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È già festa sotto il sole di Cracovia

​Diciannovemila volontari al lavoro in città per la Gmg. Il cardinale Dziwisz: Giovanni Paolo II ci protegge. Iscrizioni chiuse, ma in tanti ancora chiedono di poter partecipare

Gmg a Cracovia. Una Messa per i volontari

È estate piena a Cracovia, sotto il cielo che giorno dopo giorno si fa sempre più azzurro, con la speranza vivissima che il meteo resti stabile garantendo – a queste condizioni – una Gmg piena di sole. Ma l’esperienza di Rio (bel tempo la settimana dei gemellaggi, pioggia a secchiate all’arrivo del Papa) induce a qualche prudenza, e molte preghiere.

Se l’atmosfera climatica è calda e piacevole, l’ambiente umano si carica dell’attesa di una vigilia di Giornata mondiale che vede in città per ora “solo” i 19mila volontari (4mila dei quali internazionali), capaci però con la loro presenza ben visibile grazie alle magliette azzurre tipo nazionale italiana di sciogliere quel minino di diffidenza che Cracovia pur sempre coltiva all’arrivo di un evento mondiale di fatto “inventato” da un suo figlio illustrissimo eppure sempre visto a distanza, come una cosa altrui.

Adesso che la Gmg arriva in casa polacca, 25 anni esatti dopo l’edizione di Czestochowa 1991 (la prima, storica, dopo la caduta del Muro), si coglie nelle vie del centro un’aria di festa imminente, come un terreno che si prepara da sé per accogliere la sovrabbondante semina di giovani calcolati dagli organizzatori con una numerazione progressiva: 500mila alla Messa inaugurale martedì sera al Parco Blonia, 700mila per accogliere il Papa giovedì sempre nella grande area verde alle porte del centro, 900mila alla Via Crucis ancora al Parco, un milione per la veglia con Francesco sabato sera al Campus Misericordiae, fuori città, tra un milione e mezzo e due milioni domenica prossima per la Messa conclusiva celebrata dal Papa.

Si tratta di stime basate sulle iscrizioni e sull’esperienza delle edizioni precedenti, e dunque destinate a dover essere corrette in corso d’opera (come il numero degli italiani, attualmente attestati attorno ai 90mila partecipanti, secondo gruppo più numeroso dopo i polacchi e prima dei francesi).

Sebbene le adesioni siano state ufficialmente chiuse venerdì, molti giovani (specie italiani) stanno continuando a chiedere come fare a partecipare, richieste alle quali il Servizio nazionale di pastorale giovanile insieme al Pontificio Consiglio dei Laici e al Comitato organizzatore locale cerca di far fronte per non impedire a nessuno (anche se le partecipazioni last minute espongono alla possibilità di qualche disagio) di prendere parte a un evento che si annuncia non solo imponente ma soprattutto intenso: per il tema – la Misericordia -, la tipologia delle adesioni – moltissimi sono alla loro prima Gmg -, e la preparazione approfondita dei gruppi partecipanti e dei polacchi che stanno ospitando oltre 50mila giovani di tutto il mondo nei gemellaggi tra diocesi che culminano in feste anche di grandi dimensioni (come a Varsavia con i pellegrini di lingua spagnola o all’aeroporto di Katowice nella serata di sabato, protagonisti un gran numero di giovani italiani).

I fatti di Nizza e di Monaco ovviamente hanno messo in allarme organizzatori, famiglie e accompagnatori, ma le autorità ogni giorno diramano comunicazioni nelle quali cercano di far capire che i controlli sono stati rafforzati (alla frontiera tutti vengono sottoposti a un attento esame dei documenti), che le forze di pubblica sicurezza sono schierate massicciamente, e che i pellegrini dovranno portare pazienza se verranno fermati di quando in quando per qualche verifica a campione. Il cardinale Dziwisz incontrando in Curia alcuni media cattolici italiani (tra i quali Avvenire) ha trattato la questione da due punti di vista: “La polizia sta facendo un ottimo lavoro, la Polonia è un Paese tranquillo”.

E poi “siamo nelle mani di Dio: le Giornate sono state create da Giovanni Paolo II, siamo nella sua patria e nella sua città, la sua protezione su tutti i giovani è sicura, loro non hanno paura, la paura è una cosa da vecchi…”. Battuta regalata col sorriso, ma che richiama la vera natura dell’evento, la ragione per la quale questo popolo di “giovani della pace”, come li definisce l’arcivescovo di Cracovia, vengono nella “capitale della Divina Misericordia”, là dove un’umile suorina, suor Faustina Kowalska, s’è vista consegnare un secolo fa da Gesù affidandolo poi al suo Diario un messaggio che avrebbe percorso la storia del mondo e della Chiesa rivelando oggi la sua straordinaria attualità: di cos’ha bisogno l’umanità, oggi, se non di misericordia, e di un messaggio simile che sgorga proprio dal cuore dell’Europa dilaniato da guerre, spartizioni, genocidi (Auschwitz è a un pugno di chilometri da Cracovia).

Anche di questo forse il Papa vorrà parlare ai giovani italiani, ai quali dedicherà una riflessione speciale mercoledì sera, in collegamento dalla Curia di Cracovia dove soggiornerà, durante la festa che concluderà la “Giornata degli italiani”. Dove? Davanti al Santuario della Divina Misericordia… La Giornata mondiale della gioventù 2016 sarà così: un gioco di richiami, una voce che si scopre e si ritrova, una strada che si apre dove si pensava ci fosse solo una prevedibile quotidianità.

Francesco Ognibene

© Avvenire, 23 luglio 2016

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