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Il Belgio fa il primo passo verso l'eutanasia sui bambini malati

Una commissione di Bruxelles ha approvato il testo della legge, che ora passa all'esame del Parlamento, che potrebbe fare del Belgio il primo Paese al mondo ad abolire la previsione di un limite di età.

Il Belgio ha compiuto un ulteriore passo nell'autorizzare l'eutanasia anche dei bambini malati, a prescindere dalla loro età. Una commissione del Parlamento di Bruxelles ha infatti approvato il testo della legge, che ora passa all'esame dell'aula, e potrebbe fare del Belgio il primo paese al mondo ad abolire la previsione di un limite di età per la cosiddetta "dolce morte". Il testo approvato autorizza - con il consenso obbligatorio dei genitori e l'assistenza di uno psicologo chiamato a certificare la consapevolezza e la capacità di giudizio del bambino - l'eutanasia, senza citare alcun limite di età. Nella vicina Olanda, ad esempio, la pratica è possibile solo dai 12 anni in poi e dal 2002 si sono registrati solo 5 casi.

Secondo il testo adottato per 13 voti a favore contro 4 contrari, potrà essere praticata l'eutanasia a quei minori che si trovano di fronte a "sofferenze fisiche insopportabili e inguaribili, in fase terminale", se richiesta da loro stessi e "con l'accordo dei genitori". A votare a favore nelle commissioni Affari sociali e Giustizia del Senato belga, tutte le forze politiche belghe ad accezione dei cristianodemocratici francofoni e fiamminghi (chH e CD&V) e del partito di estrema destra fiammingo Vlaams Belang. Ora il testo dovrà passare in plenaria.

© Avvenire, 27 novembre 2013

 

Belgio pronto a dire «sì» all’eutanasia sui bambini

 

 

 

L’estensione del diritto di richiesta di eutanasia anche ai minori e alle persone affette da demenza in Belgio, al centro di durissime controversie, arriva alle battute finali. Oggi infatti è atteso il voto nella commissione competente al Senato di Bruxelles, e i voti non dovrebbero mancare. Si è infatti confermata un’ampia maggioranza – che non coincide con quella che sostiene il governo del socialista Elio Di Rupo – che vede alleati socialisti e liberali fiamminghi e valloni, e i nazionalisti fiamminghi. Contrari restano i cristianodemocratici valloni e fiamminghi. E dopo il voto in Commissione toccherà al Parlamento decidere.

Al centro è l’estensione di una legge, in vigore già dal 2002 in Belgio, che consente ad adulti malati di chiedere ai sanitari un’iniezione letale per porre fine a gravi malattie e a sofferenze, o anche di lasciare indicazioni sulle proprie volontà, ad esempio in casi di demenza da Alzheimer, con validità massima però di cinque anni.

Quattro senatori (Socialisti e liberali fiamminghi e valloni) hanno lanciato la proposta di consentire anche ai minori di scegliere l’eutanasia facendo riferimento alla «capacità di discernimento» del bambino con la «garanzia che ciò che esprime sia ciò che comprende», a valutarlo saranno psichiatri dell’età evolutiva e psicologi. Inoltre la modifica prevede che la dichiarazione anticipata possa essere illimitata, ampliando dunque enormemente le possibilità di eutanasia di persone dementi anche a distanza di vent’anni da una loro vecchia dichiarazione.

Tuttavia le proteste non si placano, a inizio novembre fa è giunto anche un appello dei rappresentanti di tutte le principali religioni in Belgio, tra cui monsignor André-Joseph Léonard, presidente della Conferenza episcopale belga. Un testo in cui si mette in guardia da una «logica che conduce a distruggere le fondamenta della società». Una pressione che non ha impedito di arrivare al voto di oggi, ma ha almeno costretto i partiti ad alcune piccole smussature alla legge nel corso dei negoziati per un compromesso sul testo unico. La più importante è che, almeno, non basterà la semplice richiesta del minore, ma sarà necessario comunque l’assenso dei genitori o dei tutori legali. In più, è stato rimosso il riferimento alle sofferenze psicologiche come motivazione per chiedere l’eutanasia, lasciando esclusivamente quella delle «sofferenze fisiche intollerabili».
«Occorre togliere di mezzo – ha ammesso la deputata liberale Christine Defraigne, una dei sostenitori dell’estensione della legga – questioni che possono avere a che fare con la depressione degli adolescenti». Una parziale, purtroppo insufficiente ammissione, del gravissimo problema di fondo.

Giovanni Maria Del Re
© Avvenire, 26 novembre 2013
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