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Papa: «Non pensate solo a voi stessi»

La parola «solidarietà» non deve spaventare i cristiani, che anzi devono avere ben presente il principio della condivisione: «quel poco che abbiamo» se «condiviso diventa ricchezza».

 

“Questa sera siamo noi la folla del Vangelo, anche noi cerchiamo di seguire Gesù per ascoltarlo, per entrare in comunione con Lui nell’Eucaristia, per accompagnarlo e perché ci accompagni”. Papa Francesco parla alla moltitudine accorsa a San Giovanni in Laterano per la Messa del Corpus Domini e per la processione fino a Santa Maria Maggiore. Le tre parole che scandisce nella sua omelia sono “sequela, comunione, condivisione”. Parole che nascono dall’ascolto del Vangelo di Luca che racconta la moltiplicazione dei pani per dare da mangiare alla folla.

“La folla, la moltitudine... Gesù sta in mezzo alla gente”, dice il Papa, “l’accoglie, le parla, la cura, le mostra la misericordia di Dio; in mezzo a essa sceglie i dodici apostoli per stare con Lui e immergersi come Lui nelle situazioni concrete del mondo”.  E la folla lo segue. “Ma poi facciamo un passo avanti”, prosegue Francesco: “da dove nasce l’invito che Gesù fa ai discepoli di sfamare essi stessi la moltitudine"?”. Da due elementi, spiega il Papa: dalla folla stessa che si trova lontano da casa, all’aperto, di sera. E poi dalla richiesta dei discepoli di congedare la folla perché vada a cercarsi da mangiare. “Di fronte alla necessità della folla, ecco la soluzione dei discepoli: ognuno pensi a se stesso; congedare la folla”. Aggiunge il Papa: “Quante volte noi cristiani abbiamo questa tentazione! Non ci facciamo carico della necessità degli altri, congedandoli con un pietoso: ‘Che Dio vi aiuti!’. Ma la soluzione di Gesù va in un’altra direzione, che sorprende i discepoli: ‘Voi stessi date loro da mangiare’”. Ecco la distribuzione dei pani e dei pesci, “un momento di profonda comunione: la folla dissetata dalla Parola del Signore, nutrita dal suo pane di vita”.

Ed ecco la seconda domanda che Francesco pone alla folla: “Come vivo l’Eucaristia? La vivo in modo anonimo o come momento di vera comunione con il Signore, ma anche con tanti fratelli e sorelle che condividono questa stessa mensa?”. E, infine, la condivisione. “La moltiplicazione dei pani nasce dall’invito di Gesù ai discepoli ‘voi stessi date’, ‘dare’, condividere. Cosa condividono i discepoli? Quel poco che hanno: cinque pani e due pesci”. Francesco spiega ancora: “Questo ci dice che nella Chiesa, ma anche nella società, una parola chiave di cui non dobbiamo avere paura è ‘solidarietà’, saper mettere a disposizione di Dio quello che abbiamo”. Il Papa non ha remore a dire chiaramente: “Solidarietà: una parola malvista dallo spirito mondano!”. E poi l’ultima domanda: “Lascio che il Signore che si dona a me, mi guidi a uscire sempre di più dal mio piccolo recinto per non aver paura di donare, di condividere, di amare Lui e gli altri?”.

Al termine della Messa, sulla macchina bianca, l’ostensorio con l’Eucaristia ha preceduto la processione guidata a piedi dal Papa, senza alcun copricapo. Il Santo Padre ha percorso la strada che dal sagrato della Basilica, attraverso  via Merulana, porta alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Oltre le transenne, nonostante il tempo incerto e il freddo, una grande folla ha atteso il passaggio della processione con i ceri accesi unendosi ai canti e alla preghiera. Arrivati a Santa Maria Maggiore, dopo aver pregato di fronte all'altare allestito sul sagrato e sul quale era stato deposto l'ostensorio, il Papa ha  sostato davanti all'icona di Maria Salus populi romani. Infine, dopo aver rimesso la mitria, l'ingresso in Basilica con la folla che si è a lungo fermata per continuare la preghiera.

Annachiara Valle

© Famiglia Cristiana, 30 maggio 2013

Foto: Reuters, Ansa