarsi a causa di una visita nel santuario più legato agli infermi. Ma il popolo c’è.
«Viviamo il tempo della nostalgia – riflette il presidente nazionale dell’Unitalsi, Antonio Diella –: è il desiderio di tornare al più presto, non appena sarà possibile, consapevoli che ora dobbiamo accettare con fiducia un divieto ragionevole, trattandosi di un luogo abitualmente affollato». L’«Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali», che l’anno scorso ha portato nel santuario francese 30mila italiani (5mila dei quali ammalati), ha già riprogrammato i pellegrinaggi cancellati: le prime partenze – se la situazione lo consentirà – sono provvisoriamente previste tra l’ultima settimana di giugno e la prima di luglio. «Viviamo la stessa esperienza di Bernadette – spiega Diella –: il 16 luglio 1858 si trovò la Grotta sbarrata con assi, lei rimase sull’altra sponda del fiume Gave, e proprio lì avvenne l’ultima apparizione. La Madonna ci cerca anche se noi non andiamo fisicamente da lei. Noi che a Lourdes andiamo, o desideriamo andare, "apparteniamo" a quel luogo, siamo tutti lì, soprattutto ora che abbiamo bisogno della Vergine. È una chiamata a sentirci ancora più vicini al cuore di Lourdes, certi che è solo questione di tempo. Perché torneremo».

Francesco Ognibene

© Avvenire, martedì 17 marzo 2020