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“L’Anima attesa”. La figura di don Tonino Bello

La testimonianza di Don Renato Sacco, direttore spirituale di “Pax Christi”

«Don Tonino, a distanza di vent’anni dalla morte, continua ad avere una vitalità non solo nella memoria ma anche nell’attualità, e continua ad essere di stimolo per tutti giovani e anziani, sacerdoti e suore, credenti e non credenti». Così Don Renato Sacco, direttore spirituale del Movimento internazionale “Pax Christi” cui Don Tonino Bello è stato presidente per diversi anni, alla Conferenza Stampa tenuta presso la Banca Etica di Bari sul nuovo filmato dedicato a Don Tonino dal titolo “L’anima attesa” di Edoardo Winspeare, Patrocinato dalla Regione Puglia e dai Comuni di Alezio e di Giovinazzo, prodotto da “Pax Christi” e “Mosaico di Pace” in collaborazione con l’associazione “Linea d’Onda” e decine di associazioni e gruppi collaboranti, “L’anima attesa” è un lungometraggio di 40 minuti cui Winspeare ha scelto di basarlo  sugli aspetti più legati all’impegno di Don Tonino in Pax Christi, ma anche l’impegno di un uomo di fede nella vita di ogni giorno, di una figura che, nonostante l’eccezionalità del processo di beatificazione, è sempre stato un uomo tra gli uomini.

Il lungometraggio è stato appositamente predisposto come lavoro collettivo, nato da Winspeare e dall’attore e autore Carlo Bruno, grazie le centinaia di donazioni fatte per il film attraverso la campagna “Adotta un fotogramma” iniziata a ottobre 2012.  Il film, partendo dal basso, raggiunge vette alte di comunicazione ed ha tra gli scopi principali i valori di Don Tonino in particolar modo su due degli argomenti più difficili e controversi di questo periodo: economia e politica.

La figura del famoso Vescovo di Molfetta è quanto mai attuale. I problemi di ieri sono anche i problemi di oggi. Ed è per questo che la figura del vescovo molfettese è ancora viva. Un evento che ricordiamo con affetto e tenerezza fu proprio quando il 18 marzo 1993, giorno del suo 58° compleanno, gli giunsero fiori e regali da ogni parte d’Italia. Si intravedeva una festa semplice e “monotona” come quelle, magari, passate ogni anno, ma nessuno si aspettava, invece, quello che sarebbe successo al tramonto. Quella sera si riunirono nel cortile dell’episcopio di Molfetta centinaia di giovani provenienti dalla “sua” Diocesi, e sotto la sua finestra intonarono “Freedom”, la sua canzone preferita, il cui titolo significa “libertà”. E la sua risposta, affacciato al balcone dell’episcopio, non tardò: «Ho visto con mia grande sorpresa che siete in tantissimi! Avrei voluto stringere la mano di tutti, farvi di persona il mio augurio cordiale, perché ve lo voglio ricambiare. Volevo farvi salire tutti qui da me ma siete veramente tanti. L’augurio che voi avete fatto a me questa sera con il vostro canto e la vostra presenza rimbalza su di voi… ed è un augurio di felicità… Vi faccio tanti auguri per la vostra vita, per i vostri sogni, per il vostro futuro».

Don Tonino aveva la praticità di guardare al futuro passando da un presente di servizio. Cercava di costruire una Chiesa meno barocca e ridondante, ma una Chiesa “del grembiule” che è quella “servizio”, quella di cingersi il grembiule e lavare i piedi.

La semplicità del messaggio di Don Tonino era, ed è ancora, straordinariamente essenziale per la vita di chi si afferma cristiano. «Don Tonino quello che comunicava lo viveva – continua Don Renato Sacco – e ha vissuto la passione per i poveri condividendo il tutto. A chi aveva perso la casa offriva la sua casa. A chi era alcolizzato faceva di tutto per curarlo e affidarlo a qualche esperto. Aveva la passione per la pace e andò di persona a Sarajevo nel 92 dicendo no agli F16».

Sarà beato, perché' operatore di pace, non chi pretende di trovarsi all'arrivo senza essere mai partito, ma chi parte. Col miraggio di una sosta sempre gioiosamente intravista, anche se mai - su questa terra s'intende - pienamente raggiunta”. (Tonino Bello)

 

Roberto Cirillo

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