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Cei. Bassetti: famiglia al centro della politica. No a piazze contrapposte

Aprendo il Consiglio permanente, il presidente dei vescovi italiani rivolge un appello alle istituzioni. Servono piano per la natalità, cura delle mamme lavoratrici, misure economiche e fiscali

Sinodalità è una parola che non vale solo per la Chiesa. Ma anche «una proposta che sentiamo di poter e dover fare anche alla società». Soprattutto per svelenire il dibattitto pubblico e la comunicazione. E non dividersi «persino su un tema prioritario come quello della famiglia». Così il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, ha aperto il Consiglio permanente, che fino a mercoldì si occuperà anche del tema della sinodalità. L'accento, nella sua introduzione, è andato comunque anche sui temi dell'attualità sociale e politica. Sinodalità, che è sinonimo di dialogo e di ascolto dell'altro, «anche per una società slabbrata come la nostra nostra», ha rimarcato l'arcivescovo di Perugia-Città della Pieve. «Non è certo sinodale la modalità con cui la comunicazione viene spesso usata per accendere gli animi, screditare e far prevalere le paure, arrivando a identificare nell’altro non un fratello, ma un nemico. Quanta distanza - ha fatto notare Bassetti - dal dialogo che abbiamo visto in atto in questi giorni con la visita del Santo Padre in Marocco…».

Le conseguenze di questa carenza sono sotto gli occhi di tutti, ha proseguito il cardinale. «Purtroppo, quando manca questo sguardo, riusciamo a dividerci su tutto, a contrapporre le piazze, persino su un tema prioritario come quello della famiglia, sul quale paghiamo un ritardo tanto incredibile quanto ingiusto. Ma come si fa a dimenticare che, anche negli anni più pesanti della crisi, proprio la famiglia ha assicurato la tenuta sociale del Paese? E oggi non è forse ancora la famiglia a rappresentare per tutti la principale opportunità di riscatto».

Pur senza fare esplicito riferimento al Congresso di Verona e alle roventi polemiche che ne sono seguite, è evidente che Bassetti non ignora quanto è successo nel fine settimana appena concluso. Di qui il suo richiamo: «Le istituzioni pubbliche non possono fare finta che la famiglia sia solo un fatto privato: ciò che avviene tra i coniugi e con i figli è un fatto sociale; e ogni essere umano che viene ferito negli affetti familiari, in un modo o nell’altro, diventerà un problema per tutti. Non si resti, quindi, sordi alle domande di sostegno in campo educativo, formativo e relazionale, che salgono dalle famiglie. Il cuore di ciascuna di esse è l’amore delle persone che la compongono e che, in virtù di questo amore, stringono alleanza davanti agli uomini e – per noi credenti – nel
Signore».

La famiglia, ricorda in pratica il presidente della Cei, non ha bisogno di polemiche e di schieramenti contrapposti, ma soprattutto di provvedimenti concreti di sostegno. Perciò Bassetti enumera i temi di questa indispensabile agenda. «Se non vogliamo rassegnarci al declino demografico, ripartiamo da un’attenzione reale alla natalità; prendiamoci cura delle mamme lavoratrici, imparando a riconoscere la loro funzione sociale; confrontiamoci con quanto già esiste negli altri Paesi del Continente per assumere in maniera convinta opportune misure economiche e fiscali per quei coniugi che accolgono la vita. Vanno in questa direzione diverse proposte avanzate anche dal Forum delle Associazioni Familiari».

Infine l'appello del cardinale a colleborare proprio su questi temi. «La famiglia è il termometro più sensibile dei cambiamenti sociali: senza venir meno ai principi – visto che la famiglia non è un menù da cui scegliere ciò che si vuole – aiutiamoci a mettere a punto un pensiero sulla famiglia per questo tempo. Chi fosse sinceramente disponibile a questo passo – che è condizione per una società migliore – ci troverà sempre al suo fianco, forti come siamo di una ricca tradizione di cultura della famiglia.

Mimmo Muolo

© Avvenire, lunedì 1 aprile 2019

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