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Inizia oggi e durerà fino al 16 giugno la rassegna "I teatri del sacro": «Un laboratorio di ritessitura della socialità» perduta, sottolinea monsignor Pompili.

La rassegna “I teatri del Sacro” che si svolge a Lucca in chiese, chiostri, teatri, giunta alla sua terza edizione e diventata sempre di più un momento di incontro tra cultura e fede, con spettacoli gratuiti e affidati a compagnie amatoriali e a professionisti, è stata presentata da monsignor Domenico Pompili, sottosegretario Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali.

Monsignor Pompili ha sottolineato come «il teatro può costituirsi come un laboratorio di ritessitura della socialità perduta, o impoverita dagli eccessi di individualismo e tecnicismo della cultura di oggi, attraverso una forma di esperienza partecipata». Inoltre monsignor Pompili afferma che negli spettacoli proposti a Lucca «quello del teatro non è solo un ‘vedere’ (da theoreo), ma è un ‘vedere che cambia’, che introduce una trasformazione in chi guarda, grazie a una riforma dello sguardo che passa attraverso gli affetti oltre che i significati e i concetti. Il vedere trasforma perché passa da una identificazione empatica che produce un doppio movimento, solo apparentemente paradossale: un ‘esserci’ emotivo e immersivo e un ‘prendere le distanze’ cognitivo. La circolazione degli affetti, la creazione di una ‘comunità affettiva’ prima ancora che cognitiva, è il primo passo per una comprensione nuova del mondo, ma anche per una autocomprensione che riconosca una unità originaria al di là delle differenze, e l’appartenenza a un’unica ‘comunità di destino’».

Inoltre viene considerata importante la dimensione di coralità attraverso la quale in uno spettacolo teatrale si vive insieme un percorso di arricchimento in contrasto con l’individualismo contemporaneo che porta a usufruire in solitudine di forme di conoscenza, spesso solo fini a se stesse, come la consultazione del web.

Tema particolarmente presente a i Teatri del sacro di quest’anno sarà quello della Passione come conclude Pompili: «Il tema della passione, della sofferenza dell’uomo e del dolore di Gesù, dicono qualcosa circa il mistero di quella singolare relazione, che facendoci riconoscere come fratelli in Cristo ci rende pienamente figli di Dio. L’incarnazione passa attraverso la piena assunzione del corpo e la piena assunzione della sofferenza di tutti gli uomini. Così la messa in scena della passione sancisce quella ‘rivoluzione affettiva’ che passa dalla com-passione anziché dalla comprensione di una verità astratta, e che dispone diversamente l’uno verso l’altro».

Gli interventi sono stati trasmessi da Radio Vaticana e sono scaricabili dal sito:
www.radiovaticana.va/

Dove & Quando
Teatri del sacro, Lucca, dal 10 al 16 giugno.
Info: www.iteatridelsacro.it

Albarosa Camaldo

© Famiglia Cristiana, 10 giugno 2013