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Missione vaticana a Damasco: solidarietà alla popolazione

Una delegazione della Santa Sede, guidata da monsignor Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, si recherà presto in Siria su incarico del Papa.

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Lo scopo sarà «di esprimere, a nome Suo e di tutti noi, la nostra fraterna solidarietà a tutta la popolazione, con un’offerta personale dei Padri Sinodali, oltre che della Santa Sede». A dare questo annuncio senza precedenti è stato ieri pomeriggio, al Sinodo dei Vescovi in corso in Vaticano, lo stesso cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone.

«Non possiamo essere semplici spettatori – ha affermato il porporato, prendendo la parola nel pomeriggio, durante la quattordicesima Congregazione generale – di una tragedia come quella che si sta consumando in Siria: alcuni interventi sentiti in aula ne sono la prova. Convinti che la soluzione della crisi non può essere che politica e pensando alle immani sofferenze della popolazione, alla sorte degli sfollati nonché al futuro di quella nazione, alcuni di noi hanno suggerito che la nostra assemblea sinodale possa esprimere la sua solidarietà».
Per questo, ha annunciato, «il Santo Padre ha disposto che una delegazione si rechi nei prossimi giorni a Damasco con lo scopo di esprimere, a nome Suo e di tutti noi, la nostra fraterna solidarietà a tutta la popolazione, con un’offerta personale dei padri sinodali, oltre che della Santa Sede; la nostra vicinanza spirituale ai nostri fratelli e sorelle cristiani; i nostri incoraggiamenti a quanti sono impegnati nella ricerca di un accordo rispettoso dei diritti e dei doveri di tutti, con una particolare attenzione a quanto previsto dal diritto umanitario».

Della delegazione faranno parte tra gli altri i cardinali Laurent Mosengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa, Jean-Louis Tauran, presidente del pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, e Timothy Dolan, arcivescovo di New York. «Si presume – ha concluso Bertone – che esperite le formalità necessarie con il nunzio apostolico e con le autorità locali, la delegazione si recherà a Damasco la settimana prossima».
Intanto, la diplomazia internazionale continua a cercare possibili vie di uscita dal conflitto. E attende di valutare l’esito di un incontro “a sorpresa” che si è svolto ieri a Baku, in Azerbajan, tra il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad – principale alleato di Bashar al-Assad – e il premier turco Recep Tayyip Erdogan – ostile a Damasco. I due grandi attori collaterali della crisi si sarebbero detto determinati a «fermare il bagno di sangue». Per parte sua, il regime aveva fatto sapere, in mattinata, di essere pronto a valutare una tregua durante la festività musulmana dell’Eid al-Adha, a fine ottobre, come proposto dall’inviato dell’Onu e della Lega Araba, Lakdar Brahimi.

Salvatore Mazza
 
© Avvenire, 16 ottobre 2012
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