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Le promesse non mantenute

Dopo gli annunci dei politici di voler usare la scure per abbattere i privilegi di cui godono, la manovra chiede sacrifici ai cittadini ma risparmia proprio la casta politica

deputati16ok_1983857.jpgLa Manovra di bilancio approvata dal Parlamento, che chiede durissimi sacrifici agli italiani, ha risparmiato la casta dei politici. Dopo gli annunci di voler usare la scure per abbattere i privilegi di cui godono, alla fine tutto è rimasto come prima. Lettera morta, o quasi. Nessuna traccia delle strombazzate scelte epocali.

Sul tavolo solo un lungo elenco di promesse non mantenute. Mentre fuori i mercati sprofondavano, nei Palazzi si ritiravano quegli emendamenti che avrebbero eliminato privilegi ormai insopportabili. Primo tra tutti il vitalizio, cioè la pensione a vita che va ad aggiungersi a quella ordinaria. Ma non solo. Basta un semplice raffronto tra le prime bozze della Manovra e quella approvata.

I compensi pubblici, era stato scritto, non potevano superare la media degli stipendi dei colleghi europei. La norma ha riportato la media a quella dei sei maggiori Paesi dell’Unione, dove le indennità sono più alte. La norma sull’abolizione delle Province è finita in un disegno di legge costituzionale, che vedrà la luce chissà quando. Così come è caduta nell’oblio la regola dell’incompatibilità con altre cariche elettive. Sulla riduzione del numero dei parlamentari, meglio tacere. Sparita anche quella. Restano tutti. La casta, in questo, è molto “democratica”.

Anche il prelievo di solidarietà, che i parlamentari avrebbero mantenuto (bontà loro), ci sarà solo per un triennio. E non varrà per la diaria. Vi era poi la questione del cumulo. Il taglio del 50 per cento dell’indennità parlamentare era stato previsto per quei deputati e senatori che continuassero a esercitare un’attività professionale (ci sono in Aula assenze del 93 per cento). Ma, grazie all’influenza delle lobby delle professioni, la misura è stata sostituita. Si sono fatti un bello scontone.

Alle famiglie italiane, invece, nessuno fa sconti. Anzi, le si grava ancora di pesi e sacrifici. Fino all’insopportabile. La Manovra è composta da nuove tasse per il 65 per cento. Ma a queste si deve aggiungere, con l’aumento di un punto percentuale dell’Iva, la “tassa dei poveri”. Come viene considerata l’inflazione, che penalizza soprattutto le famiglie meno abbienti. Il congelamento degli stipendi degli statali per tre anni renderà la misura ancora più drammatica per i nuclei familiari che hanno un reddito basato su stipendi pubblici.

Tutto ciò, però, poco importa a una casta di politici che vivono rinchiusi nelle “torri d’avorio”. Insensibili a tutto, non sentono il clima di disgusto e indignazione che sale dal resto del Paese. Durissimo il giudizio del filosofo Dario Antiseri: «Schierati a difesa dei privilegi acquisiti, si atteggiano a medici dei mali della società, ma la verità è che sono loro a essere la malattia. E la malattia più grave». E aggiunge: «Predicano il merito, ma praticano la più squallida logica di una corte gremita di servi in livrea».

© Famiglia Cristiana, 16 settembre 2011

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