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La "Visita ad Limina" dei Vescovi Pugliesi

Intervista a Monsignor Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari-Bitonto e Presidente della Conferenza Episcopale Pugliese, in occasione della vista ad limina dei vescovi pugliesi presso Papa Francesco, dal 13 al 16 maggio 2013. L’intervista, realizzata dalla RAI Puglia, è andata in onda nel tg regionale sabato 11 maggio in due trance alle 14 e alle 19,30.

1 – Non si è ancora spenta l’eco delle festività per San Nicola di Bari che i vescovi pugliesi realizzano la visita ad limina da Papa Francesco. Una opportunità per rappresentare al meglio la vocazione primaria della nostra terra, ponte tra oriente ed occidente, espressione più autentica dell’ecumenismo. In più siamo anche alla vigilia della canonizzazione dei Martiri di Otranto.

Quante occasioni per poter ringraziare il Signore. Sappiamo che San Nicola è il santo dell’Oriente e dell’Occidente e anche la Celebrazione che abbiamo vissuto con i nostri fratelli ortodossi e con i cristiani di altre confessioni, ci permette di sottolineare come la vocazione ecumenica della Puglia è fondamentale.

Vivendo la visita ad limina presso il Papa Francesco noi sottolineeremo ulteriormente questa vocazione della Puglia.

Vorrei cogliere l’occasione per spiegare che cosa significa visita ad limina. In fondo è una tradizione molto bella che risale addirittura ai tempi di San Paolo, quando lui va dai Galati e desidera che presentino i loro problemi; la visita ad limina apostolorum significa “presso le tombe degli apostoli”, “presso la casa degli apostoli”. E lì, da parte dei vescovi di una regione ecclesiale si presentano i vari problemi da un punto di vista religioso, storico, culturale, sociale.

Diventa un modo per vivere la collegialità della Chiesa, la comunione della Chiesa, la corresponsabilità di tutte le Chiese con colui che è chiamato a confermare la fede dei fratelli: il successore di Pietro. Naturalmente questo è preceduto da un momento altissimo della nostra vita religiosa pugliese, cioè la canonizzazione dei Martiri di Otranto. Questi 800 Martiri, un popolo intero che ha preferito morire piuttosto che abdicare la propria fede.

2 – È tempo di emergenze economiche e sociali. Prima fra tutte in Puglia c’è quella dell’ILVA. Le nuove povertà, la paura di perdere il lavoro, la mancanza di lavoro soprattutto per le nuove generazioni preoccupano e chiedono nuove risposte creative. Papa Bergoglio nella sua Argentina, questo travaglio sociale lo ha affrontato prima di noi.

È proprio vero. Io sono certo che questa emergenza sarà oggetto della nostra conversazione. Alcuni di noi vescovi in un primo momento incontreranno il Papa lunedì 13 mattina, altri invece incontreranno il Papa giovedì 16. Ed è proprio vero che questa emergenza del lavoro, che nell’ILVA di Taranto ha una specie di acme, è un fatto che preoccupa le nostre famiglie e preoccupa anche noi Pastori. Vorremmo ancora una volta sottolineare che le divisioni interne tra coloro che giustamente sottolineano l’esigenza dell’ambiente e della salute e coloro che giustamente sottolineano l’esigenza del lavoro, non debbano essere viste in contrasto. Questo richiede una grande saggezza da parte di tutti.

3 – Due anni fa le Chiese di Puglia hanno tenuto il convegno ecclesiale sul laicato a San Giovanni Rotondo. Rappresenterete a Papa Francesco anche questo percorso di vita della Chiesa locale?

È stato il terzo convegno delle Chiese di Puglia: I laici nella Chiesa e nella società pugliese oggi. Il momento dei laici, l’ora dei laici, come diceva Paolo VI è anche oggi. Cioè si richiede da parte dei laici una responsabilità più diretta, più consapevole in tutti i campi. Soprattutto nell’ambito secolare che tocca le famiglie, che tocca l’ambito politico. Mentre, per esempio, in Puglia noi abbiamo il Forum delle Associazioni Familiari, che vede dei laici impegnati in prima linea per sottolineare le esigenze della famiglia oggi, che poi sono un fattore sociale determinante anche per la serenità di tutti, non altrettanto si nota una consapevolezza da parte laicale sul piano sociale, per intenderci, e soprattutto sul piano politico.

Insisto moltissimo perché ci si liberi da una visione clericale, soprattutto in questi ambiti, perché i laici sono chiamati ad animare come fermento e lievito tutta la società.

4 –  Papa Francesco è il Papa dello stupore e della sorpresa. Cosa vi aspettate umanamente da questo incontro?

Come accade sempre nella storia della Chiesa ogni personalità di Papa diventa una sorpresa dello Spirito. La sorpresa deriva da un Papa che proviene da un continente “nuovo”: l’America latina. E quindi con una sensibilità non eccessivamente distante dal nostro meridione.

Perché la cordialità, l’immediatezza, anche il calore, anche il sentimento fanno parte della cultura di questo Papa, che tra l’altro ha queste ascendenze italiane.

Però è bello che noi scopriamo, attraverso l’umanità di questo Papa, quella che deve essere la sua funzione: essere un Pastore della Chiesa Universale, colui che insieme agli altri vescovi, in una comunione, in una corresponsabilità, riflette su quelle che sono le sfide che oggi vengono presentate alla Chiesa.

Chiediamo a tutti di accompagnare i vescovi in questo momento intenso della loro vita con una preghiera.

Enzo Quarto

© RAI 3 Regione Puglia

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