Il Pacelli «segreto», nuova luce sulla Shoah?
Lo ha annunciato il Prefetto dell’Archivio, monsignor Sergio Pagano, intervenendo col cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, col cardinale Raffaele Farina, Archivista e Bibliotecario del Vaticano e col sindaco di Roma Gianni Alemanno, alla presentazione della mostra Lux in Arcana. L’Archivio segreto si rivela, che si terrà a febbraio in Campidoglio.
Manifestazione che proporrà un centinaio di documenti storici di grande rilevanza, già noti agli studiosi, ma che non sono mai usciti dalla Città del Papa né, tanto meno, sono conosciuti dal grande pubblico. Nell’occasione monsignor Pagano ha confermato la presenza in mostra di alcuni, «pochi», documenti relativi agli anni fra il 1940 e il 1945, in qualità di «eccezione alla chiusura dell’Archivio su Papa Pio XII».
Per ora, infatti, l’Archivio è consultabile fino al 1939, anno della morte di Pio XI. Così, a febbraio in Campidoglio andranno «quattro o cinque pezzi emotivi e non documentali, riguardanti memorie e diari dai campi di concentramento e fotografie, anche orribili, della tragedia della guerra». Testi che non aggiungono nulla a quanto già si conosce del pontificato «tribolato e lucidissimo» di Pio XII. Sollecitato sul concetto di «pezzi emotivi», monsignor Pagano ha proposto l’esempio di alcuni documenti sul genocidio armeno, che saranno proposti in mostra: «Se leggo i testi che illustrano le procedure di tortura utilizzate dagli ottomani nei confronti degli armeni alla fine della Prima guerra mondiale, provo un orrore e un dolore insopprimibili, persino la vergogna di appartenere al genere umano, che sarebbe insuperabile se non ci fosse la fede.
Documenti emotivi, in grado di suscitare emozioni forti, a differenza di altre carte prettamente documentali... Squartavano il grembo di donne incinte dopo essersi giocati a dadi il sesso del feto, che poi uccidevano con la baionetta...». Lo stesso Pagano ha annunciato che in un libro di prossima pubblicazione verrà data ampia informazione delle carte sul genocidio armeno conservate in Vaticano. Dicevamo di Pio XII.
L’Archivio, come ha anche ricordato il cardinale Farina, è impegnato da quattro anni nella «riorganizzazione» delle carte su Papa Pacelli. Un lavoro che una volta concluso verrà consegnato al Santo Padre, al quale spetta di decidere se renderlo pubblico. «Noi – ha aggiunto monsignor Pagano – abbiamo fondate speranze che con questa documentazione si potrà far luce su questo periodo della storia della Chiesa e dell’umanità... L’impressione è che questi testi messi a confronto con quanto già si conosce dagli archivi inglesi, francesi e tedeschi forniranno un contributo... succulento, mettendo in luce tanti argomenti che oggi si discutono acriticamente perché mancano le fonti; completeranno le edizioni di certi fatti storici; illumineranno le figure di certi ambasciatori durante quel tragico periodo. Ma soprattutto, credo, faranno luce piena sul pontificato di un uomo che ha tribolato molto e ha fatto moltissimo per difendere chi soffriva, sia durante la guerra che dopo».
La mostra Lux in arcana si terrà nelle sale dei Musei capitolini che, nei fatti, nacquero per volontà di un papa, Sisto IV, che nel 1471 donò al popolo romano la famosa lupa bronzea e altri tesori archeologici, stabilendo che venissero conservati nell’attuale sede di Palazzo dei Conservatori in Campidoglio. La data di febbraio 2012 coincide con i quattrocento anni dell’istituzione degli Archivi vaticani. Un doppio ricorso storico che è stato più volte commentato durante la presentazione della mostra in quanto, ha suggerito il cardinale Bertone, «supera certi stereotipi sulle due opposte sponde del Tevere».
Non è un caso, insomma, se per la prima uscita dal Vaticano di documenti dell’Archivio segreto, è stata scelta la sede del Campidoglio. Allo stesso tempo il cardinale Farina ha rilevato che fra gli obiettivi dell’iniziativa c’è non solo la volontà di proseguire nel già fecondo dialogo fra Chiesa e cultura, ma anche la volontà di fornire una chiara risposta alla vulgata (alimentata da recenti iniziative editoriali e cinematografiche) che vuole il Vaticano luogo di segreti e misteri. In realtà l’Archivio segreto è aperto alla consultazione degli studiosi fin dal 1881, «in una condivisione con le altre istituzioni per innalzare il livello della conoscenza e per uscire dallo stereotipo a cui conduce molta della cosiddetta cultura di massa corrente».
Naturalmente l’enorme quantità di documenti dell’Archivio (85 chilometri di scaffali) consente solo di metterne in mostra una parte. Per l’occasione sono stati scelti esemplari di varie epoche, fra i quali il Dictatus Papae di Gregorio VII (1073-1085); la Deposizione dell’Imperatore Federico II (1245); alcuni documenti sulla causa matrimoniale di Enrico VIII (1530); autografi di Michelangelo, di Raffaello e di altri artisti; tutti i documenti che si sono salvati del processo a Galilei (1616-1633), con le deposizioni autografe e la lettera originale del cardinale Bellarmino; una lettera su corteccia di betulla degli indiani d’America a Leone XIII; carte sul Risorgimento e sulla presa di Roma.
Testi antichi per la cui integrità verranno allestite vetrine a climatizzazione e luminosità condizionate. Appositi supporti multimediali consentiranno inoltre di entrare nell’Archivio segreto vaticano per conoscerne l’attività di ricerca e di servizio alla storia e alla cultura.