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Calderoli attacca la Cei: "Non parla mai di lavoro". Deve essersi distratto

La macumba sfacciata del senatore contro il segretario della Cei Galantino: "Invece di pensare ai figli degli immigrati pensi ai disoccupati italiani e ai pensionati"

E niente, eccoci di nuovo a parlare dell'ennesima puntata di "Leghisti su Marte", ovvero del senatore Roberto Calderoli, esponente della Lega Nord, vicepresidente del Senato, già ministro della Semplificazione (ministero di cui non si è capito il senso), uso a spararla grossa contro i nemici politici della Lega. Nel movimento è lui che si occupa del trascendentale, non solo perché è dentista, ma anche perché si fa ritrarre nel profilo Twitter con papa Francesco, per non parlare della sua conoscenza dei rititi religiosi, dalle danze dogon e bambara alla macumba di papà Kienge. 

 

E a proposito di macumbe il nemico giurato dello Ius Soli ne ha lanciata una mediatica contro il segretario della Cei Galantino, colpevole di aver criticato l’indegna gazzara scatenata dai deputati leghisti e da altri colleghi contro la legge che riconosce la cittadinanza ai minori figli di immigrati dopo vari anni di scuola in Italia. Il nostro si è detto “stupito”. Stupito di che? Della “netta presa di posizione della Cei che invoca l’approvazione della legga che introduce lo ius soli e lo ius culturae e regala la cittadinanza a un milione di immigrati”. E fin qui tutto bene, ognuno ha diritto di stupirsi di quel che vuole, evidentemente pensa che il Vangelo predica i respingimenti, le classi ghetto e i matrimoni celtici. Del resto abbiamo scoperto che anche il “francescano” Grillo non vuole lo Ius Soli, dopo aver rilasciato interviste sull’afflato cristiano dei Cinque Stelle e marciato da Perugia ad Assisi in nome dell’amore per San Francesco, noto razzista e xenofobo. 

Ma ecco il fantasmagorico affondo di Calderoli, quello che provoca la slogatura della mandibola. "Raramente”, continua il vicepresidente del Senato “dalla CEI abbiamo sentito prese di posizione altrettanto dure davanti a problemi che affliggono gli italiani come la disoccupazione. Cari vescovi pensate agli italiani senza lavoro, casa e pensione dignitosa e lasciate che sia il Pd a pensare a coltivarsi il bacino elettorale degli immigrati...". E qui, di fronte al solito becero benaltrismo, la domanda sporge spontanea. Dove è stato Calderoli negli ultimi anni, o quanto meno negli ultimi mesi? Li legge i giornali? Galantino, Bagnasco, Bassetti, i vescovi di tutta Italia non fanno che invocare lavoro, casa e pensione ad ogni occasione possibile. Visitano le fabbriche in crisi, parlano con i lavoratori e gli imprenditori, promuovono fondi per le famiglie in difficoltà, marciano ai cortei dei cassintegrati, ricordano la fame di lavoro nelle omelie, nelle manifestazioni, nelle interviste, ovunque. La Caritas, con le sue mense, i suoi ricoveri e i suoi empori, non fa che prodigarsi per i disoccupati e i pensionati e lanciare allarmi sui “nuovi poveri”. A proposito, dov’era Calderoli quando Francesco è andato all’Ilva di Genova? Probabilmente ancora su Marte.

Francesco Anfossi

© www.famigliacristiana.it, domenica 18 giugno 2017