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Il Papa alle Chiese orientali: trovare vie verso una piena unità

Il dialogo teologico attuale tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa cerca una comprensione comune del primato e della sinodalità al servizio dell’unità della Chiesa. Così il Papa ricevendo in udienza i partecipanti al convegno promosso dalla Società per il Diritto delle Chiese Orientali

Un’attività di studio “di fondamentale aiuto al dialogo ecumenico” quella portata avanti dalla Società per il Diritto della Chiese Orientali, che riunisce esperti di diverse Chiese, Orientali cattoliche, Ortodosse e Ortodosse orientali. Lo mette in luce il Papa incontrando, stamani, i circa 80 partecipanti al Convegno promosso dall’Associazione, per il cinquantesimo di fondazione. “Quante cose possiamo imparare gli uni dagli altri”, in tutti i campi della vita ecclesiale: dalla teologia alla vita spirituale e liturgica fino all’attività pastorale e anche nel campo del diritto canonico, sottolinea il Papa, soffermandosi proprio su quanto il diritto canonico sia "essenziale” al dialogo ecumenico che, a sua volta, lo arricchisce.

Nel suo discorso il Papa riprende, quindi, il tema del congresso svoltosi presso il Pontificio Istituto orientale: «Cinquant’anni di incontro tra le Chiese orientali: come il Diritto canonico contribuisce al dialogo ecumenico». Per spiegare proprio quest'importanza, il Papa fa l’esempio della sinodalità. Da una parte, infatti, si può imparare dall’esperienza sinodale di altre tradizioni, specialmente delle Chiesa orientali, e dall’altra - sottolinea -  “il modo in cui la Chiesa vive la sinodalità è importante per le sue relazioni con gli altri cristiani”. Si tratta di una “sfida ecumenica”: l’impegno ad edificare una Chiesa sinodale è “gravido di implicazioni ecumeniche”, rimarca il Papa, richiamandosi al discorso rivolto in occasione del 50.mo anniversario dell’istituzione del Sinodo dei vescovi nel 2015.

Basandosi sul comune patrimonio canonico del primo millennio, il dialogo teologico attuale tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa cerca precisamente una comprensione comune del primato e della sinodalità, e delle loro interrelazioni, al servizio dell’unità della Chiesa. Cari amici, anche il vostro studio ha una dimensione sinodale: voi camminate insieme e, nell’ascolto reciproco, confrontate le vostre tradizioni ed esperienze per trovare vie verso una piena unità. . Sono grato per il vostro lavoro che, ne sono sicuro, potrà essere di grande aiuto non solo per lo sviluppo del diritto canonico ma soprattutto per avvicinarci sempre più al compimento della preghiera del Signore: «Che tutti siano una sola cosa, [...] perché il mondo creda»

Fin dall’inizio del suo discorso il Papa aveva approfondito questa rilevanza del diritto canonico nel dialogo ecumenico, spiegando che “molti dei dialoghi teologici” che la Chiesa cattolica conduce in particolare con la Chiesa Ortodossa e le Chiese Ortodosse orientali “sono di natura ecclesiologica” e hanno, quindi, anche una dimensione canonica. 

Ad ideare la Società per il Diritto delle Chiese Orientali nel 1969, cioè poco dopo il Concilio Vaticano II, fu padre Ivan Žužek, che tanto ha lavorato al Codice dei Canoni delle Chiese Orientali. In questi giorni l'organizzazione si è, appunto, riunita nel convegno a Roma per questo giubileo che – ricorda Francesco – “mi ha offerto la gioia di riabbracciare il mio caro fratello, il Patriarca Bartolomeo”, vice-presidente dell’associazione, che il Papa ha incontrato martedì scorso a Casa Santa Marta. Il giorno prima, Bartolomeo aveva infatti partecipato all’inaugurazione del congresso. Un abbraccio che segue la lettera inviata dal Papa stesso, la settimana passata, per spiegare il dono di alcuni frammenti delle reliquie dell’Apostolo Pietro, offerte a Bartolomeo il 29 giugno di quest’anno.

Debora Donnini - Città del Vaticano

© www.vaticannews.va, giovedì 19 settembre 2019

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