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I soldi per il terremoto? Li donano i poveri del Bangladesh

Hanno raccolto 470 euro per i terremotati dell’Italia centrale in vista dell’imminente Natale: sembrano pochi, ma sono tantissimi quando a raccoglierli sono stati alcuni generosissimi bambini che frequentano una scuola parrocchiale a Dhaka

Hanno raccolto 470 euro per i terremotati dell’Italia centrale in vista dell’imminente Natale. Potrà sembrare  una cifra modesta, persino irrisoria. Ma le cose cambiano sapendo che quei soldi arrivano da uno dei Paesi più poveri del mondo, il Bangladesh, agli ultimi posti nella classifica Onu dello sviluppo umano.

Ancor più interessante è scoprire che, a compiere quel piccolo ma eloquente gesto di solidarietà, sono stati alcuni bambini che frequentano la scuola parrocchiale di Mirpur 2, nell’immensa periferia della capitale Dhaka. Molti di essi sono cattolici, ma non mancano indù e, ovviamente, musulmani: in Bangladesh l’islam costituisce, infatti, la religione del’90% dell’intera popolazione; i 130 milioni di fedeli islamici ne fanno il quarto Paese musulmano al mondo, dopo Indonesia, Pakistan e India.

Il parroco di Mirpur 2 - padre Quirico Martinelli, comasco di Uggiate, classe 1949 - è un missionario del Pime, in Bangladesh dal 1974. Racconta: «I nostri bambini hanno visto alla televisione le immagini dolorose di tante distruzioni in Italia centrale e sono rimasti molto colpiti e addolorati. Perciò, nella Santa Messa della domenica non mancano mai le preghiere per tutti i bambini italiani che soffrono e sono senza casa e senza scuola, perché il Signore sia loro vicino e doni loro la sua forza». Continua padre Quirico: «Nella nostra scuola gli insegnanti hanno organizzato una colletta per i bambini italiani, con questa motivazione: “Noi abbiamo ricevuto tanto dai benefattori italiani e ora vogliamo far arrivare, entro Natale, il nostro piccolo contributo ai bambini italiani che soffrono”. Ebbene, tutti hanno collaborato, al di là delle differenze religiose». I ragazzi, inoltre, hanno realizzato un tabellone con tutti i dati del terremoto, indicando paesi colpiti, scuole distrutte, il numero di morti e sfollati, con l’aggiunta di alcune foto prese da internet. 

L’iniziativa degli alunni di Mirpur 2 è particolarmente significativa se si tiene conto del complesso contesto sociale e politico in un Paese che, sino a poco tempo fa era considerato tollerante e moderato e che invece, a partire dall’ottobre 2015, è balzato, suo malgrado, sotto i riflettori della cronaca a motivo dell’escalation improvvisa del terrorismo islamico. Quattordici mesi or sono, infatti, un volontario italiano, Cesare Tavella, è stato ucciso da estremisti e di lì a poco è toccato a un cooperante giapponese. Il 13 novembre 2015 è toccato  un confratello di padre Quirico, il lecchese Piero Parolari sfuggire a un attentato a Dinajpur, nel nord del Paese: gli hanno sparato da vicino, ma fortunatamente senza gravi conseguenze. Nel luglio scorso l’evento più drammatico, l’attentato nel quartiere-bene della capitale Dhaka, in cui sono morti  nove italiani e altri stranieri. 

«Mai era capitato, prima d’ora, qui in Bangladesh che gli stranieri fossero nel mirino dei terroristi – conclude padre Quirico -. Sembra si tratti di gesti di “pazzia isolata”, dovuta anche al contagio ideologico internazionale, che ha origine nelle guerre senza fine del Medio Oriente. Ora sembra tornata un po’ di normalità. Anche la nostra gente qui, ha sofferto con noi in questi momenti così difficili. Speriamo e preghiamo che il Natale porti un po’ di pace a tutti». 

© www.famigliacristiana.it, 22 dicembre 2016

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