
«Custodiamo il cuore, come luogo in cui ritornare ogni giorno per lasciarci parlare da Lui. Lasciamoci santificare dal ministero stesso»
Giornata di Santificazione Sacerdotale 2025
Cari fratelli presbiteri,
con profonda gioia desidero condividere con voi un annuncio tanto atteso: il prossimo 15 novembre 2025, alle ore 10.30, in Cattedrale, celebreremo la Beatificazione di Mons. Carmine De Palma, sacerdote della nostra Chiesa, padre spirituale, confessore e guida di generazioni di fedeli e di confratelli nel ministero.
In lui, la Chiesa ci offre un volto amico e familiare, un’icona di santità: sobria, silenziosa, profondamente radicata nel Cuore di Cristo. Oggi, Giornata di santificazione sacerdotale, lasciamoci toccare da questa grazia. Il Signore ci offre un segno chiaro: la santità non è un premio per pochi, ma una chiamata per ciascuno di noi, nel cuore del nostro ministero, nelle pieghe delle nostre fragilità.
Con voi, e come voi, sento il peso di tante fatiche che toccano la nostra vita: l’inaridimento che a volte ci sfiora, la stanchezza che si deposita sulle giornate, le delusioni che nascono dal non vedere i frutti sperati, la solitudine che può insinuarsi anche nel vortice di tante relazioni.
Conosco le lotte interiori, le incomprensioni che feriscono, la tensione che si respira di fronte al mutare delle coordinate culturali e spirituali del nostro tempo, eppure, dentro tutto questo c’è uno spazio sacro in cui una santità possibile, umile e reale chiede di crescere.
Siamo chiamati a lasciarci santificare non fuggendo il nostro ministero, ma abitando con verità e umiltà la realtà che ci è affidata. Come ci ricorda Papa Leone XIV: «Le crisi, i limiti, le fragilità non sono da occultare, sono anzi occasioni di grazia e di esperienza pasquale»[1].
Dinanzi alle spinte disgreganti, che spesso ci affliggono, vi esorto a reagire con fiducia, a non permettere che la rassegnazione prenda il posto della speranza. Non siamo soli, non siamo abbandonati. La comunione sacramentale che ci unisce a Cristo è una sorgente che non si esaurisce, anche quando ci sembra di camminare nel deserto.
Ancor di più oggi sentiamo il bisogno di fraternità sacerdotale: non come idea astratta, ma come stile concreto di vita, come ascolto fraterno, come prossimità che incoraggia e sostiene. In questo cammino vi rinnovo il mio esservi accanto, non nel segno del controllo, ma nel desiderio di camminare insieme, condividendo il dolce peso del ministero.
Con cuore riconoscente, vi ringrazio per tutto quello che siete e fate. Per la fedeltà con cui celebrate l’Eucaristia, per la pazienza con cui ascoltate, per il coraggio con cui continuate ad annunciare la Parola. Ogni vostro gesto, anche il più nascosto, è parte di quella “liturgia della vita” che dà gloria a Dio.
Credo sia un segno grande della Provvidenza il riconoscimento della santità di questo nostro fratello, Mons. Carmine De Palma, che ricordiamo come uomo immerso nella misericordia di Dio, fragile come noi, e che ha saputo abbandonarsi fiduciosamente al Signore. «Mi appoggio all’infinita misericordia di Dio... altrimenti povero me»[2], scriveva con sincerità. È questo un linguaggio che ci appartiene: siamo uomini segnati dalla povertà, e talvolta anche dalla miseria. Ma è proprio lì, fratelli, che il Signore ci vuole incontrare, per dire ancora: «Non vi chiamo più servi, ma amici» (Gv 15,15).
Come ha scritto Papa Francesco nell’Enciclica Dilexit nos, «il Cuore di Cristo è una fornace ardente di amore divino e umano... è lì che riconosciamo finalmente noi stessi e impariamo ad amare»[3].
Vi chiedo, con la dolcezza di un fratello maggiore: non fuggiamo dalla nostra umanità. Non mettiamo maschere spirituali davanti a Dio. Custodiamo il cuore, come luogo in cui ritornare ogni giorno per lasciarci parlare da Lui. Lasciamoci santificare dal ministero stesso. Nella liturgia quotidiana, nell’ascolto delle lacrime della gente, nel silenzio di un confessionale, nella fedeltà alle piccole cose Cristo ci plasma secondo il suo Cuore. Come insegnava Mons. De Palma, «il buon Gesù vuole un atto di umile confidenza e di generoso abbandono nella sua infinita misericordia: ed è questo atto... che gli rapisce il cuore»[4].
Un pensiero fiducioso va ai presbiteri più giovani: abbiate fede in Dio, fiducia nella Chiesa, coraggio nell’essere voi stessi! Non temete i vostri limiti: «abbiate un cuore docile, capace di cogliere la presenza di Dio». Non siete chiamati a essere funzionari ma discepoli appassionati, capaci di gioire, di camminare con la gente, di lasciarvi ferire dal Vangelo.
Ai presbiteri più anziani va il mio abbraccio più riconoscente. Voi siete la memoria viva di una Chiesa che ha saputo amare. In voi vediamo la forza di chi ha perseverato nel tempo, rimanendo saldo «come se vedesse l’invisibile» (Eb 11,27).
Fratelli, come intuì San Paolo VI già 50 anni fa, il mondo «ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni»[5]. L’origine e l’orizzonte della nostra testimonianza sacerdotale è solo nell’Eucaristia: è da lì che scaturisce una vita di lode, servizio e comunione. Vi lascio con le parole con cui Papa Leone XIV ha concluso il suo incontro con i sacerdoti:
«Vivete il presente e guardate al futuro con cuore profetico… Assimilate i sentimenti di Cristo, i sentimenti del suo Cuore. Quel Cuore che palpita d’amore per voi e per tutta l’umanità».
Fratelli amati, camminiamo insieme verso la beatificazione del nostro Mons. Carmine De Palma: un’opportunità di conversione, di gioia e di rilancio. Il Signore ci chiama a essere santi, non perfetti, chiede di lasciarci amare, tornare ogni giorno alla sorgente, senza paura, al Cuore aperto del Pastore, da cui sgorgano tenerezza e verità.
Con affetto e fiducia, vi abbraccio uno per uno. Maria, Madre dei sacerdoti, ci accompagni con il suo sguardo forte e tenero. Pregate per me.
Vi benedico di vero cuore.
Bari, 27 giugno 2025
Solennità del SS.mo Cuore di Gesù
✠ Giuseppe Satriano
Arcivescovo di Bari-Bitonto
[1] Papa Leone XIV, Discorso per il Giubileo dei Seminaristi, Roma 2025.
[2] Cf. Positio su Mons. Carmine De Palma
[3] Francesco, Dilexit nos, n.30
[4] Cf. Positio su Mons. Carmine De Palma
[5] Cf. Paolo VI, Evangelii nuntiandi, 41; Discorso ai Membri del «Consilium de Laicis» (2 ottobre 1974):
AAS 66, 1974, p. 568