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Abitanti Digitali. Saluto di Mons. Giuliodori

Saluto di S.E. Mons. Claudio Giuliodori, Vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, Presidente della Commissione Episcopale per la Cultura e le Comunicazioni sociali. Macerata, giovedì 19 maggio 2011

Macerata_foto.jpgSono particolarmente contento di aprire questo Convegno dal suggestivo e accattivante titolo “Abitanti Digitali” che si svolge qui a Macerata, nel contesto degli eventi che ci preparano al Congresso Eucaristico Nazionale in programma nella Città di Ancona e nella Metropolia dal 3 all’11 di settembre p.v.

Saluto con viva cordialità il Magnifico Rettore dell’Università Prof. Luigi Lacchè, che gentilmente ci ospita in questo auditorium, il Sindaco di Macerata Avv. Romano Carancini, Sua Ecc.za il Prefetto Vittorio Piscitelli, al Vice Commissario della Provincia Dott.ssa Tiziana Tombesi e tutte le autorità civili e militari che ci onorano della loro presenza. Un caloroso benvenuto lo rivolgo ai responsabili dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali della C.E.I. e, in particolare, al Sottosegretario e Direttore dell’Ufficio Mons. Domenico Pompili e al Vice Direttore Don Ivan Maffeis, al Direttore del SiCei Ing. Giovanni Silvestri, al Presidente del Coopercom Dott. Domenico delle Foglie e al Presidente della Fisc Francesco Zanotti. Saluto gli illustri relatori, i tanti amici con cui abbiamo condiviso un lungo tratto di strada, i direttori e i collaboratori degli Uffici diocesani, i responsabili e gli operatori dei media e in particolare coloro che sono impegnati nelle nuove tecnologie. A tutti voi qui presenti un caloroso benvenuto nella Città di Maria e di P. Matteo Ricci con l’augurio di Buon Lavoro.

È un saluto che rivolgo nella duplice veste di Vescovo di questa bella Diocesi di Macerata - Tolentino - Recanti - Cingoli - Treia e di Presidente della Commissione Episcopale per la Cultura e le Comunicazioni sociali. Esprimo quindi l’affettuosa vicinanza e l’interesse per questo Convegno da parte di tutti i Vescovi membri della Commissione che nei mesi scorsi hanno definito il programma per il quinquennio, con la prospettiva di «approfondire i diversi aspetti critici che accompagnano la diffusione della nuova cultura digitale nella consapevolezza che “la crescita vorticosa e la diffusione planetaria di questi mezzi, favorite dal rapido sviluppo delle tecnologie digitali, in molti casi acuiscono il divario tra le persone, i gruppi sociali e i popoli. Soprattutto, non cresce di pari passo la consapevolezza delle implicazioni sociali, etiche e culturali che accompagnano il diffondersi di questo nuovo contesto esistenziale” (Cfr n. 51). Occorre analizzare con maggiore attenzione - affermano ancora i vescovi nella programmazione quinquennale - quanto la cultura attuale - fortemente modellata dai media - incida in termini di pensiero e di stili di vita specialmente sulle nuove generazioni, disabituandole inoltre alla memoria e alla custodia di un patrimonio condiviso: sono dinamiche che vanno approfondite con l’obiettivo di intercettarle in maniera propositiva. Di qui l’impegno a “rilanciare una nuova intelligenza della fede”, lavoro per il quale si guarda con attenzione anche all’istituzione del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, alle iniziative del Pontificio Consiglio della Cultura, come il “Cortile dei gentili” e alle proposte del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali».

Anche questo Convegno fa parte del cammino della Chiesa Italiana per rilanciare e sviluppare, nel decennio dedicato all’educazione, “una nuova intelligenza della fede”. Arriviamo a questo appuntamento con un bagaglio importante, che ci rende consapevoli delle sfide che stanno davanti a noi e nello stesso tempo ci offre gli strumenti indispensabili per operare il necessario discernimento di fronte ad un nuovo ambiente, quello digitale, certamente affascinate ma non privo di rischi e ambiguità. Nel contesto del decennio pastorale appena concluso e incentrato sul tema “Comunicare il Vangelo in un modo che cambia”, abbiamo vissuto una stagione molto intensa di studio, confronto, sperimentazioni e scelte pastorali. Un decennio ricco di eventi e proposte che ha visto anche la pubblicazione del Direttorio “Comunicazione e Missione”, un documento di ampio respiro, una specie di bussola per l’evangelizzazione del mondo contemporaneo.

È stato così tracciato un preciso percorso per abitare questo nuovo ambiente digitale da cittadini consapevoli e protagonisti, piuttosto che da spettatori inerti e smarriti. Un percorso che ha visto tappe di straordinario valore ecclesiale e culturale: da “Parabole mediatiche” nel 2002 a “Testimoni digitali” nel 2010, attraverso tanti altri convegni e seminari per giungere ora ad “Abitanti digitali”. A leggere i titoli di questi convegni si potrebbe immaginare una Chiesa tutta proiettata ad inseguire linguaggi e mode dei media. In realtà la Chiesa sta solo facendo quanto il Signore le ha chiesto: portare l’annuncio del Vangelo agli uomini del nostro tempo. Questo impegno prosegue ora nell’orizzonte dell’educazione su cui si orienta l’azione pastorale della Chiesa Italiana per l’attuale decennio. Ci interroghiamo su come sia possibile da cristiani educare alla piena cittadinanza in questo nuovo mondo digitale, conservando le prerogative della dignità umana e sviluppando una più intensa esperienza spirituale.

Per rispondere a questi interrogativi può essere utile richiamare quanto ha detto Benedetto XVI lo scorso 11 maggio nell’udienza del Mercoledì. «L’uomo digitale come quello delle caverne, cerca nell’esperienza religiosa le vie per superare la sua finitezza e per assicurare la sua precaria avventura terrena» (cf. il suggestivo commento di Domenico delle Foglie, Avvenire, 15 maggio 2011, p. 2). Il mondo dei media segnato da un impressionante e costante sviluppo non ha cancellato le domande fondamentali, ma le ha rese, per molti versi, più acute. Per questo la Chiesa, attenta a ciò che l’uomo vive, cerca di capire i cambiamenti in atto e di “abitarli”.

Per poter abitare un ambiente occorre conoscerlo e familiarizzare con le sue caratteristiche. Il primo compito dei credenti è quindi l’approfondimento di tutti gli aspetti antropologici, sociali e culturali che delineano il volto di questo nuovo ambiente. Le ricerche già effettuate dall’Università Cattolica e presentate in occasione del Convegno “Testimoni Digitali”, così come quelle che ci verranno presentate nel Convegno odierno, sono pertanto fondamentali per conoscere la realtà digitale. Ci troviamo di fronte ad un mondo nuovo sotto diversi profili che necessita di un’attenta analisi per non lasciarsi soggiogare da ingenui entusiasmi o da ingiustificati allarmismi. In secondo luogo, come cristiani, dobbiamo verificare in che modo la fede si cala in questo ambiente. Non basta essere nel web o usare i nuovi strumenti di comunicazione digitali. Per il cristiano è fondamentale, anche in questo nuovo ambiente, verificare se e come cresce il rapporto con Dio e l’amore tra le persone e nella società. Bisogna capire se l’uomo in questo ambiente mediatico diventa di più se stesso ed è facilitato nella ricerca della verità o se rischia di essere alienato e irretito da relazioni sempre più effimere e falsate.

La rete è oggi il nuovo areopago dove incontrarsi e confrontarsi. Sono già moltissime le iniziative della comunità ecclesiale in questo ambito e certamente vanno intensificate sapendo che la maggiore disponibilità di relazioni e contatti, spesso, più che soddisfare, acuisce le domande di senso. È anche sulle nuove frontiere digitali che si gioca la capacità della Chiesa di essere un segno di contraddizione e di speranza, una porta aperta per far conoscere quella verità su Dio e sull’uomo che ci è stata donata da Gesù Cristo. Seguendo le indicazioni degli orientamenti per il decennio «l'impegno educativo sul versante della nuova cultura mediatica dovrà costituire negli anni a venire un ambito privilegiato per la missione della Chiesa» (EVBV 51). Per questola Chiesa italiana sente davvero urgente conoscere e abitare in modo consapevole questo nuovo ambiente. L’aver già intrapreso alcune iniziative di formazione, come quella degli Animatori della Comunicazione e della Cultura, e il vedere una crescente sensibilità nelle famiglie, nella comunità ecclesiale e nella società, lascia ben sperare. Occorre però rendere sistematico, da parte di tutti e in tutte le realtà, un approccio al mondo dei media fatto con competenza e saggezza. Per questo possono aver una grande importanza le scuole, i corsi, gli incontri e l’elaborazione di strumenti per tutti coloro che vogliono imparare ad interagire positivamente con la nuova cultura digitale all’interno dei processi educativi.

È ormai prossima anche la Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali che si terrà quest’anno il 5 giugno. Questo Convegno ci prepara a celebrarla anche perché affronta la medesima problematica. Partendo dal tema “Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale”, il Santo Padre ci rivolge un importante appello: «Vorrei invitare i cristiani ad unirsi con fiducia e con consapevole e responsabile creatività nella rete di rapporti che l’era digitale ha reso possibile. Non semplicemente per soddisfare il desiderio di essere presenti, ma perché questa rete è parte integrante della vita umana. II web sta contribuendo allo sviluppo di nuove e più complesse forme di coscienza intellettuale e spirituale, di consapevolezza condivisa. Anche in questo campo siamo chiamati ad annunciare la nostra fede che Cristo è Dio, il Salvatore dell’uomo e della storia, Colui nel quale tutte le cose raggiungono il loro compimento (cfr Ef 1,10). […] La verità che è Cristo, in ultima analisi, è la risposta piena e autentica a quel desiderio umano di relazione, di comunione e di senso che emerge anche nella partecipazione massiccia ai vari social network».

Queste giornate di Convegno, che spero possiate trascorrere serenamente qui a Macerata e nella stupenda cornice della Abbazia di Fiastra, dove ci trasferiremo per l’intera giornata di domani, sono certo che ci aiuteranno ad abitare meglio questo nuovo mondo digitale e ad avere un maggiore slancio per incarnare, anche in questa nuova realtà, la ricchezza e la bellezza della fede. Vogliamo contribuire a costruire un mondo in cui un di più di tecnologia significhi non meno ma più umanizzazione, come dice Benedetto XVI nella Caritas in veritate parlando dei media: «Essi possono divenire occasione di umanizzazione non solo quando, grazie allo sviluppo tecnologico, offrono maggiori possibilità di comunicazione e di informazione, ma soprattutto quando sono organizzati e orientati alla luce di un'immagine della persona e del bene comune che ne rispecchi le valenze universali». È questo quanto cercheremo di fare insieme dando il nostro contributo. Grazie a tutti di essere presenti a questo Convegno e buon lavoro.

Mons. Claudio Giuliodori

Se vuoi scaricare le presentazioni in pdf degli interventi del 20 maggio 2011, clicca qui

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