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Il Papa: «Il perdono si impara in famiglia»

Papa Francesco ha celebrato domenica la Messa nella festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

"Nell'anno della misericordia, ogni famiglia cristiana possa diventare luogo privilegiato in cui si sperimenta la gioia del perdono". È stata questa la preghiera di Papa Francesco nell'odierna celebrazione del "Giubileo delle famiglie", primo appuntamento dell'anno santo straordinario.

Pellegrinaggio e vita di tutti i giorni, amore e perdono, momenti di gioia e difficoltà sono stati questi i temi al centro dell'omelia della Messa per le famiglie. Papa Francesco ha ricordato domenica - nel giorno della Festa della Santa Famiglia - il viaggio a Gerusalemme di Maria e Giuseppe con Gesù. “Il pellegrinaggio - ha detto il Papa - non finisce quando si è raggiunta la meta del santuario, ma quando si torna a casa e si riprende la vita di tutti i giorni”.

Nell'omelia, il Papa ha ricordato che "il perdono è l'essenza dell'amore che sa comprendere lo sbaglio e porvi rimedio".
Secondo Francesco, "è all'interno della famiglia che ci si educa al perdono, perché si ha la certezza di essere capiti e sostenuti nonostante gli sbagli che si possono compiere".

Francesco ha ricordato nella sua omelia l'episodio di Gesù adolescente che si sottrae alla vigilanza dei gernitori per andare nel Tempio a insegnare, "provocando una grande pena a Maria e Giuseppe che non lo trovavano più". "Per questa sua 'scappatella', probabilmente - ha osservato Papa Francesco - anche Gesù dovette chiedere scusa ai suoi genitori. Il Vangelo non lo dice, ma credo che possiamo supporlo. La domanda di Maria, d'altronde, manifesta un certo rimprovero, rendendo evidente la preoccupazione e l'angoscia sua e di Giuseppe". E così "tornando a casa, Gesù si è stretto certamente a loro, per dimostrare tutto il suo affetto e la sua obbedienza", ha rilevato Bergoglio spiegando che i problemi e le incomprensioni che tutte le famiglie incontrano si rivelano alla fine, come in questo caso, delle "opportunità".

"Fanno parte del pellegrinaggio della famiglia anche questi momenti - ha affermato il Papa - che con il Signore si trasformano in opportunità di crescita, in occasione di chiedere perdono e di riceverlo, di dimostrare l'amore e l'obbedienza".

© Avvenire, 28 dicembre 2015

 

All'Angelus

Appello per i migranti cubani, vittime della tratta

 

Papa Francesco ha lanciato domenica all'Angelus un appello per «i numerosi migranti cubani che si trovano in difficoltà in Centroamerica, molti dei quali sono vittime del traffico di esseri umani».

«Invito i Paesi della Regione - ha detto dopo l'Angelus - a rinnovare con generosità tutti gli sforzi necessari per trovare una tempestiva soluzione a questo dramma umanitario».

Al termine della Messa celebrata nella Basilica Vaticana nella Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, Papa Francesco si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro per il Giubileo delle Famiglie.

Al centro della preghiera l’esempio e la testimonianza della Santa Famiglia: «Ogni famiglia può trarre indicazioni preziose per lo stile e le scelte di vita, e può attingere forza e saggezza per il cammino di ogni giorno. La Madonna e san Giuseppe insegnano ad accogliere i figli come dono di Dio, a generarli e educarli cooperando in modo meraviglioso all’opera del Creatore e donando al mondo, in ogni bambino, un nuovo sorriso».

«È nella famiglia unita che i figli portano a maturazione la loro esistenza, vivendo l’esperienza significativa ed efficace dell’amore gratuito, della tenerezza, del rispetto reciproco, della mutua comprensione, del perdono e della gioia».

© Avvenire, 28 dicembre 2015

 

Il messaggio ai Giovani di Taizé

Il Papa ai giovani di Taizé: siate oasi di misericordia

 

Diventare “oasi di misericordia”, in particolare per “i numerosi migranti che hanno così bisogno di essere accolti”.

Lo scrive Papa Francesco in un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, inviato ai giovani che partecipano a Valencia, in Spagna, al 38.mo incontro europeo della Comunità ecumenica di Taizé, che inizierà il 28 dicembre e si concluderà il primo gennaio.
Sono 30mila i ragazzi che hanno deciso di trascorrere la fine dell’anno in preghiera con la comunità ecumenica di Taizé. Il gruppo più numeroso proviene dalla Polonia con 3mila giovani. Seguono Ucraina (2.000), Germania (1.500), Francia (1.500) e Italia (1.000).

Il Papa – si legge nel messaggio – apprezza la scelta dei giovani di voler approfondire, nel loro raduno annuale, il tema della Misericordia e li ringrazia per il loro impegno in questo senso con tutte le forze creative e l’immaginazione proprie della giovinezza.

“Anche voi - prosegue il messaggio - desiderate che la Misericordia si manifesti in tutte le sue dimensioni, incluse quelle sociali. Il Papa vi incoraggia a continuare su questa strada, ad avere il coraggio della Misericordia, che vi condurrà non solo a riceverla per voi stessi, nella vostra vita personale, ma anche ad essere vicini a coloro che sono nelle difficoltà. Voi sapete che la Chiesa è qui presente per tutta l’umanità e laddove sono i cristiani, ciascuno dovrebbe poter trovare un’oasi di Misericordia. Questo è ciò che le vostre comunità possono diventare”.

Francesco ricorda frère Roger, fondatore della Comunità di Taizé: egli amava i poveri, i più svantaggiati, coloro che apparentemente non contavano niente e ha saputo mostrare attraverso la sua vita che la preghiera va insieme con la solidarietà umana. “Attraverso la vostra esperienza di solidarietà e misericordia – conclude il Pontefice - possiate voi vivere questa esigente felicità, così ricca di significato, alla quale il Vangelo vi chiama”.

Ai giovani di Taizé sono arrivati messaggi da tutti i leader delle Chiese cristiane. Il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, ricorda che “l’anno appena concluso è stato caratterizzato dall’impronta purtroppo rinnovata dell’odio. Gli attentati e gli attacchi terroristici non hanno cessato di minacciare la pace sul nostro pianeta. Di fronte a tanta incertezza e tanta paura, dobbiamo portare i nostri cuori sopra le acque fangose della malvagità”. E aggiunge: "La grandezza dell'umanità è rispondere alla paura con l'amore".

L’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, leader spirituale della Comunione anglicana, augura all’Incontro europeo dei giovani di essere “segno di speranza” per l’umanità e “vincere lo stato d’animo di disperazione che pervade il mondo a causa di tanti conflitti e ingiustizie che gli esseri umani infliggono ad altri esseri umani”.

Il reverendo Olav Fykse-Tveit, segretario generale del Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc), sottolinea come i giovani sono al cuore delle sfide del mondo ma sono anche la risorsa fondamentale per cambiarlo. “Possiamo rafforzare la volontà di cambiare il mondo, dimostrando che il cambiamento è possibile”.

Frère Alois, priore della Comunità di Taizé, che ha appena trascorso la notte di Natale con i cristiani di Homs, ospite del vescovo melkita. “In tutto il Mondo – spiega frère Alois in una riflessione che verrà consegnata ai giovani a Valencia -, nuove difficoltà, legate alle migrazioni, ecologiche, sociali, sono una sfida per credenti di differenti religioni e anche per non credenti. La violenza armata provoca terribili devastazioni in nome di ideologie disumane".

© Avvenire, 28 dicembre 2015

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