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Santa Sede. Teologia e scuola, si potrà studiare anche online

La novità nel documento Veritatis Gaudium pubblicato oggi. Papa Francesco chiede agli istituti ecclesiastici una trasformazione culturale

Insegnamento a distanza, attenzione ai profughi e rifugiati, riconoscimento dei titoli, verifica della qualità e lavoro in rete. Sono le principali novità alle quali sono chiamate ad adeguarsi, nell’arco di due anni, le 792 facoltà ecclesiastiche e istituti collegati che contano 64.500 studenti e 12 mila docenti nel mondo. A stabilirlo è la nuova costituzione apostolica Veritatis gaudium pubblicata oggi con la quale si confermano e si aggiornano le disposizioni contenute nel documento “Sapientia Christiana” del 1979.

Secondo papa Francesco, infatti, è il momento di “imprimere agli studi ecclesiastici quel rinnovamento sapiente e coraggioso che è richiesto dalla trasformazione missionaria di una Chiesa ‘in uscita’”.
 
Questo comporta, in concreto, “la felice e urgente opportunità” di rivedere “l’architettonica e la dinamica metodica dei curricula”, cioè “ripensare e aggiornare intenzionalità e organicità delle discipline e degli insegnamenti impartiti negli studi ecclesiastici”. In quest’ottica, la Costituzione punta sull’urgenza della “inter e trans-disciplinarietà” e sulla necessità di “attivare con decisione le opportune sinergie anche con le istituzioni accademiche dei diversi Paesi e con quelle che si ispirano alle diverse tradizioni culturali e religiose, dando vita al contempo a centri specializzati di ricerca finalizzati a studiare i problemi di portata epocale che investono oggi l’umanità, giungendo a proporre opportune e realistiche piste di risoluzione”.

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In base alle nuove disposizioni, tutte le facoltà e università ecclesiastiche saranno sottoposte alla valutazione dell’Agenzia della Santa Sede per la Valutazione e la Promozione della Qualità. Per facilitare la mobilità degli studenti ed il riconoscimento dei titoli conseguiti, le Facoltà potranno fornire “un ulteriore documento con informazioni più dettagliate riguardo ai contenuti e alle discipline di studio”. Negli Statuti inoltre dovranno essere previste “procedure per valutare le modalità di trattamento dei casi di rifugiati, profughi e persone in situazioni analoghe sprovvisti della regolare documentazione richiesta”.

Di fronte poi alla rivoluzione informatica e telematica già ampiamente penetrata nei sistemi degli studi accademici, la “Veritatis Gaudium” stabilisce che “una parte dei corsi può essere svolta nella forma di insegnamento a distanza, se l’ordinamento degli studi, approvato dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, lo prevede e ne determina le condizioni, in modo particolare circa gli esami”.
 
Stefania Careddu
 
© Avvenire, lunedì 29 gennaio 2018
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