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Al via il Festival della famiglia. «Allearsi per crescere insieme»

Da oggi fino a sabato 2 dicembre una ventina di eventi e alcune decine di relatori per mettere a fuoco la ricchezza che nasce dalla collaborazione solidale tra i vari attori sociali

Benedette le reti. Quelle che ci permettono relazioni più autentiche in famiglia. Quelle che ci aiutano a stringere rapporti solidali nella comunità. Quelle che contribuiscono a sentirci parte integrante, e non solo utenti o numeri, nelle istituzioni locali. Al capitale umano generato dalle reti è dedicata l’edizione 2017 del 'Festival della famiglia' del Trentino. Prova ulteriore della 'vocazione familiare' di un territorio che sta dimostrando come, al contrario di quanto avviene a livello nazionale, politiche familiari coerenti e durature, producono benessere familiare costante.

È noto come in Trentino – dove da circa un decennio la Provincia autonoma offre buone prassi familiari – nascono più figli e la famiglia si disgreghi con percentuali inferiori rispetto al dato nazionale. Durante il Festival sarà presentata un’altra perla, il 'New family public management', la struttura che sul territorio aggrega in modo innovativo le risorse e attiva le reti. Da domani – per una settimana – esperti, politici, amministratori, responsabili di associazioni discuteranno di 'Interconessioni territoriali e sviluppo locale'. Titolo forse un po’ criptico per spiegare in tutte le declinazioni, non solo che 'insieme è meglio', ma che questo stare insieme, questo fare rete, genera valore, produce benessere, alimenta speranze, sostiene buone prassi, con un movimento a cerchi concentrici che dalla famiglia si espande alla rete amicale, alla comunità, alle associazioni, alle realtà istituzionali, alle aziende.

«La riflessione sulle reti – spiega Luciano Malfer, responsabile dell’Agenzia provinciale per la famiglia – è nata da una convinzione maturata dall’esperienza sul territorio e da un pensiero più volte espresso dal sociologo Pierpaolo Donati, uno dei massimi studiosi del tema: le reti sono come l’aria, sono importanti ma non si vedono. E, come l’aria, se venissero a mancare, non potremmo respirare, perché l’uomo da solo non ce la fa ad andare avanti».

Il concetto di rete, come si può immaginare, è molto vasto. Si va dalle 'micro reti' all’interno della famiglia – le relazioni indispensabili per la persona e per la società – alle 'macro reti' sul territorio con varie caratteristiche, associative, istituzionali, economiche. «Il Festival 2017 – osserva ancora Malfer – cerca di tenere vivo il parallelismo tra benessere familiare, benessere sociale e benessere economico, che è poi la chiave che ci fa spostare l’asse delle politiche di sostegno dal sociale in senso lato al familiare. E poi al territorio e allo sviluppo economico». Sullo sfondo c’è allora il proposito di valorizzare le strutture che generano reti, di dare spazio alle modalità che alimentano reti tra le famiglie e la comunità, le istituzioni, gli attori sociali, nella consapevolezza che più aumentano le relazioni, più si intensificano gli scambi positivi e le informazioni, più si creano opportunità e si realizzano servizi.

Facile comprendere che l’intensificarsi e il qualificarsi delle relazioni diventano per tutto il sistema un valore aggiunto straordinario, il vero collante del territorio. Non si tratta di un discorso teorico. «Se pensiamo ai nostri 'distretti della famiglia' – sottolinea il responsabile trentino dell’Agenzia provinciale – vediamo che la prova di come questa idea, quando gestita e organizzata in modo razionale, serva a diffondere benessere e prassi di vita buona. Durante il Festival presenteremo esperienze e iniziative che vanno proprio in questo senso. Cercheremo cioè di capire come cambia la qualità di vita del territorio in dipendenza dall’esistenza o dalla scomparsa di un 'attivatore' di rete». La risposta, quasi scontata, arriva dai circa 800 soggetti che all’interno dei 'Distretti' lavorano in rete con una co-progettazione coerente e senza finanziamenti pubblici, sulla base di un volontariato consapevole che conosce il valore di questa attività. In questo circolo virtuoso mancava un perno, un punto di riferimento per la connessione virtuosa delle varie reti, capace di aggregare le risorse umane e sociali, per metterle a sistema, aumentando scambi e opportunità.

Luciano Malfer si è inventato così il 'public family manager'. Questo professionista dovrà fare un’analisi delle reti esistenti e offrirà a tutti gli attori sociali l’opportunità di sfruttarne le risorse. Un esempio? «I trasporti pubblici sono risorse di sistema. Esistono, funzionano ma, naturalmente – spiega l’esperto – hanno dei costi. Sono servizi importanti che, nella maggior parte delle ore del giorno, sono sotto-utilizzati. Mettere a sistema queste risorse e inserirle in una progettazione sociale, significa creare benessere diffuso e vantaggi economici. Il biglietto unico per la famiglia va in questa direzione. Offriamo così vantaggi per il nucleo familiare e 'saturiamo' un servizio mettendolo a sistema, riducendo in questo caso il traffico privato e l’inquinamento. Facciamo politica familiare, politica ambientale e politica dei trasporti, reinserendo nel sistema risorse che già esistono ».

Lo stesso sistema potrebbe essere applicato agli impianti di risalita – pensando alla realtà trentina – ma anche ai cinema o ad altri servizi pubblici che, indipendentemente dai fruitori, devono comunque funzionare. Creare reti, agevolarne il funzionamento, divulgarne la conoscenza significa quindi – come sarà evidente dagli interventi nelle varie sessioni del Festival – offrire opportunità e diffondere risorse. Un grande sistema sociale con al centro una 'rete' preziosa e insostituibile chiamata famiglia.

Luciano Moia

© Avvenire, domenica 26 novembre 2017