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Gioco d’azzardo: in Italia il mercato supera i 107 mld. In aumento quello online

A Palermo il Convegno nazionale: “Azzardo: per una svolta istituzionale a tutela della persona e del bene comune”, organizzato dalla Consulta Nazionale Antiusura “Giovanni Paolo II” in collaborazione con la Fondazione Antiusura “Santi Mamiliano e Rosalia”

La celebrazione eucaristica nella Cattedrale di Palermo ha aperto il convegno. A presiederla l’arcivescovo di Trapani, monsignor Pietro Maria Fragnelli, in sostituzione dell'arcivescovo del capoluogo siciliano, monsignor Corrado Lorefice, influenzato. La conclusione dei lavori davanti alla tomba del beato Pino Puglisi con la recita della preghiera di mons. Alberto D’Urso, presidente della Consulta Nazionale Antiusura, a San Matteo, patrono delle Fondazioni antiusura.

Alcuni dati emersi nel convegno

Dai dati diffusi nel corso del convegno risulta che il settore del gioco online è in piena espansione, passando dai 21 miliardi e 331 milioni del 2016, ai 32 miliardi del 2018. Ma è l’intero circuito a prosperare, se si considera sia il canale digitale che le installazioni fisiche come le slot machine: in Italia negli ultimi 25 anni, il consumo lordo di ‘gambling’ (gioco d’azzardo) è passato da un valore pari a 8,79 miliardi di euro ai 107 miliardi e 300 milioni del 2018, con un balzo del 4,5 per cento tra il 2017 e il 2018. E se i giochi d’azzardo con installazioni o punti di vendita fisici negli ultimi due anni accennano a diminuire in altre regioni (-9,80 in Piemonte, -2 nel Lazio, -3,70 in Liguria, per citare alcuni casi) in Sicilia sono aumentate, passando da 4263 giochi nel 2016 a 4472 del 2018. 

I guadagni della mafia sul gioco d'azzardo

Secondo il sociologo Maurizio Fiasco, consulente della Consulta Nazionale Antiusura, intervenuto al convegno: “Sul gioco d’azzardo on line la mafia batte lo Stato 5 a 1. Basti pensare che su 32 miliardi di gioco online registrati nel 2018, le entrate dello Stato sono state circa 330 milioni, pari a circa l’1 per cento. E - spiega Fiasco - se i concessionari prendono il 2 per cento, i proventi delle mafie sono pari a un miliardo e mezzo su 4 miliardi gestiti dai siti internet. Questo perché collegandosi con regolare concessione ai siti online per giocare, il sistema tecnologico consente lo switching verso i paradisi fiscali all’estero".

Le iniziative antiracket

Il Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, Annapaola Porzio, da parte sua afferma: “Nella debolezza ci si rifugia in alcune cose che possono fare la nostra felicità come il gioco d’azzardo. L’usura è un crimine disgustoso. Il nostro operato si fonda sulla prevenzione, ma si esprime anche con la repressione e il sostegno. Esiste una rete apposita e in questa confermo il nostro supporto”.
All’incontro, oltre alla presenza dei componenti della presidenza della Consulta Nazionale Antiusura e dei presidenti dei direttivi delle Fondazioni antiusura dell’Italia meridionale, hanno partecipato il prefetto di Palermo, Antonella De Miro, il sindaco Leoluca Orlando, il presidente del Tribunale di Palermo Salvatore Di Vitale, mons. Alberto D’Urso, presidente della Consulta Nazionale Antiusura, e il sottosegretario al Ministero dell’Interno, Luigi Gaetti.

Mons. D’Urso: “Distinguere tra gioco e azzardo compulsivo”

“Sull’azzardo dico che, per dare un'indicazione minima, abbiamo oltre 1000 euro a persona che vengono giocati", afferma nel suo intervento mons. D'Urso che poi specifica: "Mille euro a persona significa che c'è un numero notevole di persone che non è che giocano questa cifra, ma siccome sono tante le persone che non giocano, tante altre sono vittime di questo comportamento che gioco non è, perché c’è una distinzione tra gioco che socializza e azzardo che è compulsivo. Queste persone sono vittime di queste compulsioni e quindi non sanno farne a meno e, purtroppo, con la pubblicità ingannevole che invece di diminuire sta crescendo, e in tutte le forme, soprattutto adesso nel mondo dello Sport del calcio, non vengono aiutate”.

Mancanza di lavoro e gioco fanno crescere l'usura

Il presidente della Consulta Nazionale Antiusura prosegue: “Comprendiamo molto bene le preoccupazioni che accompagnano il cammino di vita di tante persone, tante famiglie, soprattutto di quelle che sono nella disperazione per mancanza di lavoro, le persone che sono sole e mi riferisco anche agli anziani, i bambini, che tante volte vengono portati nelle sale gioco anche dai genitori, che non soltanto sono incapaci di darsi una regola di vita ma anche di trasmettere regole di vita. Ma poi la preoccupazione riguarda l'aumento di coloro che, non potendo avere un lavoro che assicura il pane, ricorrono all’azzardo che si sta manifestando sempre più accanto alla mancanza di lavoro, una delle cause principale del sovraindebitamento e dell'usura”.

L'appello di mons. D'Urso alle istituzioni

Mons. D’Urso parla poi delle norme che i sindaci possono stabilire riguardo alle sale gioco, ad esempio alla distanza della sala da una scuola o da una chiesa e cita l'esistenza di "cittadine antislot" come Assisi. Senza contare quanto lo Stato dovrà pagare in futuro per aiutare le persone vittime del gioco d'azzardo ad uscire da questa dipendenza, a fronte dei ricavi immediati dal gioco stesso. Il suo è un appello rivolto alle istituzioni perchè "l'economia metta al centro la persona, la promozione del bene comune, a partire dai poveri, prima che il loro grido diventi incontrollabile. Per ora - dice -  lo si sta controllando ma, mortificando le persone e mortificando le speranze. Mi auguro che ognuno riscopra la propria vocazione perché la politica e un'arte e io mi auguro che ogni politico diventi un artista”.

Gaetti: “Disciplinare l'ingresso nelle sale gioco" 

Sulla necessità di una disciplina più severa riguardo al proliferare dei luoghi del gioco, e su quanto si sta già facendo, è intervenuto anche il sottosegretario Gaetti che tra l'altro ha detto“Il governo sta cercando di porre delle norme e ci sono alcuni provvedimenti già depositati al Parlamento nei quali si cerca di limitare fortissimamente l'apertura delle sale gioco e soprattutto di disciplinarne l'ingresso, quindi giocare esclusivamente con bancomat per cui tutti i passaggi devono essere registrati, e si sta cercando di lavorare molto per quel che riguarda la governance delle concessionarie e quindi che tutto sia in regola, che non siano in rapporto con le mafie". Per  quanto riguarda l'assistenza, il sottosegretario ha citato il decreto Balduzzi secondo cui "questi soggetti vanno trattati, quindi rientrano nei Lea, livelli essenziali assistenza", ma ha sottolineato che in questo ambito è essenziale il contributo delle associazioni, "perché solo le associazioni riescono a muovere quell’aspetto culturale, quell'aspetto che è estremamente importante non solo per avvicinare le persone ma per responsabilizzarle e quindi - conclude - l'aiuto che danno queste associazioni alle persone in difficoltà è l’elemento che io ritengo vincente in questa battaglia".

Un disegno di legge è già depositato in Commissione

Esiste un disegno di legge per contrastare la vicinanza dei luoghi in cui si gioca a chiese, scuole, luoghi si aggregazione, conferma Gaetti, è depositato alla Commissione Affari sociali della Camera e cerca di disciplinare norme che già a livello locale molti comuni e alcune regioni hanno fatto.  Tutto questo può, dunque, diventare sistemico - dice ancora - in modo tale che ci possa essere una uniformità nazionale, onde evitare che poi i ricorsi al TAR diano ad esempio interpretazioni su cavilli, e quindi si possa regolamentare gli spazi, regolamentare le aperture e le possibilità di gioco”.

Alessandra Zaffiro - Palermo

© www.vaticannews.va, mercoledì 20 febbraio 2019

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