La Cei: no alle convivenze pre-nozze
Riaffermare tra i giovani e gli adolescenti il valore del "pudore" e  della "castità", come "i due valori più importanti per giungere alla  maturità affettiva", in un clima culturale e sociale segnato da una  diffusa "banalizzazione della sessualità". È uno dei punti degli  "Orientamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla  famiglia" pubblicati dalla Cei, presentati oggi ad Assisi da mons. Enrico Solmi, vescovo di Parma e presidente della Commissione Episcopale per la famiglia e la vita.
"Gli  adolescenti - si legge nel documento -, assediati da un clima generale  fortemente erotizzato nella comunicazione, nella moda, nei modelli  proposti, devono essere guidati ad acquisire un sano senso critico. In  tale prospettiva, la comunità cristiana offre i giusti anticorpi nei  confronti del consumismo dilagante e della spudoratezza, della  banalizzazione e della superficialità, che inquinano affettività e  coniugalità".
I vescovi indicano come "particolarmente  importanti" per gli adolescenti e i giovani, in tale prospettiva, "le  esperienze di condivisione nei gruppi parrocchiali, nelle associazioni, e  nei movimenti, nel volontariato, nel servizio in ambito sociale e nei  territori di missione".
"I due valori più importanti per giungere  alla maturità affettiva sono quelli del pudore e della castità - si  legge ancora negli Orientamenti -, di cui la vita all'interno della  comunità cristiana deve favorire l'acquisizione. Il pudore riporta alla  parte più intima e preziosa della persona, facendo comprendere che la  sessualità non è solo ricerca del piacere, ma ricerca di una persona  nella sua unicità e dignità".
Per i vescovi, "vanno sostenute,  fin dai primi anni di vita, la scoperta e l'accoglienza della differenza  sessuale e la bellezza della reciprocità fra il maschile e il  femminile". "Il pudore - spiegano - custodisce e tutela i valori intimi e  profondi della persona; non limita la sessualità, ma la protegge e  l'accompagna verso un amore integrale e autenticamente umano". A tal  fine, "occorre educare al pudore fin dalla fanciullezza".
Il  testo Cei sottolinea quindi "il significato morale e pedagogico della  castità", grazie alla quale "la sessualità è posta a servizio dei valori  più alti a cui deve tendere", facendo sì che essa divenga "il mezzo di  un amore umano autentico, quale poi si manifesterà compiutamente,  secondo distinte modalità, nella vocazione matrimoniale o verginale". 
 
LE CONVIVENZE
"Non  possiamo rassegnarci a un generale senso di impotenza di fronte al  dilagare di un fenomeno che coinvolge sempre più persone verso le quali  la comunità cristiana deve sviluppare una prudente attenzione  pastorale". Lo scrivono i vescovi italiani, a proposito del sempre più  alto numero di convivenze, negli "Orientamenti pastorali sulla  preparazione al matrimonio e alla famiglia". Dopo aver sottolineato che  "oggi molte coppie si presentano a chiedere il matrimonio cristiano e a  compiere il cammino di preparazione in una condizione di convivenza", i  vescovi osservano che oggi si assiste a una specie di "paralisi del  desiderio", "quasi che i grandi desideri restino come paralizzati senza  riuscire a formulare un vero progetto di vita".
"Difficilmente si  va a convivere avendo un progetto - spiegano -. Talvolta è una  decisione determinata dalle circostanze, presa perché intimoriti dalle  difficoltà. In altri casi non è una vera scelta, ma si è mossi da  un'abitudine acquisita nel frequentarsi".  "Si cede talvolta alle  distanze date dalla mobilità lavorativa - proseguono - o alla sensazione  di inadeguatezza nel vivere ancora in casa con i propri genitori, nella  fatica di trovarsi adulti ma praticamente incapaci di compiere un passo  decisivo".
Secondo i vescovi, "la paura prende quindi il  sopravvento sul desiderio. Da una parte si vorrebbe condividere la vita  con la persona che si ama, dall'altra si ha paura di legarsi in modo  definitivo". E rilevano che "ancora appare opportuno intensificare la  comunione in un progetto che veda coinvolta la pastorale familiare,  giovanile, catechistica, per analizzare il fenomeno e trovare nuove  forme di iniziative comuni". 
NO AGLI ECCESSI NELLE CELEBRAZIONI DEI MATRIMONI
I  vescovi dicono no agli eccessi e agli sperperi nella celebrazione dei  matrimoni. "Oggi più che mai, occorre un profondo invito alla sobrietà  nel vivere la preparazione dell'evento", si legge negli "Orientamenti".  La celebrazione delle nozze, suggeriscono, può essere occasione per atti  di "carità", "con gesti di condivisione verso i poveri e per mostrare  attenzione alle necessità della comunità parrocchiale". Riguardo al  luogo della celebrazione, sottolinea il documento presentato oggi ad  Assisi da mons. Enrico Solmi, "il luogo normale delle nozze è la  comunità della parrocchia nella quale i fidanzati sono inseriti e alla  cui vita e missione prendono parte".      
COSTRUIRE LA FAMIGLIA RINOVA LA SOCIETA'
Solo  "costruire la famiglia rinnova la società", in quanto la famiglia si  pone come "cellula vivificante e risorsa feconda" che "partecipa alla  vita della società per far crescere in umanità i suoi membri". È un  altro passaggio degli Orientamenti. La famiglia, spiega il documento,  "alimenta la coesione sociale e ne è l'autentica sorgente". "Educare  all'amore e accompagnare nel percorso del fidanzamento sembrano, oggi,  imprese particolarmente difficili, per alcuni, addirittura,  improponibili, ritenendo che i mutamenti culturali e sociali siano tali  da mettere radicalmente in discussione l'esistenza stessa dell'istituto  del matrimonio", ha sottolineato - presentando il testo - monsignor  Enrico Solmi. Nell'attuale contesto, ha aggiunto il presule, sembra  "perdere valore la condizione del fidanzamento a favore di ormai diffuse  forme di convivenza, prematrimoniali o permanenti o almeno 'finchè ci  vogliamo bene'. Ed anche il percorso di educazione all'amore pare  seguire questa deriva, a tutto vantaggio della pretesa di una neutra  informazione che assicuri un esercizio della sessualità privo di rischi  per sè e per gli altri". In questo contesto, l documento dei vescovi, ha  concluso Solmi, è motivato dalla considerazione che "la comunità  cristiana conosce bene queste posizioni e le scelte che ne derivano, ma  riconosce ancor più e ribadisce il valore e la fiducia nella persona  umana come essere educabile all'amore totale, unico, fedele e fecondo,  come è l'amore degli sposi, attraverso un percorso progressivo e  coinvolgente".
© Avvenire, 9 novembre 2012
Leggi o scarica l'intero documento, clicca qui
            