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«Nessuno può toglierci la dignità di figli»

​Nella catechesi del mercoledì il Papa torna sul padre misericordioso e il figliol prodigo. «Questa parabola ci insegna a non disperare mai, a non pensare che la nostra vita sia finita per colpa uno sbaglio»: il riferimento ai carcerati. Il saluto ai malati del Cottolengo nell'Aula Nervi. La preghiera per il Brasile

Papa Francesco ha dedicato l'udienza in piazza San Pietro, oggi, alla nota parabola del figliol prodigo, o del padre misericordioso, continuando un ciclo di catechesi dedicato al tema giubilare della misericordia. Nella parabola raccontata nel Vangelo, ha sottolineato Francesco, «Gesù non descrive un padre offeso e risentito che gli dice"me la pagherai! No, il padre lo abbraccia; al contrario, l'unica cosa che il padre ha a cuore è che questo figlio sia davanti a lui sano e salvo. L'accoglienza del figlio che ritorna è descritta in modo commovente: 'Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò'. Quanta tenerezza. Lo vide da lontano, significa che il padre saliva sul terrazzo continuamente per guardare la strada e vedere se il figlio tornava. Lo aspettava. Quel figlio che aveva combinato di tutto, ma il padre lo aspettava. Cosa bella la tenerezza del padre. La misericordia del padre - ha proseguito il Papa - è traboccante, incondizionata, e si manifesta ancor prima che il figlio parli. Certo, il figlio sa di avere sbagliato e lo riconosce: 'Ho peccato … trattami come uno dei tuoi salariatì. Ma queste parole si dissolvono davanti al perdono del padre. L'abbraccio e il bacio di suo papà gli fanno capire che è stato sempre considerato figlio, nonostante tutto, ma è sempre suo figlio. È importante questo insegnamento di Gesù: la nostra condizione di figli di Dio è frutto dell'amore del cuore del Padre; non dipende dai nostri meriti o dalle nostre azioni, e quindi nessuno può togliercela. Nessuno può torglierci questa dignità, neppure il diavolo!».

«Questa parola di Gesù ci incoraggia a non disperare mai - aggiunge -. Penso alle mamme e ai papà in apprensione quando vedono i figli allontanarsi imboccando strade pericolose. Penso ai parroci e catechisti che a volte si domandano se il loro lavoro è stato vano. Ma penso anche a chi si trova in carcere, e gli sembra che la sua vita sia finita; a quanti hanno compiuto scelte sbagliate e non riescono a guardare al futuro; a tutti coloro che hanno fame di misericordia e di perdono e credono di non meritarlo. In qualunque situazione della vita, non devo dimenticare che non smetterò mai di essere figlio di Dio, di un Padre che mi ama e attende il mio ritorno. Anche nella situazione più brutta nella vita Dio mi attende, vuole abbracciarmi».

Preghiera per il Brasile
Papa Francesco ha pregato, stamane al momento dei saluti in lingua che concludono l'udienza generale in piazza San Pietro, per il Brasile. "Il mio pensiero - ha detto Francesco - va alla vostra amata nazione. In questi giorni in cui ci prepariamo alla festa di Pentecoste, chiedo al Signore che effonda abbondantemente i doni dello spirito affinché il paese in questi momenti di difficoltà proceda sui sentieri dell'armonia e della pace con l'aiuto della preghiera e del dialogo. La vicinanza di nostra Signora di Aparecida come la buona madre che non abbandona mai sia di difesa e guida in questo cammino".

Il saluto ai malati in aula Nervi
Prima di compiere il consueto giro in jeep scoperta tra i settori gremiti di piazza San Pietro, Papa Francsco si è diretto all'Aula Nervi per incontrare i malati (in particolare gruppi accompagnati dai Fratelli del Cottolengo e altri provenienti dalla Campania) che a causa della pioggia hanno seguito da lì l'Udienza Generale grazie ai maxi-schermi.
"Oggi questa udienza si sviluppa in due posti: qui in piazza e nell'Aula Paolo VI dove sono i malati perché c'era la pioggia", ha detto Francesco all'inzio della catechesi.

Protesi in 3D per l'Africa
È stato presentato oggi a Papa Francesco, a margine dell'udienza generale in piazza San Pietro, la stampante 3D e il progetto degli studenti dell'istituto Massimo di Roma per realizzare delle mini fabbriche con stampanti 3D da inviare in Africa per stampare protesi per i bambini amputati ed altre attrezzature mediche usando come
materiale riciclato i tappi di bottiglia in plastica. Il progetto, "Crowd4Africa", si legge in una nota, è stato interamente ideato e realizzato da ragazzi dai 7 ai 19 anni dei corsi gratuiti: "For 3D world" e "Making 3D Printers", supportati da 20 genitori volontari provenienti dal mondo dell'industria, dell'università, della scuola e delle istituzioni pubbliche. Durante il corso i ragazzi, aiutati dai genitori, hanno costruito 60 stampanti 3D Open Source. Il sistema è stato ideato e progettato dal team di Making 3D Printers. I primi due ospedali a cui andranno le "mini fabbriche" saranno il Lacor St. Mary Hospital in Uganda gestito dalla Fondazione Corti ed il Centro Sanitario di Kenge in Congo.

© Avvenire, 11 maggio 2016

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