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Messaggio dell'Arcivescovo per la Giornata del Seminario

All’inizio di ogni anno, nella Giornata del Seminario, siamo condotti a volgere il nostro sguardo e le nostre attenzioni ai nostri cari seminaristi, preziosa speranza per il futuro della Comunità diocesana. Piccolo seme chiamato a produrre frutti abbondanti. All’inizio dell’anno: come priorità nella vita della Chiesa!

monscacucci.jpgCon i nostri giovani seminaristi, dunque, attraverso la traccia formativa scelta per l’anno in corso, mettiamoci in ascolto di Gesù che ci ricorda: «Qui vi è uno più grande di Giona!» (Mt 12,41). A noi, gente ormai immersa nel XXI secolo, alla ricerca di “grandezze” effimere, di certezze che spesso svaniscono miseramente, di punti di riferimento così inevitabilmente fragili, il Vangelo ricorda che davvero grande è solo Gesù, «pastore e custode delle vostre anime» (1Pt 2,25).

In tal senso, i testi della odierna IV Domenica del Tempo Ordinario, ci esortano a cercare il Signore, a confidare nel Suo nome (cfr. Sof 2,3; 3,12-13). In Lui e solo in Lui ogni nostro desiderio e ogni nostra aspirazione troverà il suo pieno compimento.

In realtà, tutta l’umanità di ogni tempo e di ogni luogo non fa che cercare e sperare in qualcosa di buono e di bello e noi siamo chiamati ad accompagnare i nostri fratelli in questa avventura meravigliosa che giungerà a termine solo se incrocerà sulla sua strada la luminosa persona di Gesù.

Il Papa Benedetto XVI, lo ha ricordato soprattutto ai Seminaristi, nella Sua recente Lettera che ha voluto rivolgere a loro lo scorso 18 ottobre: «gli uomini avranno sempre bisogno di Dio … per imparare con Lui e per mezzo di Lui la vera vita e per tenere presenti e rendere efficaci i criteri della vera umanità. Dove l’uomo non percepisce più Dio, la vita diventa vuota; tutto è insufficiente».

Mettiamoci, dunque, alla scuola di Gesù, il più grande, per scoprire il Suo volto tratteggiato in quelle memorabili beatitudini che, rivolte a noi, in realtà ci parlano di Lui. E facciamo nostro l’atteggiamento dei discepoli che, dice il testo di Matteo, «gli si avvicinarono», in una prossimità che non è semplicemente fisica, ma è soprattutto esistenziale, è bisogno profondo, è nostalgia senza fine che con Lui fiorisce nell’incontro definitivo. E con Gesù potremo salire sulla montagna per vivere quella profonda comunione con il Padre, vera fonte di ogni dono perfetto, e ascoltare, anzi non perdere alcuna delle parole che ci sussurra continuamente nelle orecchie e che fanno bene al cuore. «Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4,4).

In questa linea, nella Sua Lettera, il Santo Padre accompagna i seminaristi a coltivare costantemente «il rapporto personale con Dio in Gesù Cristo» e li esorta a «non perdere mai il contatto interiore con Dio». Solo così, continua, «diventiamo sensibili anche a tutto il bello e il bene che riceviamo ogni giorno come cosa ovvia, e così cresce la gratitudine».

Quel bello e quel bene che, nella pagina evangelica odierna si traduce in quell’adagio che scandisce il testo con un’insistenza tutta propria: Beati, anzi: Beati voi! Sì la nostra vocazione autentica è la beatitudine. Una beatitudine capace anche di coniugarsi con le difficoltà inevitabili della vita, proprio perché ci sentiamo in esse sorretti e accompagnati da Gesù, il vero Cireneo che, anche attraverso il calvario, ci conduce alle vette della gioia e dell’esultanza autentica. Purché siamo capaci di vivere quella povertà di spirito, che è culla accogliente della tenerezza di Dio e di ogni Sua grazia che qui ed ora ci rende cittadini del regno dei cieli, che già da ora è nostra casa sicura.

Esorto in particolare i parroci e i sacerdoti ad invitare i superiori del Seminario per incontrare i ragazzi e i giovani delle nostre parrocchie e delle nostre comunità sul tema vocazionale. Sono certo, infine, che l’amore al Seminario vedrà, in questa Giornata del Seminario, la partecipazione di tutti per sostenere generosamente una struttura di cui sempre benefica tutta la diocesi.

Mons. Francesco Cacucci

Arcivescovo di Bari-Bitonto

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