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«Hanno liberalizzato la bestemmia in tivù»

È lecito bestemmiare? La risposta è netta: no. Nel nostro ordinamento la bestemmia, pur depenalizzata dall’art.57 del Decreto Legislativo n.507 del 1999, è punita con una sanzione amministrativa pecuniaria. Questo se si bestemmia in luogo pubblico, per strada, al bar, in treno; ma se si bestemmia in tv non c’è più sanzione alcuna.

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Nel Testo Unico per la radiotelevisione, prima dell’attuale riforma, sotto il Titolo IV, Principi generali del sistema radiotelevisivo a garanzia degli utenti, l’articolo 4 vietava la diffusione di trasmissioni, anche pubblicitarie e le televendite, «che offendono convinzioni religiose o ideali». Per queste violazioni erano previste sanzioni (art.51 del T.U.) anche se del tutto irrisorie. Comunque, la bestemmia era sanzionata.

Oggi non è più così. Il legislatore ha eliminato ogni sanzione.
Nel nuovo Testo Unico dei servizi di media televisivi e radiofonici, l’art 32, comma 5 recita infatti: «I servizi di media audiovisivi prestati dai fornitori dei servizi di media soggetti alla giurisdizione italiana rispettano la dignità umana e non contengono alcun incitamento all’odio basato su razza, sesso, religione e nazionalità». Punto. Non è prevista alcuna sanzione in caso di violazione di queste norme.

Dal punto di vista giuridico una norma che non preveda sanzioni per i trasgressori è un vero e proprio non senso. Ma il punto è un altro: questa scelta è frutto di una dimenticanza o di una strategia precisa che serve a favore certi gruppi televisivi? Sono interrogativi gravi, che diventano  ancor più inquietanti, se si tiene presente che nel Decreto Romani è scomparso anche il divieto di trasmissione di spot pubblicitari che offendono le convinzioni religiose. Significa che ora in pubblicità si può essere anche apertamente blasfemi, senza correre il rischio di subire sanzioni.

A non rendere del tutto libera la bestemmia in tv è il Codice di autoregolamentazione media e minori che prescrive il divieto di offesa alle convinzioni religiose. Divieto che vale però solo per le trasmissioni d’intrattenimento e solo nella fascia oraria 7/22. In pratica una bestemmia in un programma alle ore 23 o di notte non è sanzionabile. E non sono mai sanzionabili, a qualunque ore del giorno e della notte vadano in onda, spot, film, fiction e quanto la tv è capace di trasmettere al di fuori dei programmi d’intrattenimento.

Viene da chiedersi: ma è mai possibile che in un Paese civile la bestemmia e la blasfemia siano di fatto consentite in tv e, comunque, non sanzionate? Eppure gli effetti devastanti della tv sulla società italiana, sulle persone, in particolare su i giovani, sull’intera comunità, sono talmente evidenti, al punto che ormai nessuno più ha dubbi sul fatto che la televisione sia una delle principali responsabili del degrado morale, culturale e sociale dell’Italia.
Per questo chiediamo al Ministro che provveda, con urgenza, a ripristinare - con un Decreto - la sanzione per la bestemmia in tv. È una questione di civiltà, che riguarda tutti: laici e credenti.

Luca Borgomeo - presidente Aiart
 
© Avvenire, 22 ottobre 2011