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Bagnasco: «Attoniti davanti a intolleranza e violenza»

"Insieme al Santo Padre Benedetto XVI siamo attoniti davanti all'intolleranza religiosa e a tanta violenza, e ci chiediamo addolorati: perché?": lo ha affermato l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, il cardinal Angelo Bagnasco, stamani nel corso dell'omelia per la messa dell'Epifania nella cattedrale di San Lorenzo.

arcivescovo-bagnasco_11041.jpgNon è una "domanda retorica e non nasconde nessun desiderio di rivalsa" - ha spiegato il porporato - ma "è sincera e nasce dal sangue di tanti cristiani, dalle loro sofferenze" e "dà voce al brivido interrogativo che sale da tante parti della terra: perché?".  La comunità internazionale, a cominciare dall'Europa, faccia sentire una voce forte e una parola chiara perchè il diritto alla libertà religiosa sia osservato ovunque senza eccezioni".

Bagnasco ha poi invitato i cristiani "a pregare per i persecutori, perché aprano gli occhi alla luce". "Preghiamo per le anime dei defunti - ha proseguito - per i loro familiari nel dolore, per tutti i cristiani che in tante regioni del mondo ci danno l'esempio" perchè "non possiamo, non vogliamo rimanere insensibili!".

Poco prima il cardinale aveva invitato i fedeli ad "essere missionari del Vangelo" perchè "non si tratta di essere arroganti ma luminosi". "L'esempio di tanti nostri fratelli nella fede, che rischiano e danno la vita per Gesù e la Chiesa - ha affermato - ci scuota dal torpore delle cose facili, dalla tiepidezza sempre alle porte, dalla facilità indolente di seguire la corrente del mondo". I cristiani nel mondo sono perseguitati perchè parlano di "dignità, di uguaglianza, di  libertà di coscienza, di Stato di diritto".

"Forse i cristiani sono discriminati e perseguitati proprio perchè, in nome di Cristo, parlano di dignità e di uguaglianza di ogni persona, uomo o donna che sia? Di libertà di coscienza? Perché predicano l'amore anche verso coloro che si pongono come nemici? Perché parlano di perdono, rifiutano la violenza e operano come costruttori di pace? Perché predicano la giustizia e lo Stato di diritto? Forse è per questo che qualcuno li giudica pericolosi e inaccettabili, oggetto di intolleranza, meritevoli di persecuzione e di morte?".

"Il Cristianesimo non è il mondo Occidentale, nè si identifica con esso", ha spiegato l'arcivescovo di Genova . Cercando la risposta all'intolleranza verso i cristiani nel mondo, il cardinale ha domandato ancora: "Forse si identifica il Cristianesimo col mondo occidentale?". "Ma - ha spiegato - non può sfuggire che il Vangelo si incarna in ogni cultura senza identificarsi con nessuna".

Il Cristianesimo, ha proseguito il cardinale, "è  chiamato a farsi lievito e sale nella pasta dove si trova, ma ha anche una dimensione metastorica irrinunciabile. La fede  cristiana è presente in tutto il mondo, secondo il mandato del  Signore, e s'impianta e convive, rispettosa e benefica, in ogni Paese, popolo, tradizione".

Oppure, ha aggiunto, "l'intolleranza, a cui sono soggetti i cristiani, è dovuta ad una loro intolleranza religiosa?". Ma, ha proseguito: "dobbiamo guardare serenamente la dottrina della fede e il comportamento dei discepoli di Cristo". "Nell'insegnamento di Gesù non esiste ombra di intolleranza, ma solo l'invito a cercare onestamente la verità, ricordando che solo la verità fa libero l'uomo ed è il criterio del bene morale".

© Avvenire, 6 gennaio 2011