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Medici con il camper in Puglia: così i comboniani si prendono cura degli ultimi

La Fondazione Megamark di Trani ha donato un pulmino attrezzato con medicine e strumenti per una prima assistenza sanitaria. Grazie a questo la comunità comboniana barese, insieme all’Associazione Nikolaos Prof. Nicola Damiani Onlus e a Medici con l’Africa Cuamm, potrà raggiungere a bordo di un camper tutte le persone in condizione di precarietà e senza fissa dimora, i poveri, gli immigrati, i rom e le vittime del caporalato nelle province di Bari e Foggia

“In ogni luogo e circostanza i cristiani, incoraggiati dai loro Pastori, sono chiamati ad ascoltare il grido dei poveri”. Questo passo dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium di papa Francesco racchiude perfettamente l’azione dei Padri Comboniani e l’ultima opera della comunità dei missionari di Bari. La Fondazione Megamark di Trani, infatti, ha donato loro, attraverso il progetto “Medici con il camper”, un pulmino attrezzato con medicine e strumenti per una prima assistenza sanitaria. Grazie a questo la comunità comboniana barese, insieme all’Associazione Nikolaos Prof. Nicola Damiani Onlus e a Medici con l’Africa Cuamm, potrà raggiungere a bordo di un camper tutte le persone in condizione di precarietà e senza fissa dimora, i poveri, gli immigrati, i rom e le vittime del caporalato nelle province di Bari e Foggia.

A loro potranno così offrire prime e immediate cure e controlli sanitari di base gratuiti, educare alla prevenzione e garantire sorveglianza epidemiologica.

“Saranno in cinque nel camper tra medici, volontari e infermieri – dice padre Ottavio Raimondo, responsabile della comunità dei Padri Comboniani di Bari -. Ci piazzeremo nei ghetti e nei luoghi di raduno dei poveri e dei migranti e i medici procederanno alle visite. Daremo medicine e li visiteremo e, se necessario, saremo pronti ad accompagnarli nel pronto soccorso più vicino”.

I poveri per primi. “In vita mia non dirò mai che non c’è niente da fare”. Padre Ottavio è come sempre un entusiasta e pronto a dare una mano agli ultimi. E oggi, ancor più che in passato, gli ultimi sono diventati gli immigrati sfruttati, i rom sempre più emarginati e la classe povera, sempre più corposa e indigente e vittima di un welfare inadeguato. “Andavamo sempre nei posti dove ci sono immigrati, soprattutto nel foggiano – racconta padre Ottavio –. Lì ogni volta trovavamo decine di persone che avevano bisogno di essere visitate a causa soprattutto delle precarie condizioni igieniche. Abbiamo allora coinvolto altre associazioni e oggi ci ritroviamo ad avere questo camper che ci darà la possibilità di raggiungere tutte le realtà di Bari e Foggia”. Analisi e statistiche raccontano un Sud Italia, e quindi la Puglia, la cui assistenza sanitaria pubblica è carente e non sempre affidabile. Questo per un cittadino qualunque. Ma per i poveri, gli emarginati e i ghettizzati questa diventa ancora più critica:

“Il volontariato è una delle caratteristiche significative del nostro tempo. Un tempo di individualismo ma anche un tempo di gente che ci mette la faccia. Il volontariato però non deve essere una sostituzione dell’impegno delle istituzioni ma uno stimolo a dire ‘è possibile fare’”.

La Chiesa è per i poveri. “Quando qualcuno si muove, nessuno può rimanere fermo: istituzioni e singoli cittadini. Il nostro lavoro non è un risolvere i problemi, è uno stimolare ognuno secondo le proprie competenze a prendersi le proprie responsabilità”. Padre Ottavio chiarisce subito che l’opera delle associazioni di volontariato e dei missionari deve essere solo di supporto al lavoro già esistente delle istituzioni. Ma il problema è forse più profondo, riguarda tutti, in una società ossessionata dall’individualismo e dal proprio io: “Oggi il mercato cerca di isolare, più sei solo e più compri perché ti illudi di risollevarti lo spirito comprando cose. Quando sei a tuo agio, c’è amicizia, c’è vicinanza, sei libero”. La missione allora di padre Ottavio e dei suoi fratelli è stare con gli ultimi degli ultimi e insegnare a tutti che la cura del prossimo è fondamentale per la costruzione della nostra società: “Se la nostra missione è assistere gli ultimi – conclude padre Ottavio – allora gli ultimi oggi sono gli immigrati perché arrivano in Italia e in Europa con false promesse. Ma più in generale

nel nostro mondo i poveri sono sempre più poveri e sono sempre di più.

Noi ci schieriamo con loro. Gesù Cristo ha detto no al potere, no al possesso, no alla facciata. Ha invece detto sì al servizio, alla condivisione e al dono. Per questo la nostra scelta convinta è condividere, donare e assistere”.

Andrea Dammacco

© www.agensir.it, sabato 24 febbraio 2018