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La novità. Cei, addio alla prolusione. Ecco come cambia il «Parlamentino» dei vescovi

Riforma nel segno del dialogo e della collegialità per valorizzare la ricchezza della Chiesa italiana. Solo un'introduzione e grande spazio alla discussione. Parla il cardinale presidente Bassetti

È stata forse l’ultima prolusione nella storia della Cei quella che lunedì scorso ha pronunciato il cardinale presidente Gualtiero Bassetti di fronte al Consiglio permanente. La svolta era nell’aria. Ed è stata approvata durante i lavori di questi giorni. La “riforma” è figlia di quello stile aperto al dialogo che vuole portare in Circonvallazione Aurelia a Roma l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, da otto mesi alla guida della Conferenza episcopale italiana. Così a partire dal prossimo Consiglio permanente – che si terrà a marzo – la prolusione verrà sostituita da «una breve introduzione, subito seguita da un confronto sui temi di fondo della Chiesa e del Paese», spiega Bassetti ad Avvenire prendendo a prestito le parole con cui ha presentato la proposta di fronte ai vescovi riuniti fino a ieri. Lo stesso cardinale aveva anticipato al quotidiano dei cattolici le sue intenzioni lo scorso ottobre. E adesso il Comunicato finale del Consiglio permanente appena concluso annuncia la novità.

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L’introduzione avverrà a porte chiuse. Poi, in base allo schema adottato, ampio spazio verrà dato alla discussione. E «il contributo collegiale sarà destinato a confluire in un testo del presidente collocato a conclusione dei lavori che a questo punto valorizzerebbe il dibattito interno e avrebbe la forza del discernimento comunitario», afferma il porporato. La conclusione sarà aperta ai media, mentre il Comunicato finale avrà la forma di un testo che raccoglie le decisioni assunte dal Consiglio sulla base dell’ordine del giorno e che viene presentato nella conferenza stampa conclusiva. Secondo Bassetti, si tratta di una vera e propria «scelta ecclesiale di camminare sempre più insieme» che «rimane la ragione di fondo che muove il confronto come anche le diverse modalità di svolgimento dei nostri lavori».

Il comunicato finale del Consiglio episcopale permanente

In Italia il grande incontro di tutti i vescovi del Mediterraneo

Era il 1958 quando il “sindaco santo” di Firenze, Giorgio La Pira, faceva nascere i “Colloqui mediterranei” con lo scopo di «cooperare alla costruzione della pace». A distanza di sessant’anni il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, lancia alla scuola del politico democristiano un “Incontro di riflessione e di spiritualità per la pace nel Mediterraneo” – promosso dalla Conferenza episcopale italiana – che coinvolgerà i vescovi cattolici di rito latino e orientale dei Paesi che si affacciano sulle sponde del Mediterraneo. Un incontro che, spiega il cardinale ad Avvenire, «si colloca idealmente sul solco della profetica visione di Giorgio La Pira. Il quale era solito definire il Mediterraneo in due modi: come una sorta di “grande lago di Tiberiade” e come il mare che accomunava la “triplice famiglia di Abramo”». L’incontro che è ha «suscitato un consenso unanime» nel Consiglio permanente appena terminato – si legge nel Comunicato finale – si terrà in Italia ma la sede non è stata ancora definita.

Giacomo Gambassi

© Avvenire, giovedì 25 gennaio 2018

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