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L'Italia? Non la salva la slot machine

Anticipiamo il commento scritto da mons. Alberto D'Urso, segretario della Consulta nazionale anti-usura, per il n. 18 di Famiglia Cristiana, in edicola e parrocchia da giovedì 26 aprile

slotok_2792875.jpgMi ha profondamente stupito apprendere che lo scorso 16 aprile, proprio nel giorno in cui presso la Camera di commercio di Bari si svolgeva un convegno nazionale per incoraggiare i parlamentari a presentare un disegno di legge contro la pubblicità ingannevole e il gioco d’azzardo, il Governo, composto da “tecnici” di elevata competenza sia ricorso a un’altra delega per autorizzare duemila nuove agenzie di scommesse ippiche e sportive.

Si continua a operare, in tema di gioco pubblico d’azzardo, con i più rozzi concetti, proseguendo in una prassi che causa danni immensi: alla persona, alla famiglia, all’economia, alle finanze pubbliche e all’ordine pubblico.

La Manovra del precedente Governo Berlusconi, nel luglio del 2011, aveva aperto il “cantiere” di altri edifici di gioco a soldi: dalle poker room – bische di quartiere autorizzate dallo Stato – alla disseminazione di altre decine di migliaia di slot machine, dalle sale per le scommesse agli “ippodromi” on-line. Ma avevamo sperato che la ratio della Manovra dell’attuale Governo sarebbe stata di altra natura: impedire il fallimento finanziario dello Stato.

Davanti alle nuove decisioni di indurre gli italiani a giocare ancor più d’azzardo, si passa dal “soccorso” al grottesco. Come si può denominare “Salva Italia” un’operazione che rilancia, invece di contenere, il gioco a soldi?

Può un “salvatore” della finanza pubblica comportarsi come il più sprovveduto giocatore di poker che continua a rilanciare, anche dopo che è stato ripulito nelle sue tasche? E il “pacchetto” delle nuove “misure” – denominato a sua volta “Cresci Italia” – rischia di essere un messaggio sardonico, se in luogo dell’aumento della produzione e del lavoro si proseguirà con il “Cresci azzardo”.

Voglio augurarmi che cessi presto questa prassi di autorizzazioni che già ha generato 800 mila malati d’azzardo, i quali hanno bisogno di essere curati e non ulteriormente ingannati, e si cominci a prendere in seria considerazione una proposta di legge che ponga argine alla pubblicità ingannevole che esalta spot come “lasciatemi sognare, con la schedina in mano…”.

mons. Alberto D'Urso

© Famiglia Cristiana, 23 aprile 2012

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