Mons. Fisichella: Missionari della Misericordia, segno della vicinanza di Dio
A due anni dalla istituzione del loro ministero durante il Giubileo, i Missionari della Misericordia si ritrovano in Vaticano, dall’8 all’11 aprile prossimi, per un secondo grande incontro, organizzato dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Sono attesi oltre 550 Missionari provenienti dai cinque continenti. A Roma vivranno momenti di catechesi e preghiera. Oltre a testimonianze sulle attività pastorali svolte nelle varie diocesi, potranno celebrare il sacramento della Riconciliazione, cuore di questo speciale ministero istituito dal Papa. I sacerdoti, inoltre, riceveranno l’Annuario che raccoglie i contatti di tutti gli 897 Missionari della Misericordia attivi in questo momento.
Domani, nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia, sono previsti in particolare diversi momenti di riflessione. Il cardinale Camillo Ruini terrà una catechesi incentrata sui due “pilastri” che reggono la vita della comunità cristiana alla luce della misericordia: “perdonare” e “donare”. Il giorno seguente, domenica della Divina Misericordia, Papa Francesco presiederà la Santa Messa, alle ore 10:30, in piazza San Pietro. Martedì prossimo è in programma inoltre l’incontro con il Pontefice, in Vaticano nella Sala Regia. Questa udienza precederà la Santa Messa, concelebrata dai Missionari e presieduta da Papa Francesco nella Basilica San Pietro.
Mons. Fisichella: i missionari sono testimoni della misericordia di Dio
Il presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, mons. Rino Fisichella, si sofferma su questo secondo grande incontro dei Missionari della Misericordia:
Non potevamo che continuare la spiritualità della misericordia che è stata vissuta da tutta la Chiesa da milioni e milioni di fedeli durante il Giubileo della Misericordia. Ricordiamo che il Papa a sorpresa, nella sua lettera a conclusione del Giubileo, aveva stabilito che i Missionari della Misericordia non terminassero il loro ministero ma che questo continuasse per altro tempo. Ecco perché abbiamo pensato a questi giorni, durante i quali la riflessione, la preghiera, l’incontro con Papa Francesco diventano il segno. Diventano il punto della situazione, cioè a che punto è il ministero che viene svolto da loro – infatti ci verranno consegnate tante testimonianze preziose – e si potrà verificare il cammino da portare avanti.
Ma a che punto siamo, mons. Fisichella?
È una cosa molto interessante: questo è un servizio che viene svolto nel più totale riservo – se si vuole – però con una presenza importantissima per la vita della Chiesa: i Missionari della Misericordia sono il segno che nessuno può trovare difficoltà, ostacoli nel dover percepire, incontrare la misericordia di Dio. I missionari sono lì, proprio a testimoniare questo. E’ quanto il Papa, nella sua omelia del Giovedì Santo alla Messa Crismale, ha voluto offrire ai sacerdoti e vale di più, in maniera più forte, per i Missionari della Misericordia. Ha detto loro di essere il segno della vicinanza di Dio. Davanti a tante situazioni difficili, a tanti peccati gravi - ed è per questo che sono riservati soltanto al Papa - i missionari sono il segno della vicinanza di Dio presso tutti.
Misericordia e santità: in che modo sono in relazione? Una domanda, questa, anche guardando alla prossima esortazione apostolica che verrà diffusa lunedì, un documento del Papa proprio sulla santità …
Santità e misericordia sono la vocazione dei cristiani, perché sono la vita stessa di Dio. Dio è chiamato il “tre volte Santo”; la santità – potremmo dire esemplificando – è il cammino e la testimonianza della misericordia. La misericordia e la santità non sono soltanto un ideale di vita, ma sono un impegno di vita che quotidianamente siamo chiamati a percorrere.
Chi rifiuta la misericordia, chi non la cerca …
Rischia di non dare senso pieno alla propria vita e quindi di vivere rinchiuso in se stesso, in quell’individualismo esasperato che alla fine pota ad un’asfissia e a non poter più godere veramente della bellezza della vita.
Sono scaturite nei giorni scorsi polemiche dopo la pubblicazione del colloquio avuto dal giornalista Scalfari di Repubblica con Papa Francesco, in cui si citava l’inferno e si metteva in dubbio la sua stessa esistenza. Le chiedo, anche in maniera un po’ provocatoria: l’inferno esiste o no? Qual è stata la sua reazione di fronte a questo dibattito?
Purtroppo l’inferno esiste - e sottolineo “purtroppo” - ma non perché Dio nella sua misericordia vuole l’inferno, ma perché – piuttosto - la testardaggine dell’uomo di illudersi di voler utilizzare la libertà solo come lui la percepisce e non in maniera più ampia, lo porta poi a degradare se stesso. Stiamo parlando innanzitutto del mistero dell’aldilà. E quando si parla di questo non è che lo si può risolvere con poche battute. Io sono della scuola di chi pensa che l’inferno esiste, ma spero - spero – che sia vuoto. La Chiesa può dire con certezza che una persona è santa, cioè sta contemplando Dio, ma la Chiesa non potrà mai dire che una persona si trova nell’inferno. Non spetta alla Chiesa questo, perché è il giudizio ultimo che appartiene soltanto alla singola persona posta davanti a Dio. Quindi quello è lo spazio inviolabile e indelebile di cui nessuno può essere giudice.
Perdono e pace
Il Papa ricorderà ai Missionari l’importanza del perdono, del cammino della pace. E’ quanto sottolinea al microfono di Patricia Ynestroza, l’officiale del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, mons. Alejandro Díaz García:
In questa domenica della Divina Misericordia, la seconda domenica di Pasqua, Papa Francesco ci inviterà a ricordare l’importanza del perdono, di ritrovare la pace. Per farlo, c’è una via molto speciale: la via dell’incontro, perché le persone pacificano il cuore se si riconciliano non da sole ma con il prossimo. E questo è nella nostra Chiesa nel sacramento della riconciliazione che è – appunto – l’incontro dei peccatori pentiti con il sacerdote; è l’incontro con Dio che ha come effetto la riconciliazione e la pace. Speriamo dunque che tutti i fedeli possano ricordare l’importanza di camminare su questa via della pace e di farlo tramite l’incontro misericordioso con il prossimo e con Dio.
Antonella Palermo - Città del Vaticano
© www.vaticannews.va, venerdì 6 aprile 2018