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San Giovanni Rotondo aspetta Francesco

L'attesa della comunità del santuario di Padre Pio per l'arrivo del Papa sabato 17 marzo. Parla il rettore padre Francesco Dileo: "Il pontefice vede in Padre Pio un modello sacerdotale per la sua eroica disponibilità nei confronti dei penitenti, tanto da proporlo come esempio ai missionari della Misericordia, inviati in tutto il mondo ad annunciare e a dispensare il perdono divino"

_rsa9792_2371600.jpgIn questi giorni a San Giovanni Rotondo l’intera macchina organizzativa è al lavoro per mettere a punto gli ultimi particolari della visita di papa Francesco. Immerso nel lavoro è anche padre Francesco Dileo, 51 anni, il padre Cappuccino che guida il santuario di San Pio.

Padre Francesco, come si sta vivendo a San Giovanni Rotondo l'attesa per la visita del Papa?

«Con tanta gioia ma anche con qualche preoccupazione, soprattutto per la necessità di gestire al meglio l’accoglienza del consistente afflusso di pellegrini, previsto per il 17 marzo. Siamo consapevoli di quanto grande e diffusa sia la devozione nei confronti del nostro santo e di quanto papa Francesco sia amato da tantissimi credenti e stimato anche dai non cattolici. Per questo, al di là della notizia del “tutto esaurito” negli alberghi, ci attendiamo davvero un’affluenza straordinaria per questo evento. I pellegrini saranno molto più di quanto possa accogliere il sagrato della nuova chiesa di San Pio e quindi sono stati individuati altri spazi in cui i fedeli potranno assistere alla celebrazione eucaristica del Papa attraverso maxi schermi e in cui sarà garantita la distribuzione della Comunione».

Cosa si aspetta dalla visita e dalle parole di Francesco?

La stessa presenza di Papa Francesco nei luoghi di Padre Pio costituirà un messaggio eloquente, che certamente si trasformerà in esortazione attraverso quanto ci dirà con il suo stile omiletico semplice ed essenziale, orientato alla crescita spirituale dei fedeli. Come ha già fatto nei giorni della peregrinatio della reliquia del corpo del santo a Roma, credo che il Santo Padre ci inviterà nuovamente a seguire l’esempio del venerato confratello sulla strada dell’autentica fedeltà a Cristo. Una strada impervia, che costa sacrificio e sofferenza, ma è la via crucis su cui è chiamato a camminare ogni autentico cristiano, per raggiungere l’eterna beatitudine nel regno dell’amore».

Francesco mostra quasi una predilezione per Padre Pio. A due anni dalla peregrinatio del corpo a Roma ora ricambia la visita. Perché questo affetto?

«Ce lo ha comunicato più volte lo stesso Pontefice in quei giorni di febbraio del 2016. Egli vede in Padre Pio un modello sacerdotale per la sua eroica disponibilità nei confronti dei penitenti, tanto da proporlo come esempio ai missionari della Misericordia, inviati in tutto il mondo ad annunciare e a dispensare il perdono divino. È molto bella e poetica, a tal proposito, l’espressione pronunciata da Papa Francesco il 6 febbraio, durante la grande udienza straordinaria in piazza San Pietro. “San Pio – ha detto – non si è mai stancato di accogliere le persone e di ascoltarle, di spendere tempo e forze per diffondere il profumo del perdono del Signore”. E così “è diventato, attraverso il ministero della Confessione, una carezza vivente del Padre, che guarisce le ferite del peccato e rinfranca il cuore con la pace”. Ma Francesco non ha mancato di sottolineare altri due aspetti della spiritualità del santo, che lo rendono un modello anche per tutti i cristiani: la costanza nella preghiera e l’attenzione alle sofferenze del prossimo, concretizzatasi nella realizzazione dell’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”».

Parliamo del santuario di cui lei è rettore. Chi sono e cosa cercano i pellegrini che arrivano ogni giorno a San Giovanni Rotondo?

«Sostanzialmente e in maniera forse anche inconscia, i pellegrini giungono presso i luoghi di san Pio per vivere un tempo di grazia che permetta loro di fare l’esperienza di Dio. Le modalità espressive della loro fede, però, talvolta risentono di una religiosità personale e legata a particolari stati di necessità, che diventa comunque un percorso per instaurare una relazione con il Signore e per una rinascita spirituale. Lo dimostrano le penitenzierie sempre affollate e lo conferma l’alto numero di particole consumate: in media un pellegrino su due partecipa alla Messa e si accosta alla mensa eucaristica».

Tra i devoti di san Pio vede il rischio di devozionismo o del fare del santo Cappuccino un po' un feticcio?

«È un rischio che si è corso molto nel passato e che fa parte della storia della devozione nei confronti di Padre Pio. Oggi il popolo di Dio, soprattutto quello cosiddetto “praticante”, vive indubbiamente una fede più profonda, grazie a un’azione pastorale mirata, che anche noi frati cappuccini ci stiamo sforzando di attuare in questi santi luoghi. Non posso dire che sia completamente scomparso il devozionismo che rischia di scivolare nella superstizione, ma si tratta di casi ormai rari».

Dall’aprile del 2010 il corpo di San Pio riposa nella nuova chiesa a lui dedicata, progettata da Renzo Piano. Ma durante l’inverno che si sta per concludere la salma è stata fatta tornare nella cripta della chiesa vecchia ed è lì che la troverà il Papa. Perché questa traslazione?

«È stata una scelta pastorale. Sulla scorta dell’esperienza degli anni scorsi, dopo aver preso in considerazione le difficoltà evidenziate dai pellegrini di raggiungere, nei periodi più rigidi dell’inverno, la chiesa inferiore di San Pio, a causa delle frequenti avverse condizioni meteorologiche che si riscontrano a San Giovanni Rotondo, da quest’anno, confortati dal buon esito del ben più arduo spostamento effettuato per la peregrinatio del febbraio 2016, abbiamo traslato l’insigne reliquia nella cripta di Santa Maria delle Grazie lo scorso 26 novembre, con la prospettiva di riportarla nella chiesa inferiore intitolata al santo il 18 marzo, il giorno dopo la visita del Papa. Posso dire che si è trattato di un esperimento che ha dato i suoi frutti. Si è notato in modo evidente un notevole aumento di presenze di devoti intorno all’urna rispetto alle stagioni invernali precedenti. Quindi anche in futuro la preziosa reliquia del corpo di san Pio farà ritorno nella cripta di Santa Maria delle Grazie dall’ultima domenica di novembre fino alla quinta di Quaresima».

Paolo Rapellino

© www.famigliacristiana.it, mercoledì 14 marzo 2018

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